23 maggio 1971
Ecco oggi un'altra « giornata », cioè un momento del nostro calendario rivolto ad un tema di pensiero e di azione dominante, speciale e comune: la « Giornata delle comunicazioni sociali ».
È il Concilio stesso che l'ha voluta; segno questo della sua importanza; e l'ha voluta « mondiale »; segno d'un interesse universale e d'un dovere per tutti di capirne il significato e di favorirne le finalità.
Che cosa sono le comunicazioni sociali?
Sono i mezzi, sono gli strumenti, sono i veicoli, mediante i quali gli uomini si trasmettono fra di loro
le notizie,
le informazioni,
le opinioni,
i giudizi,
le critiche,
le intenzioni,
gli insegnamenti,
le propagande,
i pensieri.
È l'insieme del linguaggio delle conversazioni, delle esortazioni, delle polemiche, che gli uomini svolgono fra di loro.
È il commercio di parole, di notizie, di idee circolanti nella società, un commercio che si allarga sempre di più e tende a diventare mondiale.
La tecnica moderna della stampa, della radio, della televisione rende rapidissima, attraente, impressionante questa diffusione di voci e di immagini della conversazione e della cultura degli uomini fra di loro.
Non è forse questo un fatto caratteristico e dominante nella nostra vita quotidiana?
nella nostra civiltà contemporanea?
Nessuno lo può negare.
Ecco perché anche la Chiesa se ne deve occupare: vi è interessata la pedagogia umana generale, la mentalità, la moralità della gente.
Occupare e preoccupare: quali sono gli effetti di queste, ormai intensissime, comunicazioni sociali?
Gli uomini diventano più buoni?
più coscienti dei loro doveri?
dei loro superiori destini?
ovvero sono distratti e frastornati, e talora traviati, da questa molteplicità penetrante e seducente di rapporti sociali?
l'umanità si fa più unita e fraterna, o più confusa e babelica?
Scegliamo uno degli effetti principali e intenzionali di questo fenomeno colossale: l'unione, anzi l'unità.
Questo è effetto da desiderare in prima linea: vuol dire l'amicizia, la pace fra gli abitanti della terra.
E noi lo dobbiamo auspicare, favorire, implorare da Dio, datore d'ogni bene, con tutte le implicazioni morali che ciò porta con sé.
Ecco allora lo scopo della nostra « Giornata per le comunicazioni sociali »; e della nostra preghiera.