28 novembre 1971
Figli carissimi!
Diamo importanza alle cose importanti.
Oggi ricomincia l'anno liturgico, comincia l'Avvento.
Ne avrete ascoltato l'annuncio, Noi pensiamo, alla Messa festiva; ed è tale annuncio che ci deve fare attenti alle idee maggiori, che investono non solo il momento specifico della preghiera, ma tutta la concezione della vita.
A cominciare da quella del tempo, fatale misura della nostra presente esistenza.
Il grande panorama dei secoli, la storia, ci si apre davanti.
Ha un senso questa vicenda immensa?
sì, l'uomo cammina e progredisce;
ma è sempre in via di ricerca;
e questa, ancor più che una conquista, è un aumento di desideri e di bisogni, è uno spazio più vasto scavato nel cuore dell'uomo, reso più avido e più affamato d'una vita piena e d'una verità sicura.
La scienza, lampada dell'universo, denuncia un mistero nella notte circostante, sempre più profonda e più tormentosa; è il mistero del mondo. Ed ecco che noi, al lume della scienza e della fede, sappiamo il disegno del tempo e della storia; noi abbiamo la chiave che ci apre il senso delle cose e, fra tutte, quelle della nostra vita.
E questo disegno, questo senso ci è stato rivelato in un avvento, cioè in un incontro, l'incontro con Cristo, che è appunto venuto sul nostro sentiero, e si è fatto maestro e salvatore per chi ha avuto la fortuna somma d'incontrarlo, ed ha liberamente accettato di ascoltarlo, di credergli senza meravigliarsi, senza scandalizzarsi di Lui ( Mt 11 ).
Questo istante decisivo per le sorti dell'umanità lo chiamiamo avvento, la venuta.
Vedete: è un fatto tale che merita memoria sovrana, tanto più che quel fatto continua spiritualmente, si ripete ogni anno, si rinnova in ogni uomo, il quale nel tempo matura e invecchia, e in Cristo, se riesce a farlo suo, ringiovanisce e cresce nella certezza e nella speranza.
Sì, pensieri alti e grandi, ma veri.
È questo il soffio profetico, in cui respira la Chiesa, e che si offre all'anelito del mondo; sì, anche del mondo moderno, che si sente soffocare dalle sue stesse opere gigantesche me meravigliose.
È l'avvento che ci fa un po' silenziosi e pensosi; ci riabilita alla preghiera e alla speranza; ci fa umili e solleciti per volgere i passi verso il presepio.
In cammino, fratelli; ancora una volta in cammino.
Ci precede con svelto passo ( Lc 1,39 ) la Madonna.