26 dicembre 1971
Una parola, quest'oggi, che fa seguito a quelle ieri suggerite dal Natale.
E il seguito, secondo il nuovo calendario liturgico, ci porta oggi a festeggiare la « sacra Famiglia », la piccola, singolare e incomparabile società domestica, in cui visse Cristo bambino, fanciullo, giovane, artigiano, e « cresceva e si irrobustiva pieno di sapienza » ( Lc 2,40 ).
Ecco la sacra Famiglia di Gesù, umile quadro umano, dal quale irradiano fulgori e precetti divini.
Essa ci offre motivo per estendere i Nostri voti natalizi e la Nostra benedizione alle vostre Famiglie, a tutte le Famiglie, augurando che esse
siano profondamente pervase dal senso costitutivo del loro proprio infrangibile amore, e della loro unità, con le molteplici virtù, che ne formano la felicità e la dignità;
e che siano pervase altresì del senso cristiano che avverte il mistero riflesso nella società coniugale, quello dell'infinito amore con cui Cristo ama la Chiesa, l'umanità a lui associata e da lui redenta.
Questa straordinaria e pur comune sacralità della famiglia costituisce un valore religioso di prima grandezza, lo sappiamo; ma è altresì un valore sociale e civile di somma importanza, anche nell'ordine naturale, che faremo bene a custodire con non minore premura e a celebrare con convinta e sapiente fierezza per la salute morale del nostro Popolo.
Dovremo onorare e assistere la Famiglia con migliore efficacia;
dovremo educarla con più sollecita pedagogia, quale certo presente deformato costume non più le fornisce;
e dovremo invocare anche per essa, e più per essa che per ogni altro bene a noi circostante, quella « ecologia », di cui oggi finalmente si avverte la necessità:
non avrebbero i nostri figli bisogno e diritto di vivere in un ambiente sano, non inquinato dalle seduzioni d'una licenziosa immoralità?
Dunque, auguri oggi alla Famiglia buona e felice.
E l'augurio si estende alle comunità d'ogni specie, nelle quali la festa della Famiglia di Nazareth può recare il soffio del suo spirito di lieta ed amorosa convivenza.
Oggi Maria ci è esempio e S. Giuseppe con Lei; e Cristo, come sempre, Maestro.
Salutiamoli insieme.