5 marzo 1972
Noi vorremmo, carissimi Figli,
che tutti sapessimo cogliere il senso dei due stimoli che premono fortemente in questi giorni sui nostri animi:
lo stimolo della scena del mondo, della quale parlano tutte le voci dell'atmosfera moderna;
e lo stimolo del Vangelo, di cui si fa eco la Chiesa, specialmente nel periodo liturgico quaresimale.
La scena del mondo è di nuovo in movimento: i Popoli, dopo una certa stasi del periodo postbellico, si destano, si confrontano, si agitano e si urtano, nel rapporto internazionale; o anche nel loro proprio ordinamento interno sono inquieti e insoddisfatti, il loro stesso progresso li turba e li divide, quasi li disintegra e li dissocia negli ideali e negli interessi.
Che cosa vogliono, a che cosa tendono?
Dove va il mondo?
Questa domanda entra nelle nostre coscienze personali, e quasi le fa soffrire di trepidazione, di dubbio, di speranza.
È lo stimolo di una attualità, che ci delude in gran parte del passato, e ancora non ci assicura d'un migliore avvenire.
Su questa tensione del nostro momento storico mondiale urge l'altro stimolo, quello antico, quello che sempre la Chiesa infigge negli spiriti vigilanti, quello di Cristo, nel quale soltanto si sciolgono e si compongono le vicende e le controversie umane.
Dice la Chiesa all'uomo: hai fame?
Cristo è il pane della vita.
Hai sete?
Cristo è la sorgente dell'acqua viva.
Hai bisogno di vedere e di capire?
Cristo è la luce del mondo.
Hai desiderio di giustizia e di libertà?
Cristo, il grande povero, è il liberatore dei ceppi che fanno l'uomo schiavo dell'idolatria della ricchezza e dell'orgoglio.
Hai bisogno di amore?
Cristo è il supremo donatore e suscitatore della carità per gli uomini e fra gli uomini.
Hai bisogno di vita?
Cristo è il principio della vita che non muore.
Questo dialogo non è soltanto un momento religioso e individuale; è un'onda profetica che soffia sull'umanità storica, sociale, politica, un fremito di vigore e di speranza.
L'Episcopato Italiano in un suo breve e recente messaggio ce ne ha fatto sentire qualche esperienza.
Impariamo a tessere la tela della nostra vita mediante l'incontro di questi due stimoli, del tempo presente e della verità eterna, per essere uomini crescenti e cristiani sapienti.