18 giugno 1972
Comincia l'estate, comincia il periodo delle vacanze.
Noi le auguriamo a tutti buone e serene, e veramente riposanti e ristoratrici.
E non solo alle forze fisiche, ma altresì per quelle dello spirito.
Se davvero le vacanze rallentano le occupazioni ordinarie, e rendono disponibile un po' del nostro tempo per attendere a noi stessi, ricordiamoci di Dio, cioè di dare alla pratica religiosa qualche momento di più attenta adesione.
La partecipazione alla Messa festiva, ad esempio, sia finalmente goduta come nostro primario ristoro, al quale riserveremo un'ora di pienezza spirituale.
La Chiesa ce ne fa un obbligo consueto, perché la nostra vita religiosa ha dovere e bisogno di questa ricorrente osservanza:
il culto di Dio deve primeggiare nella nostra concezione della vita;
la memoria settimanale del mistero pasquale, da cui dipende la nostra salvezza, deve ravvivarsi nel « giorno del Signore »;
e l'incontro con l'assemblea della Chiesa orante deve ricordarci puntualmente e socialmente che noi siamo Popolo di Dio.
Sarà veramente bello se profitteremo della distensione estiva per tonificare il nostro autentico senso religioso con qualche personale atto interiore ed esteriore di fede corroborante; e se sapremo fare del contatto con la natura - mare, campagna, montagna che sia - un piedistallo per un migliore contatto con Dio.
Anche il tempo ozioso delle vacanze è tempo prezioso.
E poi come dimenticare anche durante tale periodo i drammi umani che ci circondano?
i bisogni dei poveri, le sofferenze dei malati, le crisi sociali, le miserie morali, i conflitti tra i popoli?
La Madonna, che, come dice il Vangelo, andò con agile passo sui monti per visitare Elisabetta sua parente, e là cantò profeticamente il « Magnificat », è per noi, anche sotto questo aspetto, guida ed esempio.