6 gennaio 1973
Questo è giorno di grande apertura per la concezione religiosa del mondo, perché inaugura l'effettiva universalità della fede, la quale non può non avere un riflesso decisivo sopra le relazioni degli uomini fra di loro.
Noi dobbiamo dare rilievo a questo riflesso per perfezionare e modificare la nostra mentalità in ordine ai grandi problemi universali, relativi ai destini umani.
Ecco fissati nella loro suprema istanza, ch'è appunto quella religiosa,
i principii dell'unità del genere umano,
del riconoscimento della varietà dei popoli in cui si compone,
con criteri e metodi di fratellanza comunitaria, composita ed organica,
non separata ed ostile nelle sue componenti, ma cospirante alla collaborazione, alla concordia e alla pace.
Ecco fissata la vera gerarchia dei valori, con al vertice l'uomo, dal momento che ogni uomo partecipa ad una eguale dignità di figlio di Dio e ad una medesima vocazione di fratello in Cristo.
Ecco delineato un miraggio ecumenico e inaugurato perennemente un programma missionario di straordinario significato.
Noi ne abbiamo avuto un saggio splendido e commovente, proprio questa mattina qui in San Pietro, dove abbiamo investito del medesimo Sacerdozio di Cristo una quarantina di giovani provenienti dalle più remote e differenti regioni della terra.
Oh! Godiamo d'una festa così densa di luce e di speranza, e rinnoviamo le nostre preghiere per l'unità della Chiesa, per la pace del mondo.