14 gennaio 1973
Le segnalazioni del pubblico orologio circa la vita morale del nostro tempo non sono, almeno in questi giorni, troppo confortanti, e richiamano l'attenzione sopra un'ora triste.
Ciò che ci è ora tanto autorevolmente indicato
circa l'aumento della criminalità,
circa l'inosservanza crescente delle norme riguardanti l'ordine civico,
circa l'esaltazione dello spirito di protesta organizzata come fenomeno di pubblica opinione e come metodo di rivendicazione sociale,
circa la dolorosa diffusione della delinquenza minorile,
circa l'insorgenza di cospirazioni mafiose,
circa l'apologia del discredito alla legittima autorità,
circa un'artificiosa fiducia nel sovvertimento delle istituzioni stabilite, sia ecclesiastiche che civili, e così via,
tolgono dagli animi la tranquillità e la sicurezza della convivenza comunitaria,
la gioia ideale d'una comune fraternità,
la fondata speranza d'una pace libera e giusta.
L'atmosfera s'è fatta triste ed oscura.
Che cosa pensare?
Che cosa fare?
Noi credenti abbiamo da pochi giorni celebrato il Natale con tanta gioiosa certezza nei valori umani e cristiani e con tanto convinta riaffermazione degli ideali della vera liberazione, nella giustizia, nell'amore, nella pace.
Ecco allora l'obbligo del momento presente: confermare in noi stessi, ciascuno nella propria coscienza, la verità e la forza di tali valori e di tali ideali.
Ancor più che attingere dalla vita sociale quanto speriamo da essa, noi cercheremo d'infondere in essa, ognuno e tutti, il vigore morale di cui ha bisogno.
Crescere ciascuno la propria energia individuale di fede, di probità, di dedizione al bene comune.
Un più forte senso del dovere c'insegni a sostenere l'uso e il conseguimento del diritto a cui lo stile democratico della società moderna ci autorizza.
« Vince in bono malum », diremo con S. Paolo ( Rm 12,21 ).
E alle soglie tuttora dell'anno nuovo chiederemo a Maria, adesso, la grazia di tanta fortuna.