1 gennaio 2014
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon anno!
All'inizio del nuovo anno rivolgo a tutti voi gli auguri di pace e di ogni bene.
Il mio augurio è quello della Chiesa, è quello cristiano!
Non è legato al senso un po' magico e un po' fatalistico di un nuovo ciclo che inizia.
Noi sappiamo che la storia ha un centro: Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto, che è vivo tra noi; ha un fine: il Regno di Dio, Regno di pace, di giustizia, di libertà nell'amore; e ha una forza che la muove verso quel fine: la forza è lo Spirito Santo.
Tutti noi abbiamo lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto nel Battesimo, e Lui ci spinge ad andare avanti nella strada della vita cristiana, nella strada della storia, verso il Regno di Dio.
Questo Spirito è la potenza d'amore che ha fecondato il grembo della Vergine Maria; ed è lo stesso che anima i progetti e le opere di tutti i costruttori di pace.
Dove è un uomo o una donna costruttore di pace, è proprio lo Spirito Santo che li aiuta, li spinge a fare la pace.
Due strade si incrociano oggi: festa di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace.
Otto giorni fa è risuonato l'annuncio angelico: "Gloria a Dio e pace agli uomini"; oggi lo accogliamo nuovamente dalla Madre di Gesù, che « custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore » ( Lc 2,19 ), per farne il nostro impegno nel corso dell'anno che si apre.
Il tema di questa Giornata Mondiale della Pace è « Fraternità, fondamento e via per la pace ».
Fraternità: sulla scia dei miei Predecessori, a partire da Paolo VI, ho sviluppato il tema in un Messaggio, già diffuso e che oggi idealmente consegno a tutti.
Alla base c'è la convinzione che siamo tutti figli dell'unico Padre celeste, facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino.
Da qui deriva per ciascuno la responsabilità di operare affinché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri.
Siamo anche chiamati a renderci conto delle violenze e delle ingiustizie presenti in tante parti del mondo e che non possono lasciarci indifferenti e immobili: c'è bisogno dell'impegno di tutti per costruire una società veramente più giusta e solidale.
Ieri ho ricevuto una lettera di un signore, forse uno di voi, che mettendomi a conoscenza di una tragedia familiare, successivamente elencava tante tragedie e guerre oggi, nel mondo, e mi domandava: cosa succede nel cuore dell'uomo, che è portato a fare tutto questo?
E diceva, alla fine: "É ora di fermarsi".
Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace.
Fratelli e sorelle, faccio mie le parole di quest'uomo: cosa succede nel cuore dell'uomo?
Cosa succede nel cuore dell'umanità?
É ora di fermarsi!
Da ogni angolo della terra, oggi i credenti elevano la preghiera per chiedere al Signore il dono della pace e la capacità di portarla in ogni ambiente.
In questo primo giorno dell'anno, il Signore ci aiuti ad incamminarci tutti con più decisione sulle vie della giustizia e della pace.
E incominciamo a casa!
Giustizia e pace a casa, tra noi.
Si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l'umanità.
Ma dobbiamo incominciare a casa.
Lo Spirito Santo agisca nei cuori, sciolga le chiusure e le durezze e ci conceda di intenerirci davanti alla debolezza del Bambino Gesù.
La pace, infatti, richiede la forza della mitezza, la forza nonviolenta della verità e dell'amore.
Nelle mani di Maria, Madre del Redentore, poniamo con fiducia filiale le nostre speranze.
A lei, che estende la sua maternità a tutti gli uomini, affidiamo il grido di pace delle popolazioni oppresse dalla guerra e dalla violenza, perché il coraggio del dialogo e della riconciliazione prevalga sulle tentazioni di vendetta, di prepotenza, di corruzione.
A lei chiediamo che il Vangelo della fraternità, annunciato e testimoniato dalla Chiesa, possa parlare ad ogni coscienza e abbattere i muri che impediscono ai nemici di riconoscersi fratelli.