1 gennaio 2021
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon anno!
Iniziamo il nuovo anno ponendoci sotto lo sguardo materno e amorevole di Maria Santissima, che la liturgia oggi celebra come Madre di Dio.
Riprendiamo così il cammino lungo i sentieri del tempo, affidando le nostre angosce e i nostri tormenti a Colei che tutto può.
Maria ci guarda con tenerezza materna così come guardava il suo Figlio Gesù.
E se noi guardiamo il presepe [ si volta verso il presepe allestito nella sala ], vediamo che Gesù non è nella culla, e mi dicono che la Madonna ha detto: "Me lo fate tenere un po' in braccio questo figlio mio?".
E così fa la Madonna con noi: vuole tenerci tra le braccia, per custodirci come ha custodito e amato il suo Figlio.
Lo sguardo rassicurante e consolante della Vergine Santa è un incoraggiamento a far sì che questo
tempo, donatoci dal Signore, sia speso per la nostra crescita umana e spirituale,
sia tempo per appianare gli odi e le divisioni – ce ne sono tante –
sia tempo per sentirci tutti più fratelli,
sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato.
Un tempo per far crescere, un tempo di pace.
È proprio alla cura del prossimo e del creato che è dedicato il tema della Giornata Mondiale della Pace, che oggi celebriamo: La cultura della cura come percorso di pace.
I dolorosi eventi che hanno segnato il cammino dell'umanità nell'anno trascorso, specialmente la pandemia, ci insegnano quanto sia necessario interessarsi dei problemi degli altri e condividere le loro preoccupazioni.
Questo atteggiamento rappresenta la strada che conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata su rapporti di fratellanza.
Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è chiamato a realizzare la pace: ognuno di noi, non siamo indifferenti a questo.
Noi siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in ogni ambiente di vita, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale.
E questo per noi è un compito dato da Dio.
Il Signore ci dà il compito di essere operatori di pace.
E la pace si può costruire se cominceremo ad essere in pace con noi stessi – in pace dentro, nel cuore – e con chi ci sta vicino, togliendo gli ostacoli che impediscono di prenderci cura di quanti si trovano nel bisogno e nell'indigenza.
Si tratta di sviluppare una mentalità e una cultura del "prendersi cura", al fine di sconfiggere l'indifferenza, di sconfiggere lo scarto e la rivalità – indifferenza, scarto, rivalità –, che purtroppo prevalgono.
Togliere questi atteggiamenti.
E così la pace non è solo assenza di guerra.
La pace mai è asettica, no, non esiste la pace del quirofano [ spagnolo: "sala operatoria" ].
La pace è nella vita: non è solo assenza di guerra, ma è vita ricca di senso, impostata e vissuta nella realizzazione personale e nella condivisione fraterna con gli altri.
Allora quella pace tanto sospirata e sempre messa in pericolo dalla violenza, dall'egoismo e dalla malvagità, quella pace messa in pericolo diventa possibile e realizzabile se io la prendo come compito datomi da Dio.
La Vergine Maria, che ha dato alla luce il « Principe della pace » ( Is 9,6 ) e che lo coccola così, con tanta tenerezza, tra le sue braccia, ci ottenga dal Cielo il bene prezioso della pace, che con le sole forze umane non si riesce a perseguire in pienezza.
Le sole forze umane non bastano, perché la pace è anzitutto dono, un dono di Dio;
va implorata con incessante preghiera,
sostenuta con un dialogo paziente e rispettoso,
costruita con una collaborazione aperta alla verità e alla giustizia
e sempre attenta alle legittime aspirazioni delle persone e dei popoli.
Il mio auspicio è che regni la pace
nel cuore degli uomini e nelle famiglie;
nei luoghi di lavoro e di svago;
nelle comunità e nelle nazioni.
Nelle famiglie, nel lavoro, nelle nazioni: pace, pace.
È ora che pensiamo che la vita oggi è sistemata dalle guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono …
Vogliamo pace.
E questa è un dono.
Sulla soglia di questo inizio, a tutti rivolgo il mio cordiale augurio di un felice e sereno 2021.
Ognuno di noi cerchi di far sì che sia un anno di fraterna solidarietà e di pace per tutti; un anno carico di fiduciosa attesa e di speranze, che affidiamo alla protezione di Maria, madre di Dio e madre nostra.