Santo Domingo |
13 Dal momento che la Chiesa è consapevole del fatto che l'uomo - non l'uomo astratto, ma l'uomo concreto e storico - « è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compito della sua missione »,34 la promozione umana deve essere la conseguenza logica dell'evangelizzazione, che tende alla liberazione integrale della persona.35
Guardando a quest'uomo concreto, voi pastori della Chiesa osservate la difficile e delicata realtà sociale che attraversa oggi l'America Latina, ove grandi settori della popolazione vivono nella povertà e nell'emarginazione.
Per questo, solidali con il grido dei poveri, vi sentite chiamati ad assumere il ruolo del buon samaritano, ( Lc 10,25-27 ) poiché l'amore di Dio si dimostra attraverso l'amore per la persona umana.
Così ce lo ricorda l'apostolo Giacomo con quelle severe parole: « Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e non hanno il pane quotidiano, e qualcuno di voi dice loro: "Andate in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non da loro il necessario per il corpo, a cosa serve? ». ( Gc 2,15-16 )
La sollecitudine per il sociale « fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa »38 ed è anche « parte essenziale del messaggio cristiano, perché tale dottrina ne propone le dirette conseguenze nella vita della società e inquadra il lavoro quotidiano e le lotte per la giustizia nella testimonianza a Cristo Salvatore ».39
Come afferma il Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, il problema della promozione umana non può essere considerato al di fuori del rapporto dell'uomo con Dio.40 Infatti, contrapporre la promozione autenticamente umana e il progetto di Dio sull'umanità è una grave distorsione, frutto di una certa mentalità di ispirazione secolarista.
La genuina promozione umana deve rispettare sempre la verità su Dio e la verità sull'uomo, i diritti di Dio e i diritti dell'uomo.
14 Voi, amati pastori, conoscete da vicino la triste situazione di tanti fratelli cui manca il necessario per condurre una vita autenticamente umana.
Nonostante i progressi registrati in alcuni campi, il fenomeno della povertà continua a esistere ed è addirittura in aumento.
I problemi si aggravano con la perdita del potere di acquisto del denaro, a causa dell'inflazione, a volte incontrollabile, e del peggioramento dei termini di scambio con la conseguente diminuzione dei prezzi di alcune materie prime e con il peso insopportabile del debito internazionale da cui derivano gravissime conseguenze sociali.
La situazione si fa sempre più dolorosa con il grave problema della crescente disoccupazione, che non permette di portare a casa il pane e impedisce di possedere altri beni fondamentali.41
Avvertendo profondamente la gravita di questa situazione, non ho smesso di rivolgere pressanti appelli per un'attiva, giusta e urgente solidarietà internazionale.
Questo è un dovere di giustizia che riguarda tutta l'umanità, ma soprattutto i paesi ricchi che non possono eludere la propria responsabilità nei confronti dei paesi in via di sviluppo.
Questa solidarietà è un'esigenza del bene comune universale che deve essere rispettato da tutti i componenti della famiglia umana.42
15 Il mondo non può sentirsi tranquillo e soddisfatto dinanzi alla situazione caotica e sconcertante che si presenta ai nostri occhi: nazioni, settori della popolazione, famiglie e singole persone sempre più ricche in confronto a popoli, famiglie e moltitudini di persone sprofondate nella povertà, vittime della fame e delle malattie, bisognose di una degna dimora, di servizi sanitari, di accesso alla cultura.
Tutto ciò è la testimonianza eloquente di un disordine reale e di un'ingiustizia istituzionalizzata, cui si aggiungono a volte il ritardo nel prendere le misure necessarie, la passività e l'imprudenza, se non addirittura la trasgressione dei principi etici nell'esercizio delle funzioni amministrative, come nel caso della corruzione.
Dinanzi a tutto questo, si impone un « cambiamento di mentalità, di comportamento e di strutture »,43 per superare il divario esistente fra paesi ricchi e paesi poveri,44 come pure le profonde differenze esistenti fra i cittadini di uno stesso paese.
In breve: occorre far valere il nuovo ideale di solidarietà di fronte all'effimera sete di potere.
D'altra parte, è fallace e inaccettabile la soluzione che propugna la riduzione dell'incremento demografico senza preoccuparsi dei mezzi impiegati per ottenerlo.
Non si tratta di ridurre a ogni costo il numero degli invitati alla mensa della vita; ciò che occorre è potenziare le possibilità e distribuire con maggiore giustizia le ricchezze affinché tutti possano partecipare equamente ai beni del creato.
Occorre cercare soluzioni a livello mondiale, instaurando un'autentica economia di comunione e condivisione dei beni, sia sul piano internazionale che su quello nazionale.
A questo proposito un fattore determinante che può notevolmente contribuire a superare i gravi problemi che oggi affliggono questo continente è l'integrazione latinoamericana.
Costituisce una grande responsabilità dei governanti il favorire il già intrapreso processo di integrazione di alcuni popoli che la geografia stessa, la fede cristiana, la lingua e la cultura hanno unito definitivamente nel cammino della storia.
16 In continuità con le Conferenze di Medellin e di Puebla, la Chiesa ribadisce l'opzione preferenziale per i poveri.
Un'opzione che non è esclusiva ne escludente, poiché il messaggio della salvezza è destinato a tutti.
« Un'opzione, inoltre, basata essenzialmente sulla parola di Dio e non su criteri apportati da scienze umane o ideologie contrapposte, che frequentemente riducono i poveri a categorie socio-politiche o economiche astratte.
Un'opzione però decisa e irrevocabile ».45
Come afferma il Documento di Puebla, « avvicinandoci al povero per assimilarci a lui e per servirlo, facciamo quello che Cristo ci insegnò facendosi nostro fratello, povero come noi.
Perciò il servizio ai poveri è la misura privilegiata, anche se non esclusiva, della nostra sequela di Cristo.
Il miglior servizio al fratello è l'evangelizzazione che lo dispone a realizzarsi come figlio di Dio, lo libera dalle ingiustizie e lo promuove integralmente ».46
Questi criteri evangelici di servizio ai bisognosi eviteranno qualsiasi tentazione di connivenza con i responsabili delle cause della povertà, o pericolose deviazioni ideologiche, incompatibili con la dottrina e la missione della Chiesa.
La genuina prassi della liberazione deve essere sempre ispirata alla dottrina della Chiesa secondo quanto esposto nelle istruzioni della Congregazione per la Dottrina della Fede,47 che devono essere tenute in considerazione quando si affronta il tema delle teologie della liberazione.
D'altra parte, la Chiesa non può in alcun modo lasciarsi strappare da nessuna ideologia o corrente politica la bandiera della giustizia, che è una delle prime esigenze del Vangelo e, allo stesso tempo, frutto della venuta del regno di Dio.
17 Come già segnalato dalla Conferenza di Puebla, vi sono gruppi umani particolarmente sommersi dalla povertà; è il caso degli indios.48
Ad essi, e anche agli afroamericani, ho voluto rivolgere uno speciale messaggio di solidarietà e vicinanza, che consegnerò domani a un gruppo di rappresentanti delle loro rispettive comunità.
Come gesto di solidarietà, la Santa Sede ha recentemente istituito la Fondazione Populorum progressio, che dispone di un fondo di aiuti a favore dei contadini, degli indios e degli altri gruppi umani del settore rurale particolarmente bisognosi in America Latina.
Su questa stessa linea di sollecitudine pastorale per le categorie sociali più bisognose, questa Conferenza generale potrebbe esaminare la possibilità che, in un futuro non lontano, si possa celebrare un incontro di rappresentanti degli episcopati di tutto il continente americano - che possa anche avere un carattere sinodale - al fine di promuovere la cooperazione fra le diverse Chiese particolari nei diversi campi dell'azione pastorale e in cui, nell'ambito della nuova evangelizzazione e quale espressione di comunione, vengano affrontati anche i problemi relativi alla giustizia e alla solidarietà fra tutte le nazioni dell'America.
La Chiesa, ormai alle porte del terzo millennio cristiano e in un'epoca in cui sono cadute molte barriere e frontiere ideologiche, avverte come un dovere ineludibile l'unire spiritualmente in modo ancora maggiore tutti i popoli che formano questo grande continente e, allo stesso tempo, partendo dalla missione religiosa, che le è propria, il promuovere uno spirito di solidarietà fra di essi, che permetta, in modo particolare, di trovare le vie per la soluzione delle drammatiche situazioni di ampi settori di popolazione che aspirano a un legittimo progresso integrale e a condizioni di vita più giuste e degne.
18 Non vi è autentica promozione umana, vera liberazione, ne opzione preferenziale per i poveri, se non si parte dai fondamenti stessi della dignità della persona e dell'ambiente in cui essa deve svilupparsi, secondo il disegno del Creatore.
Per questo, fra i temi e le opzioni che richiedono tutta l'attenzione della Chiesa non posso fare a meno di ricordare quelli della famiglia e della vita: due realtà che vanno strettamente unite, poiché « la famiglia è come il santuario della vita ».49
Infatti, « l'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia!
È dunque, indispensabile e urgente che ogni uomo di buona volontà si impegni a salvare e a promuovere i valori e le esigenze della famiglia ».50
Nonostante i problemi che ai nostri giorni insidiano il matrimonio e l'istituzione familiare, quest'ultima, in quanto « prima e vitale cellula della società »,51 può generare grandi energie che sono necessarie per il bene dell'umanità.
Per questo, occorre « annunciare con gioia e convinzione la "Buona Novella" sulla famiglia ».52
Bisogna annunciarla qui, in America Latina, dove, insieme alla stima che si nutre per la famiglia, proliferano purtroppo anche le unioni consensuali libere.
Dinanzi a questo fenomeno e dinanzi alle crescenti pressioni divorziste urge promuovere misure adeguate a favore del nucleo familiare, in primo luogo per garantire l'unione di vita e l'amore stabile all'interno del matrimonio, secondo il piano di Dio, così come un'idonea educazione dei figli.
In stretta connessione con i problemi segnalati si trova il grave fenomeno dei bambini che vivono permanentemente nelle strade delle grandi città latinoamericane, minati dalla fame e dalle malattie, senza nessuna protezione, esposti a tanti pericoli, fra i quali la droga e la prostituzione.
Ecco un altro problema che deve toccare la vostra sollecitudine pastorale ricordando le parole di Gesù: « Lasciate che i bambini vengano a me ». ( Mt 19,14 )
La vita, dal suo concepimento nel grembo materno fino alla sua conclusione naturale, deve essere difesa con fermezza e coraggio.
È necessario, quindi, creare in America una cultura della vita che contrasti l'anticultura della morte, che - attraverso l'aborto, l'eutanasia, la guerra, la guerriglia, il sequestro, il terrorismo e altre forme di violenza o di sfruttamento - tenta di prevalere in alcune nazioni.
In questa visione di attentati alla vita occupa un posto di primaria importanza il narcotraffico, che gli organi competenti devono contrastare con tutti i mezzi leciti a disposizione.
19 Chi ci libererà da questi segni di morte? L'esperienza del mondo contemporaneo ha dimostrato sempre più che le ideologie sono incapaci di sconfiggere il male che tiene l'uomo in schiavitù.
L'unico che può liberare da questo male è Cristo.
Nel celebrare il V Centenario dell'evangelizzazione, rivolgiamo lo sguardo, commossi, a quel momento di grazia in cui Cristo ci è stato donato una volta per sempre.
La dolorosa situazione di tante sorelle e fratelli latinoamericani non ci porta alla disperazione.
Al contrario, rende più urgente il compito che la Chiesa ha dinanzi a sé: ravvivare nel cuore di ogni battezzato la grazia ricevuta.
« Ti ricordo - scriveva san Paolo a Timoteo - di ravvivare il dono di Dio che è in te ». ( 2 Tm 1,6 )
Così come dall'accoglienza dello Spirito durante la Pentecoste è nato il popolo della nuova alleanza, solo questa accoglienza farà sorgere un popolo in grado di generare uomini rinnovati e liberi, consapevoli della propria dignità.
Non possiamo dimenticare che la promozione integrale dell'uomo è di fondamentale importanza per lo sviluppo dei popoli dell'America Latina.
Poiché « lo sviluppo di un popolo non deriva primariamente ne dal denaro, ne dagli aiuti materiali, ne dalle strutture tecniche, bensì dalla formazione delle coscienze, dalla maturazione delle mentalità e dei costumi.
È l'uomo il protagonista dello sviluppo, non il denaro o la tecnica ».55
La maggiore ricchezza dell'America Latina è la sua gente.
La Chiesa, « risvegliando le coscienze col Vangelo »,56 contribuisce a suscitare le energie sonnolente per renderle pronte a collaborare alla costruzione di una nuova civiltà.
Indice |
34 | Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis 14 |
35 | Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 29-39 |
38 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 41 |
39 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 5 |
40 | Gaudium et Spes 43-45 |
41 | Giovanni Paolo II, Laborem Exercens 18 |
42 | Gaudium et Spes 26 |
43 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 60 |
44 | Giovanni Paolo II,
Laborem Exercens 16; Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 14 |
45 | Discorso ai cardinali e ai prelati della Curia romana, 21.12.1984, n. 9 |
46 | Puebla 1145 |
47 | Libertatis nuntius, 1984; Libertatis conscientia, 1986 |
48 | Puebla 1265 |
49 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 39 |
50 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 86 |
51 | Apostolicam Actuositatem 11 |
52 | Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 86 |
55 | Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 58 |
56 | Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 58 |