15 giugno 1942
La maggior parte di coloro, che Ci procurano la gioia di salutarli qui nella Casa del Padre comune, vengono dal di fuori della Città del Vaticano.
Voi invece, diletti figli, Ci è dato di considerare e accogliere con tanto maggior affetto, in quanto siete a Noi particolarmente vicini, e respirate con Noi l'aura di questo sacro e famoso colle.
E un dono del cielo innanzi tutto per gli eminenti e dotti Personaggi preposti alla Biblioteca e all'Archivio, il cui fecondo, instancabile e vigilante studio Ci torna in questa occasione singolarmente grato di riconoscere e altamente pregiare e lodare.
Ma vale altresì per gl'insigni Professori e per gli studenti che frequentano le Scuole Speciali alla Biblioteca e all'Archivio, e il cui numero, nonostante i tre anni di guerra e le loro ineluttabili conseguenze e disagi, è perdurato ragguardevole.
La vostra attività, che si svolge entro i confini dello Stato della Città del Vaticano, - la quale è sottratta, pur non potendo non risentirne le inevitabili ripercussioni, alle vicende dell'immane conflitto mondiale, - è un lavoro cui contraddistinguono caratteristici segni, il menzionare i quali suscita nell'animo un'ansiosa rimembranza e una rinascente e viva brama: che altro è infatti se non un lavoro di pace, un lavoro di scienza, un lavoro di cultura?
Le vostre due Scuole, - quella di Biblioteconomia e quella di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, - riguardano per sé e in primo luogo la tecnica: la tecnica del lavoro scientifico e la tecnica dei documenti, che rappresentano l'opera della S. Sede e ne tramandano la natura, le norme e lo stile alla storia.
Ciò nondimeno, cotesta vostra formazione acquista un suo proprio e prezioso valore che sormonta il lato puramente tecnico: senza di essa, infatti, una solida indagine storica - nel caso nostro, la indagine nel terreno della storia del Pontificato Romano della Chiesa, per la quale il Nostro immortale Predecessore Leone XIII fondò la Scuola di Paleografia e Diplomatica - non sarebbe possibile né degna di stima.
Né ignoriamo quale sapiente e vivo impulso le vostre Scuole hanno fornito alla conservazione, all'ordinamento e al proficuo uso e consultazione degli Archivi ecclesiastici, sparsi in tutti Paesi, nelle Curie vescovili e negli Uffici parrocchiali, presso i Capitoli, gl'Istituti ecclesiastici e gli Ordini religiosi.
Noi vorremmo però avviare la vostra attenzione sopra un altro punto, acconcio a sempre meglio sospingere e sollevare il corso e l'andamento delle vostre Scuole nel campo storico e dottrinale.
Non fermatevi, cioè, alla tecnica dei documenti, e nemmeno a quelle serie di documenti, che di rado, o solo qua e là, si elevano al di sopra delle questioni e degli affari quotidiani e ordinari dell'amministrazione ecclesiastica;
ma studiatevi sempre più di penetrare anche il fondo della tecnica e con la tecnica la sostanza ideale d quei Documenti, in cui la parola e l'azione dei Papi toccano argomenti di principio e di dottrina;
di quei Documenti, che per il loro contenuto religioso e morale vanno ben oltre il caso singolo, e coi quali i Romani Pontefici hanno segnato le linee direttrici per la vita ecclesiastica in particolari Paesi o in tutta la Cristianità, facendo così opere di civiltà, di rinnovamento e di progresso.
Il tempo, che voi impiegate nel seguire, cercare e comprendere il pensiero e l'intento scientifico e morale di tali Documenti, non speso indarno per la vostra cultura né per lo scopo, cui direttamente mira la vostra formazione: è anzi largamente ricompensato dai vantaggi, che ne risentite per il vostro studio, col provarne un nuovo sprone che vi ravvivi e più vi animi alla fatica.
Con tale augurio e affinché la Divina Provvidenza protegga e guidi il vostro lavoro, impartiamo a voi tutti, diletti figli, dal fondo del Nostro cuore paterno l'Apostolica Benedizione.