23 maggio 1970
Noi dobbiamo esprimere il Nostro vivo ringraziamento alla Radiotelevisione Italiana, che ci ha procurato il godimento emozionante e spirituale di ascoltare la sublime esecuzione di questo incomparabile capolavoro musicale; e siamo di ciò tanto più grati per la cortese intenzione, che ha suggerito la scelta e la forma d'un così prezioso dono d'arte e di fede, quella d'onorare, ben più che la Nostra persona, il cinquantesimo anniversario della Nostra ordinazione sacerdotale, cioè quel Cristo, che volle fare di Noi ministri della sua Chiesa e depositari della sua pastorale potestà.
Questo specialmente ci commuove e ci riempie di profonda riconoscenza.
Ne diamo Noi stessi lode al Signore.
E siamo poi lieti che questa singolare iniziativa abbia offerta ottima occasione per celebrare la memoria del secondo centenario della nascita di Ludwig van Beethoven, in questa Basilica, degna
per la sua maestosa grandezza,
per la sua artistica potenza,
per il suo portentoso significato storico, e
per il suo luminoso e misterioso carattere sacro
d'accogliere la effusione, forse non mai come in questa sede così divampante e così intima, della sovrumana potenza del grande musicista.
Dobbiamo l'effetto di questo incantevole momento a chi lo ha predisposto, ma specialmente al Direttore del concerto, il Maestro Wolfgang Sawallisch, e a tutti gli Artisti, sia dell'orchestra sinfonica della Radiotelevisione di Roma, sia del Coro del Bayerischer Rundfunk: esprimiamo a tutti loro il Nostro plauso sincero, e siamo sicuri d'interpretare anche quello di quanti hanno assistito, ovvero, mediante la trasmissione radiotelevisiva, hanno ascoltato la mirabile interpretazione della « Missa sollemnis » di Beethoven.
Noi abbiamo così goduto, sotto questa cupola, di un incontro di giganti del genio umano, Michelangelo e Beethoven, entrambi esaltati dall'opera loro in un medesimo slancio di incomparabile offerta del loro talento all'umanità aperta agli sconfinati orizzonti del mondo religioso.
A chiusura di questa sacra ed artistica manifestazione sia la parola allo stesso Ludwig van Beethoven: « il mio principale scopo, lavorando alla Messa, era quello di far nascere il sentimento religioso tanto nei cantori, quanto negli ascoltatori, e di rendere duraturo tale sentimento ».
E ancora: questa opera, « uscita dal cuore possa arrivare al cuore ».
Mentre prendiamo commiato, commossi e pensosi, dagli Artisti e dagli Uditori, Noi auguriamo appunto che sia per tutti così.
Con la Nostra Benedizione Apostolica.