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II

Soddisfatto al debito della riconoscenza per i cordogli ricevuti in tanto dolore, dobbiamo soddisfare a quello onde l'apostolico ministero Ci fa debitori verso la verità e la giustizia.

Già a più riprese, Venerabili Fratelli, nel modo più esplicito ed assumendo tutta la responsabilità di quanto dicevamo, Ci siamo Noi espressi ed abbiamo protestato contro la campagna di false ed ingiuste accuse, che precedette Lo scioglimento delle Associazioni giovanili ed universitarie dell'Azione Cattolica, scioglimento eseguito per vie di fatto e con procedimenti che dettero l'impressione che si procedesse contro una vasta e pericolosa associazione a delinquere: trattatasi di gioventù e fanciullezze certamente delle migliori fra le buone, ed alle quali siamo lieti e paternamente fieri di potere ancora una volta rendere tale testimonianza.

Si direbbe che gli stessi esecutori ( non tutti di gran lunga, ma molti di essi ) di tali procedimenti ebbero un tal senso e mostrarono di averlo, mettendo nell'opera loro persecutoria espressioni e cortesie con le quali sembravano chiedere scusa e volersi far perdonare quello che erano necessitati di fare, Noi ne abbiamo tenuto conto riserbando loro particolari benedizioni.

Ma, quasi a dolorosa compensazione, quante durezze e violenze fino alle percosse ed al sangue, e irriverenze di stampa, di parola e di fatti, contro le cose e le persone, non esclusa la Nostra, precedettero, accompagnarono e susseguirono l'esecuzione dell'improvvisa poliziesca misura che bene spesso ignoranza o malevolo zelo estendeva alle associazioni ed enti neanche colpiti dai superiori ordini, fino agli oratori dei piccoli ed alle pie congregazioni di Figlie di Maria.

E tutto questo triste contorno di irriverenze e di violenze doveva essere con tale intervento di elementi e di divise di partito, con tale unisono da un capo all'altro d'Italia, e con tale acquiescenza delle Autorità e forze di pubblica sicurezza, da far necessariamente pensare a disposizioni venute dall'alto: Ci è molto facile ammettere ed era altrettanto facile prevedere, che queste potessero, anzi dovessero quasi necessariamente venire oltrepassate.

Abbiamo dovuto ricordare queste antipatiche penose cose, perché non è mancato il tentativo di far credere al gran pubblico ed al mondo che il deplorato scioglimento delle Associazioni a Noi tanto care si era compiuto senza incidenti e quasi come una cosa normale.

Ma si è in ben altra e più vasta misura attentato alla verità ed alla giustizia.

Se non tutte, certamente le principali falsità e calunnie vere sparse dalla avversa stampa di partito, la sola libera, e spesso comandata o quasi a tutto dire ed osare, vennero raccolte in un messaggio, sia pure non ufficiale ( cauta qualifica ), e somministrate al gran pubblico coi più potenti mezzi di diffusione che l'ora presente conosce.

La storia dei documenti redatti non in servizio ma in offesa della verità e della giustizia è una lunga e triste storia; ma dobbiamo dire con la più profonda amarezza che, pur nei molti anni di vita e di operosità bibliotecaria, raramente Ci siamo incontrati in un documento tanto tendenzioso e tanto contrario a verità e giustizia, in ordine a questa Santa Sede, alla Azione Cattolica Italiana e più particolarmente alle Associazioni così duramente colpite.

Se tacessimo, se lasciassimo passare; che è dire se lasciassimo credere, Noi saremmo troppo più indegni, che già non siamo; di occupare questa augusta Sede Apostolica, indegni della filiale e generosa devozione onde Ci hanno sempre consolati ed ora più che mai Ci consolano i Nostri cari figli dell'Azione Cattolica, e più particolarmente quei figli e quelle figlie Nostre, grazie a Dio tanto numerosi che, per la religiosa fedeltà alle Nostre chiamate e direttive, hanno tanto sofferto e soffrono, tanto più onorando la scuola alla quale sono cresciuti, e il Divino Maestro e il Suo indegno Vicario, quanto più luminosamente hanno mostrato col loro cristiano contegno, anche di fronte alle minacce ed alle violenze, da qual parte si trovano la vera dignità del carattere, la vera fortezza d'animo, il vero coraggio, la stessa civiltà.

Ci studieremo di essere molto brevi, rettificando le facili affermazioni del ricordato messaggio, facili diciamo per non dire audaci, e che sapevano di poter contare sulla quasi impossibilità di ogni controllo da parte del gran pubblico.

Saremo brevi, anche perché già più volte, massime in questi ultimi tempi, abbiamo parlato sugli argomenti che ora ritornano, e la Nostra parola, Venerabili Fratelli, è potuta giungere fino a voi, e per voi ai vostri e Nostri cari figli in Gesù Cristo, come auguriamo anche alla presente lettera.

Diceva fra l'altro il ricordato messaggio che le rivelazioni dell'avversa stampa di partito sarebbero state nella quasi totalità confermate almeno nella sostanza e proprio dall'Osservatore Romano.

La verità è che l'Osservatore Romano ha di volta in volta dimostrato che le così dette rivelazioni erano altrettante invenzioni o in tutto e per tutto od almeno nell'interpretazione data ai fatti.

Basta leggere senza malafede e con la più modesta capacità d'intendere.

Diceva ancora il messaggio essere tentativo ridicolo quello di far passare la Santa Sede come vittima in un paese dove migliaia di viaggiatori possono rendere testimonianza al rispetto dimostrato verso Sacerdoti, Prelati, Chiesa e funzioni religiose.

Sì, Venerabili Fratelli, purtroppo il tentativo sarebbe ridicolo, come quello di chi tentasse sfondare una porta aperta; perché purtroppo le migliaia di visitatori stranieri che non mancano mai all'Italia ed a Roma hanno potuto constatare di presenza le irriverenze spesso empie e blasfeme, le violenze, gli sfregi, i vandalismi commessi contro luoghi, cose e persone, in tutto il Paese ed in questa medesima Nostra Sede episcopale e da Noi ripetutamente deplorati dietro sicure e precise informazioni.

Il messaggio denuncia la "nera ingratitudine" dei Sacerdoti, che si mettono contro il partito, che è stato ( dice ) per tutta l'Italia la garanzia della libertà religiosa.

Il Clero, l'Episcopato, e questa medesima Santa Sede non hanno mai disconosciuto quanto in tutti questi anni è stato fatto con beneficio e vantaggio della Religione, ne hanno anzi spesse volte espressa viva e sincera riconoscenza.

Ma e Noi e l'Episcopato e il Clero e tutti i buoni fedeli, anzi tutti i cittadini amanti dell'ordine e della pace si sono messi e si mettono in pena ed in preoccupazione di fronte al troppo presto incominciati sistematici attentati contro le più sane e preziose libertà della Religione e delle coscienze, quanti furono gli attentati contro l'Azione Cattolica, le sue diverse Associazioni, massime le giovanili, attentati che culminarono nelle poliziesche misure contro di loro consumate e nei modi già accennati: attentati e misure che fanno seriamente dubitare se gli atteggiamenti prima benevoli e benefici provenissero soltanto da sincero amore e zelo di Religione.

Chè se di ingratitudine si vuol parlare, essa fu e rimane quella usata verso la Santa Sede da un partito e da un regime che, a giudizio del mondo intero, trasse dagli amichevoli rapporti con la Santa Sede, in Paese e fuori, un aumento di prestigio e di credito, che ad alcuni in Italia ed all'estero parvero eccessivi, come troppo largo il favore e troppo larga la fiducia da parte Nostra.

Consumata la poliziesca misura e consumata con quell'accompagnamento e con quel seguito di violenze, di irriverenze e purtroppo di acquiescenze e connivenze delle autorità di pubblica sicurezza, Noi abbiamo sospeso, come l'invio di un Nostro Cardinale Legato alle centenarie celebrazioni di Padova, così le festive processioni in Roma ed in Italia.

La disposizione era di Nostra evidente competenza, e ne vedevamo cosi gravi ed urgenti i motivi da farCene un dovere, per quanto sapessimo d'imporre con essa gravi sacrifici ai buoni fedeli, forse più che ad ogni altro a Noi stessi incresciosa.

Come infatti avrebbero avuto l'usato corso liete e festive solennità in tanto lutto e cordoglio che era piombato sul cuore del Padre comune di tutti i fedeli, e sul materno cuore della Sua Madre Chiesa in Roma, in Italia, anzi in tutto il mondo cattolico, come la universale e veramente mondiale partecipazione con voi alla testa, Venerabili Fratelli, venne subito a dimostrare?

O come potevamo non temere per il rispetto e l'incolumità stessa delle persone e delle cose più sacre, dato il contegno delle pubbliche autorità e forze e in presenza di tante irriverenze e violenze?

Dovunque le nostre disposizioni poterono arrivare, i buoni Sacerdoti ed i buoni fedeli ebbero le stesse impressioni e gli stessi sentimenti, e dove non furono intimiditi, minacciati e peggio, ne diedero magnifiche e per Noi consolantissime prove sostituendo le festive celebrazioni con ore di preghiere, di adorazione e di riparazione, in unione di pena e di intenzione col Santo Padre, e con non più veduti concorsi di popolo.

Sappiamo come le cose si svolsero dove le Nostre disposizioni non poterono arrivare in tempo, con intervento di autorità che il messaggio rileva, quelle stesse autorità di governo e di partito che già avevano o tra poco avrebbero assistito mute o inoperose al compimento di gesta prettamente anticattoliche e antireligiose; ciò che il messaggio non dice.

Dice invece che vi furono autorità ecclesiastiche locali che si credettero in grado di "non prendere atto" del Nostro divieto.

Noi non conosciamo una sola autorità ecclesiastica locale che siasi meritato l'affronto e l'offesa contenuti in tali parole.

Sappiamo bensì e vivamente deploriamo le imposizioni, spesso minacciose e violente, fatte e lasciate fare alle locali autorità ecclesiastiche; sappiamo di empie parodie di cantici sacri e di sacri cortei, il tutto lasciato fare con profondo cordoglio di tutti i buoni fedeli e con vero sgomento di tutti i cittadini amanti di pace e di ordine, vedendo l'una e l'altro indifesi e peggio, proprio da quelle che di difenderli hanno e gravissimo dovere e insieme vitale interesse.

Il messaggio richiama il tante volte addotto confronto fra l'Italia ed altri Stati, nei quali la Chiesa è realmente perseguitata e contro i quali non si sono sentite parole come quelle pronunciate contro l'Italia, dove ( dice ) la Religione e stata restaurata.

Abbiamo già detto che serbiamo e serberemo e memoria e riconoscenza perenne per quanto venne fatto in Italia con beneficio della Religione, anche se con contemporaneo non minore, e forse maggiore, beneficio del partito e del regime, Abbiamo pur detta e ripetuto che non è necessario ( spesso sarebbe assai nocivo agli scopi intesi ) che sia da tutti sentito e saputo quello che Noi e questa Santa Sede, per mezzo dei Nostri rappresentanti, dei Nostri Fratelli di Episcopato, veniamo dicendo e rimostrando dovunque gli interessi della Religione lo richiedono, e nella misura che giudichiamo richiedersi, massime dove la Chiesa è realmente perseguitata.

È con dolore indicibile che vedemmo una vera e reale persecuzione scatenarsi in questa Nostra Italia ed in questa Nostra medesima Roma contro quello che la Chiesa e il suo Capo hanno di più prezioso e più caro in fatto di libertà e diritti, libertà e diritti che sono pure quelli delle anime, e più particolarmente delle anime giovanili, a loro più particolarmente affidate dal divino Creatore e Redentore.

Come è notorio, Noi abbiamo ripetutamente e solennemente affermato e protestato che l'Azione Cattolica, sia per la sua stessa natura ed essenza ( partecipazione e collaborazione del laicato all'apostolato Gerarchico ) che per le Nostre precise e categoriche disposizioni, è al di fuori e al disopra di ogni politica di partito.

Abbiamo insieme affermato e protestato che Ci constava le Nostre direttive e disposizioni essere state in Italia fedelmente ubbidite e secondate.

Il messaggio sentenzia che la affermazione che l'Azione Cattolica non ebbe un vero carattere politico è completamente falsa.

Non vogliamo rilevare tutto quello che vi è di irriguardoso in tale sentenza, anche perché la motivazione, che il messaggio ne dà, ne dimostra tutta la falsità e la leggerezza, che diremmo davvero ridicola, se il caso non fosse tanto lagrimevole.

Aveva in realtà, dice, stendardi, distintivi, tessere e tutte le altre forme esteriori di un partito politico.

Come se stendardi, distintivi, tessere e simili forme esteriori non siano oggigiorno comuni, in tutti i paesi del mondo, alle più svariate associazioni e attività che nulla hanno e vogliono avere di comune colla politica: sportive e professionali, civili e militari, commerciali e industriali, scolastiche di prima fanciullezza, religiose della religiosità più pia e devota e quasi infantile, come i Crociatini del Sacramento.

Il messaggio ha sentito tutta la debolezza e la vanità dell'addotto motivo e quasi correndo ai ripari ne soggiunge altri tre.

Il primo vuol essere, che i capi dell'Azione Cattolica erano quasi completamente membri oppure capi del partito popolare, il quale è stato ( dice ) uno dei più forti avversari del fascismo.

Questa accusa è stata più di una volta lanciata contro l'Azione Cattolica Italiana, ma sempre genericamente e senza far nomi.

Ogni volta Noi abbiamo invitato a precisare e nominare, ma invano.

Solo poco prima delle misure inflitte all'Azione Cattolica ed in evidente preparazione alle stesse, la stampa avversa, con non meno evidente ricorso a rapporti di polizia, ha pubblicato alcune serie di fatti e di nomi; e ciò con le pretese rivelazioni alle quali accenna il messaggio nel suo inizio e che l'Osservatore Romano ha debitamente smentite e rettificate, non già confermate, come, traendo in inganno il gran pubblico, il messaggio stesso afferma.

Quanto a Noi, Venerabili Fratelli, alle informazioni già da tempo raccolte ed alle indagini personali già prima fatte, abbiamo stimato dover Nostro di procurarCi nuove informazioni e nuove indagini fare, ed eccone Venerabili Fratelli, i positivi risultati.

Innanzi tutto abbiamo constatato che, stante ancora il Partito Popolare e non ancora affermatosi il nuovo partito, per disposizioni emanate nel 1919, chi avesse occupato cariche direttive nel Partito Popolare non poteva occupare contemporaneamente uffici direttivi nella Azione Cattolica.

Abbiamo inoltre constatato, Venerabili Fratelli, che i casi di ex dirigenti locali laici del Partito Popolare divenuti poi dirigenti locali della Azione Cattolica, tra quelli segnalati, come sopra abbiam detto, dalla stampa avversa, si riducono a quattro, diciamo quattro, e questo così esiguo numero con 250 Giunte diocesane, 4000 Sezioni di uomini cattolici, e oltre 5000 Circoli di Gioventù Cattolica maschile.

E dobbiamo aggiungere che nei quattro detti casi si tratta sempre di individui che non dettero mai luogo a difficoltà, alcuni poi addirittura simpatizzanti e benevisi al regime ed al partito.

E non vogliamo omettere quell'altra garanzia di religiosità apolitica della Azione Cattolica che voi bene conoscete, Venerabili Fratelli, Vescovi in Italia, che stette, sta e starà sempre nella dipendenza dell'Azione Cattolica dall'Episcopato, da voi, dai quali sempre proveniva l'assegnazione dei "Sacerdoti" assistenti e la nomina dei "presidenti" delle Giunte diocesane, onde chiaro è, che, rimettendo e raccomandando a voi, Venerabili Fratelli, le Associazioni colpite, nulla di sostanzialmente nuovo abbiamo ordinato e disposto.

Disciolto e cessato il Partito Popolare, quelli che già appartenevano alla Azione Cattolica continuarono ad appartenervi, sottomettendosi però, con perfetta disciplina alla legge fondamentale della Azione Cattolica, cioè astenendosi da ogni attività politica, e così fecero quelli che allora chiesero di appartenervi.

I quali tutti con quali giustizia e carità si sarebbero espulsi o non ammessi, quando, forniti delle qualità richieste, si sottomettevano a quella legge?

Il regime ed il partito, che sembrano attribuire una così temibile e temuta forza agli appartenenti al Partito Popolare sul terreno politico, dovevano mostrarsi grati alla Azione Cattolica, che appunto da quel tentativo li ha levati e con formale impegno di non spiegare azione politica, ma soltanto religiosa.

Non possiamo invece Noi, Chiesa, Religione, fedeli cattolici ( e non soltanto Noi ) essere grati a chi, dopo aver messo fuori socialismo e massoneria, nemici Nostri ( e non Nostri soltanto ) dichiarati, li ha cosi largamente riammessi, come tutti vedono e deplorano, e fatti tanto più forti e pericolosi e nocivi quanto più dissimulati e insieme favoriti dalla nuova divisa.

Di infrazioni al preso impegno Ci si è non rare volte parlato: abbiamo sempre chiesto nomi e fatti concreti, sempre pronti a intervenire e provvedere; non si è mai risposto a tale Nostra domanda.

Il messaggio denuncia che una parte considerevole di atti di carattere organizzativo era particolarmente di natura politica e che aveva niente a fare con "l'educazione religiosa e la propagazione della fede".

A parte la maniera imperita e confusa onde sembrano accennarsi i compiti della Azione Cattolica, tutti quelli che conoscono e vivono la vita d'oggi sanno che non vi è iniziativa e attività – dalle più spirituali e scientifiche fino alle più materiali e meccaniche – che non abbia bisogno di organizzazione e di atti organizzativi, e che questi come quella non si identificano con le finalità delle diverse iniziative ed attività, ma non sono che mezzi per meglio raggiungere i fini che ciascuna si propone.

Però ( continua il messaggio ) l'argomento più forte che può essere adoperato come una giustificazione della distruzione dei Circoli Cattolici dei giovani è la difesa dello Stato, la quale è più di un semplice dovere di qualsiasi governo.

Nessun dubbio sulla solennità e sulla importanza vitale di un tal dovere e di un tal diritto, aggiungiamo Noi, poiché riteniamo e vogliamo ad ogni costo praticare, con tutti gli onesti e sensati, che il primo diritto è quello di fare il proprio dovere.

Ma tutti i ricevitori e i lettori del messaggio avrebbero sorriso di incredulità o fatte le alte meraviglie, se il messaggio avesse aggiunto che dei Circoli Cattolici giovanili colpiti 10.000 erano, anzi sono, di gioventù femminile, con un totale di quasi 500.000 giovani donne e fanciulle, dove, chi può vedere un serio pericolo e una minaccia per la sicurezza dello Stato?

E devesi considerare che solo 220.000 sono iscritte "Effettive", più di 100.000 piccole "Aspiranti", più di 150.000 ancora più piccole "Beniamine".

Restano i Circoli di gioventù cattolica maschile, quella stessa gioventù cattolica che nelle pubblicazioni giovanili del Partito e nei discorsi e nelle circolari dei cosiddetti gerarchi sono rappresentati ed indicati al vilipendio ed allo scherno ( con qual senso di responsabilità pedagogica, per dir solo di questa, ognun lo vede ) come una accozzaglia di conigli e di buoni soltanto a portar candele e recitare rosari nelle sacre processioni, e che forse per questo sono stati in questi ultimi tempi tante volte e con cosi poco nobile coraggio assaliti e maltrattati fino al sangue, lasciati indifesi da chi poteva e doveva proteggerli e difenderli, se non altro perché inermi e pacifici assaliti da violenti e spesso armati.

Se qui sta l'argomento più forte della attentata "distruzione" ( la parola non lascia davvero dubbi sulle intenzioni ) delle nostre care ed eroiche Associazioni giovanili di Azione Cattolica, voi vedete, Venerabili Fratelli, che Noi potremmo e dovremmo rallegrarCi, tanto chiaramente appare l'argomento di per se stesso incredibile ed insussistente.

Ma purtroppo dobbiamo ripetere, che mentita est iniquitas sibi ( Sal 27,12 ), e che l' "argomento più forte" della voluta distruzione va cercato su altro terreno; la battaglia che ora si combatte non è politica, ma morale e religiosa: squisitamente morale e religiosa.

Bisogna chiudere gli occhi a questa verità e vedere, anzi inventare politica dove non è che Religione e Morale per conchiudere, come fa il messaggio, che si era creata la situazione assurda di una forte organizzazione agli ordini di un potere "estero", il "Vaticano" cosa che nessun governo di questo mondo avrebbe permesso.

Si sono sequestrati in massa i documenti in tutte le sedi dell'Azione Cattolica Italiana; si continua ( anche questo si fa ) a intercettare e sequestrare ogni corrispondenza che possa sospettarsi in qualche rapporto colle Associazioni colpite, anzi anche con quelle non colpite: gli oratori.

Si dica dunque a Noi, al Paese, al mondo quanti e quali sono i documenti della politica, agitata e tramata dalla Azione Cattolica con pericolo dello Stato.

Osiamo dire che non se ne troveranno, a meno di leggere e interpretare secondo idee preconcette, ingiuste e in pieno contrasto coi fatti e con l'evidenza di senza numero prove e testimonianze.

Quando se ne trovino di genuini e degni di considerazione, saremo Noi i primi a riconoscerli e a tenerne conto.

Ma chi vorrà, per esempio, incriminare di politica e politica pericolosa allo Stato qualche segnalazione e deplorazione degli odiosi trattamenti già anche prima degli ultimi fatti, tante volte e in tanti luoghi inflitti alla Azione Cattolica?

O chi fondarsi sopra dichiarazioni imposte od estorte, come Ci consta essere in qualche luogo avvenuto?

Invece proprio senza numero si troveranno tra i sequestrati documenti le prove e le testimonianze della profonda e costante religiosità e religiosa attività come di tutta l'Azione Cattolica, così particolarmente delle Associazioni giovanili ed universitarie.

Basterà saper leggere ed apprezzare, come Noi stessi abbiamo innumerevoli volte fatto, i programmi, i resoconti, i verbali di congressi, di settimane di studi religiosi e di preghiera, di ritiri spirituali, di praticata e promossa frequenza ai Sacramenti, di conferenze apologetiche, di studi e attività catechistiche, di cooperazione ad iniziative di vera e pura carità cristiana nelle Conferenze di San Vincenzo ed in altri modi, di attività e cooperazione missionaria.

È in presenza di tali fatti e di tale documentazione, dunque coll'occhio e la mano sulla realtà, che Noi abbiamo sempre detto ed ancora diciamo che accusare l'Azione Cattolica Italiana di fare della politica era ed è vero e proprio calunniare.

I fatti hanno dimostrato a che cosa con questo si mirasse, che cosa si preparasse: rare volte si è così in grandi proporzioni avverata la favola del lupo e dell'agnello, e la storia non potrà non ricordarsene.

Noi, certi fino alla evidenza, di essere e di mantenerci sul terreno religioso, non abbiamo mai creduto che potessimo essere considerati come un "potere estero", massime da cattolici e da cattolici italiani.

È in grazia della potestà apostolica a Noi indegnissimi da Dio affidata che i buoni cattolici di tutto il mondo ( voi lo sapete molto bene, Venerabili Fratelli ), considerano Roma come la seconda patria di tutti e di ciascuno di loro.

Non è ancora troppo lontano il giorno nel quale un uomo di Stato, che rimarrà certamente fra i più celebri, non cattolico né amico del cattolicesimo, in piena assemblea politica disse che non poteva considerare come un potere estero quello al quale ubbidivano venti milioni di tedeschi.

Per dire poi che nessun governo del mondo avrebbe lasciato sussistere la situazione creata in Italia dalla Azione Cattolica, bisogna assolutamente ignorare o dimenticare che in tutti gli Stati del Mondo fino alla Cina sussiste vive ed opera l'Associazione Cattolica, bene spesso imitante nell'assieme e fino ai particolari l'Associazione Cattolica Italiana, spesso ancora con forme e particolari organizzativi anche più spiccatamente tali che in Italia.

In nessuno Stato del mondo mai l'Azione Cattolica è stata considerata come un pericolo dello Stato; in nessuno Stato del mondo l'Azione Cattolica è stata così odiosamente perseguitata ( non vediamo quale altra parola risponda alla realtà e alla verità dei fatti ) come in questa Nostra Italia, e in questa medesima Nostra Sede Episcopale Romana: e questa è veramente una situazione assurda, non da Noi, sibbene contro di Noi creata.

Ci siamo imposto, Venerabili Fratelli, un grave ed increscioso lavoro; Ci è sembrato un preciso dovere di carità e giustizia paterna, e in questo spirito lo abbiamo compiuto al fine di rimettere nella giusta luce fatti e verità, che alcuni figli Nostri hanno, forse non del tutto consapevolmente messo in luce falsa a danno di altri figli Nostri.

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