Non abbiamo bisogno |
È proprio a questo estremo di dubbi e di previsioni al quale gli uomini Ci
hanno ridotti, che ogni preoccupazione, Venerabili Fratelli, svanisce, scompare, e il Nostro spirito si
apre alle più fiduciose consolanti speranze; perché l'avvenire è nelle mani di Dio, e Dio è con
noi, e… Si Deus nobisqum quis
contra nos? (
Rm 8,31 ).
Un segno ed una prova sensibile dell'assistenza e del favore divino, Noi già la vediamo e gustiamo nella vostra assistenza e cooperazione, Venerabili Fratelli.
Se siamo bene informati, si è detto recentemente che ora l'Azione Cattolica è in mano ai Vescovi e non vi è più nulla da temere.
E fin qui sta bene, molto bene, salvo quell'"ora", come se prima e fin dal principio l'Azione Cattolica non sia sempre stata essenzialmente diocesana e dipendente dai Vescovi ( come anche sopra abbiamo accennato ) ed anche per questo, principalmente per questo, abbiamo sempre nutrito la più certa fiducia, che le Nostre direttive erano seguite e secondate.
Per questo, dopo che per il promesso; immanchevole aiuto divino; Noi rimaniamo e rimarremo nella più fiduciosa tranquillità, anche se la tribolazione, diciamo la parola esatta, la persecuzione, dovrà continuare a intensificarsi, Noi sappiamo che voi siete, e voi sapete di essere, i Nostri Fratelli nell'Episcopato e nell'Apostolato; Noi sappiamo e sapete voi, Venerabili Fratelli, che siete i Successori di quegli Apostoli che San Paolo chiamava con parole di vertiginosa sublimità Gloria Christi ( 2 Cor 8,23 ); voi sapete che, non un uomo mortale, sia pure Capo di Stato o di Governo, ma lo Spirito Santo vi ha posto, nelle parti che Pietro assegna, a reggere la Chiesa di Dio.
Queste e tante altre sante e sublimi cose che vi riguardano, Venerabili Fratelli, evidentemente ignora o dimentica chi vi pensa e chiama voi, Vescovi d'Italia, " ufficiali dello Stato "; dai quali così chiaramente vi distingue e separa la stessa formola del giuramento che vi occorra prestare al Monarca, mentre dice e premette espressamente: "come si conviene a Vescovo cattolico".
Grande poi e veramente smisurato motivo a bene sperare Ci è pure l'immenso coro di preghiere che la Chiesa di Gesù Cristo da: tutte le parti del mondo solleva al divino Fondatore ed alla Sua SS. Madre per il suo Capo visibile, il Successore di Pietro, proprio come quando, or sono venti secoli, la persecuzione colpiva di Pietro stesso la persona: preghiere di sacri Pastori e di popoli, di Cleri e di fedeli, di religiosi e di religiose, di adulti e di giovani, di bambini e di bambine; preghiere nelle forme più squisite ed efficaci di santi sacrifici e comunioni eucaristiche, di supplicazioni, di adorazioni e di riparazioni, di spontanee immolazioni e di sofferenze cristianamente sofferte; preghiere, delle quali in tutti questi giorni e subito dopo i tristi eventi Ci giungeva da ogni parte la eco consolantissima, mai così forte e così consolante come in questo giorno sacro e solenne alla memoria dei Principi degli Apostoli e nel quale disponeva la divina bontà che potessimo por fine a questa Nostra Lettera Enciclica.
Alla preghiera tutto è divinamente promesso: se non sarà il sereno e la tranquillità dell'ordine ristabilito, sa in tutti la cristiana pazienza, il santo coraggio, la gioia ineffabile di patire qualche cosa con Gesù e per Gesù, con la gioventù e per la gioventù a Lui tanto prediletta, e ciò fino all'ora nascosta nel mistero del Cuore divino, infallibilmente la più opportuna alla causa della verità e del bene.
E poiché da tante preghiere tutto dobbiamo sperare, e poiché tutto è possibile a quel Dio che alla preghiera tutto ha promesso, abbiamo fiduciosa speranza ch'Egli voglia illuminare le menti al vero e volgere le volontà al bene, cosi che alla Chiesa di Dio, che nulla contende allo Stato di quello che allo Stato compete, si cessi di contendere ciò che a lei compete, la educazione e formazione cristiana della gioventù, non per umano placito ma per divino mandato, e che pertanto essa deve sempre richiedere e sempre richiederà, con una insistenza ed una intransigenza che non può cessare né flettersi, perché non proviene da placito o calcolo umano o da umane ideologie mutevoli nei diversi tempi e luoghi, ma da divina ed inviolabile disposizione.
E Ci ispira pure fiducia e speranza il bene che indubitabilmente proverrebbe dal riconoscimento di tale verità e di tal diritto.
Padre di tutti i redenti, il Vicario di quel Redentore che, dopo aver insegnato e comandato a tutti l'amore dei nemici, moriva perdonando ai Suoi crocifissori, non è e non sarà mai nemico di alcuno e così faranno tutti i buoni e veri figli Suoi, i cattolici che vogliano serbarsi degni di tanto nome; ma essi non potranno mai condividere, adottare o favorire massime e norme di pensieri e di azione contrarie ai diritti della Chiesa ed al bene delle anime e perciò stesso contrarie ai diritti di Dio.
Quanto preferibile, a questa irriducibile visione delle menti e delle volontà, la pacifica e tranquilla unione dei pensieri e dei sentimenti, che per felice necessità non potrebbe non tradursi in feconda cooperazione di tutti per il vero bene a tutti comune; e ciò col plauso simpatico dei cattolici di tutto il mondo, invece che col loro universale biasimo e malcontento, come ora avviene!
Preghiamo il Dio di tutte le misericordie, per la intercessione della: Sua SS. Madre che testé ci arrideva di plurisecolari splendori, e dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, che ci conceda a tutti di vedere quello che conviene fare e a tutti dia la forza di eseguirlo.
La Benedizione Nostra Apostolica, auspice e pegno di tutte le Benedizioni divine, discenda sopra di voi, Venerabili Fratelli, sui vostri Cleri, sui vostri popoli, e vi rimanga sempre.
Roma, dal Vaticano, nelle Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 1931.
Pio XI
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