Divini Redemptoris |
60 Per l'opera mondiale di salute che siamo venuti tracciando e per l'applicazione dei rimedi che abbiamo brevemente indicati, ministri e operai evangelici designati dal divino Re Gesù Cristo sono in prima linea i sacerdoti.
Ad essi, per vocazione speciale, sotto la guida dei sacri Pastori e in unione di filiale obbedienza al Vicario di Cristo in terra, è affidato il compito di tenere accesa nel mondo la fiaccola della fede e di infondere nei fedeli quella soprannaturale fiducia colla quale la Chiesa nel nome di Cristo ha combattuto e vinto tante battaglie.
"Questa è la vittoria che vince il mondo, la fede nostra" . ( 1 Gv 5,4 )
61 In modo particolare ricordiamo ai sacerdoti l'esortazione del Nostro Predecessore Leone XIII, tante volte ripetuta, di andare all'operaio; esortazione che Noi facciamo Nostra e completiamo: "Andate all'operaio, specialmente all'operaio povero, e in generale, andate ai poveri", seguendo in ciò gli ammaestramenti di Gesù e della sua Chiesa.
I poveri difatti sono i più insidiati dai mestatori, che sfruttano la loro misera condizione per accenderne la invidia contro i ricchi ed eccitarli a prendersi con la forza quello che sembra loro ingiustamente negato dalla fortuna; e se il sacerdote non va agli operai, ai poveri, per premunirli o disingannarli dai pregiudizi e dalle false teorie, essi diventeranno facile preda degli apostoli del comunismo.
62 Non possiamo negare che molto si è fatto in questo senso, specialmente dopo le Encicliche Rerum novarum e Quadragesimo anno; e con paterna compiacenza salutiamo le industriose cure pastorali di tanti Vescovi e Sacerdoti, che vanno escogitando e provando, sia pure con le debite prudenti cautele, nuovi metodi di apostolato meglio corrispondenti alle esigenze moderne.
Ma tutto questo è ancora troppo poco al bisogno presente.
Come, quando la patria è in pericolo, tutto ciò che non è strettamente necessario o non è direttamente ordinato all'urgente bisogno della difesa comune, passa in seconda linea; così anche nel caso nostro, ogni altra opera, per quanto bella e buona, deve cedere il posto alla vitale necessità di salvare le basi della fede e civiltà cristiana.
E quindi nelle parrocchie i sacerdoti, pur dando naturalmente quello che è necessario alla cura ordinaria dei fedeli, riservino il più e il meglio delle loro forze e della loro attività a riguadagnare le masse dei lavoratori a Cristo e alla Chiesa e a far penetrare lo spirito cristiano negli ambienti che ne sono più alieni.
Essi poi, nelle masse popolari troveranno una corrispondenza e un'abbondanza di frutti inaspettata, che li compenserà del duro lavoro del primo dissodamento; come abbiamo visto e vediamo in Roma e in molte altre metropoli, dove al sorgere di nuove chiese nei quartieri periferici si vanno raccogliendo zelanti comunità parrocchiali e si operano veri miracoli di conversioni tra popolazioni che erano ostili alla religione solo perché non la conoscevano.
63 Ma il più efficace mezzo di apostolato tra le folle dei poveri e degli umili è l'esempio del sacerdote, l'esempio di tutte le virtù sacerdotali, quali le abbiamo descritte nella Nostra Enciclica Ad catholici sacerdotii,42 ma nel caso presente in modo speciale è necessario un luminoso esempio di vita umile, povera, disinteressata, copia fedele del Divin Maestro che poteva proclamare con divina franchezza: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli dell'aria dei nidi, ma il Figliuolo dell'uomo non ha dove posare il capo". ( Mt 8,20 )
Un sacerdote veramente ed evangelicamente povero e disinteressato fa miracoli di bene in mezzo al popolo, come un S. Vincenzo de' Paoli, un Curato d'Ars, un Cottolengo, un Don Bosco e tanti altri; mentre un sacerdote avaro e interessato, come abbiamo ricordato nella già citata Enciclica, anche se non precipita come Giuda nel baratro del tradimento, sarà per lo meno un vano "bronzo risonante" e un inutile "cembalo squillante" , ( 1 Cor 13,1 ) e troppo spesso un impedimento piuttosto che uno strumento di grazia in mezzo al popolo.
E se il sacerdote secolare o regolare per obbligo del suo ufficio deve amministrare dei beni temporali, si ricordi che non soltanto deve scrupolosamente osservare tutto ciò che prescrive la carità e la giustizia, ma deve mostrarsi in modo particolare veramente un padre dei poveri.
64 Dopo che al Clero, Noi rivolgiamo il Nostro paterno invito ai carissimi figli Nostri del laicato, che militano nelle file della tanto a Noi diletta Azione Cattolica, che dichiarammo in altra occasione ( 12 maggio 1936 ) "un sussidio particolarmente provvidenziale" all'opera della Chiesa in queste contingenze tanto difficili.
Infatti l'Azione Cattolica è pure apostolato sociale, in quanto tende a diffondere il Regno di Gesù Cristo non solo negli individui, ma anche nelle famiglie e nella società.
Deve perciò anzi tutto attendere a formare con cura speciale i suoi soci e prepararli alle sante battaglie del Signore.
A tale lavoro formativo, quanto mai urgente e necessario, che si deve sempre premettere all'azione diretta e fattiva, serviranno certamente i circoli di studio, le settimane sociali, corsi organici di conferenze e tutte quelle altre iniziative atte a far conoscere la soluzione dei problemi sociali in senso cristiano.
65 Militi dell'Azione Cattolica così ben preparati ed addestrati saranno i primi ed immediati apostoli dei loro compagni di lavoro e diventeranno i preziosi ausiliari del sacerdote per portare la luce della verità e sollevare le gravi miserie materiali e spirituali, in innumerevoli zone refrattarie alla azione del ministro di Dio, o per inveterati pregiudizi contro il Clero o per deplorevole apatia religiosa.
Si coopererà in tal modo, sotto la guida di sacerdoti particolarmente esperti, a quella assistenza religiosa alle classi lavoratrici, che Ci sta tanto a cuore, come il mezzo più adatto per preservare quei Nostri diletti figli dall'insidia comunista.
66 Oltre a questo apostolato individuale, spesse volte nascosto, ma oltre modo utile ed efficace, è compito dell'Azione Cattolica fare con la propaganda orale e scritta una larga seminagione dei princìpi fondamentali che servano alla costruzione di un ordine sociale cristiano, quali risultano dai documenti Pontifici.
67 Attorno all'Azione Cattolica si schierano le organizzazioni che Noi abbiamo già salutato come ausiliarie della stessa.
Anche queste così utili organizzazioni, Noi esortiamo con paterno affetto a consacrarsi alla grande missione di cui trattiamo, che attualmente supera tutte le altre per la sua vitale importanza.
68 Noi pensiamo altresì a quelle organizzazioni di classe: di lavoratori, di agricoltori, di ingegneri, di medici, di padroni, di studiosi, e altre simili; uomini e donne, i quali vivono nelle stesse condizioni culturali e quasi naturalmente sono stati riuniti in gruppi omogenei.
Proprio questi gruppi e queste organizzazioni sono destinate ad introdurre quell'ordine nella società, che Noi abbiamo avuto di mira nella Nostra Enciclica Quadragesimo anno, e a diffondere così il riconoscimento della regalità di Cristo nei diversi campi della cultura e del lavoro.
69 Che se, per le mutate condizioni della vita economica e sociale, lo Stato si è creduto in dovere di intervenire fino ad assistere e regolare direttamente tali istituzioni con particolari disposizioni legislative, salvo il rispetto doveroso delle libertà e delle iniziative private; anche in tali circostanze l'Azione Cattolica non può tenersi estranea alla realtà, ma deve dare con saggezza il suo contributo di pensiero, con lo studio dei nuovi problemi alla luce della dottrina cattolica, e di attività con la partecipazione leale e volenterosa dei suoi inscritti alle nuove forme ed istituzioni, portando in esse lo spirito cristiano, che è sempre principio di ordine e di mutua e fraterna collaborazione.
Indice |
42 | Pio XI, Ad catholici sacerdotii |