Fidei donum  

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IV

Nell’indirizzarvi questo grave ed urgente appello in favore delle Missioni d’Africa, il Nostro pensiero - voi l’avete ben compreso, Venerabili Fratelli - non si è punto distaccato da tutti quei Nostri figli che si consacrano al progresso della Chiesa in altri continenti.

Tutti Ci sono ugualmente cari, quelli soprattutto che più soffrono nelle Missioni dell’Estremo Oriente.

Se le peculiari circostanze dell’Africa sono state l’occasione di questa Lettera Enciclica, non vogliamo porvi termine senza rivolgere ancora una volta il Nostro sguardo a tutte le Missioni Cattoliche.

A voi, Venerabili Fratelli, pastori responsabili delle terre di recente evangelizzate, che piantate la Chiesa o la consolidate a prezzo di tante fatiche, vorremmo che la presente Lettera apportasse non solo la testimonianza della Nostra paterna sollecitudine, ma anche l’assicurazione che tutta la comunità cristiana, messa di nuovo sull’avviso circa l’ampiezza e le difficoltà del vostro compito, vi è più che mai vicina per sostenervi con le sue preghiere, i suoi aiuti e l’opera dei migliori tra i suoi figli.

Che cosa importa la distanza materiale che vi separa dal Centro della cristianità?

Nella Chiesa, i più valorosi ed i più esposti tra i suoi figli, non sono forse i più vicini al suo cuore?

A voi ancora, missionari, sacerdoti del clero locale, religiosi e religiose, seminaristi, catechisti, militanti laici, a voi tutti, apostoli di Gesù Cristo, in qualsiasi posto lontano e ignorato voi siate, Noi rinnoviamo l’espressione della Nostra gratitudine e della Nostra speranza; perseverate con fiducia nell’opera intrapresa, fieri di servire la Chiesa, attenti alla sua voce, sempre più penetrati del suo spirito, uniti nei vincoli di una carità fraterna.

Qual fonte di consolazione per voi, diletti figli, e quale certezza di vittoria, nel pensiero che l’oscura e pacifica lotta che voi conducete a servizio della Chiesa non è soltanto vostra, e neppure della vostra generazione o del vostro popolo: è in verità la lotta perenne dell’intera Chiesa, cui tutti i suoi figli hanno da partecipare più attivamente, debitori come sono a Dio e ai loro fratelli del dono della fede ricevuto col battesimo.

« Predicare il Vangelo non è per me un titolo di gloria, è una necessità che m’incombe; e guai a me se non predicassi il Vangelo ». ( 1 Cor 9,15 )

Questo energico monito, Noi, Vicario di Gesù Cristo, come non lo applicheremmo a Noi stessi, che, per il Nostro mandato apostolico, siamo costituiti « predicatore e apostolo … dottore delle genti nella fede e nella verità »?. ( 1 Tm 2,7 )

Invocando dunque sulle missioni cattoliche il duplice patrocinio di San Francesco Saverio e di Santa Teresa del Bambino Gesù, la protezione di tutti i Santi martiri e soprattutto la potente e materna intercessione di Maria, Regina degli Apostoli, rivolgiamo nuovamente alla Chiesa quelle parole di vittoria del suo divino Fondatore: « Conduci in alto! ». ( Lc 5,4 )

Fiduciosi che tutti i cattolici risponderanno al Nostro appello con generosità tanto ardente che, per la grazia di Dio, le Missioni potranno finalmente portare fino ai confini della terra la luce del cristianesimo e il progresso della civiltà, accordiamo di gran cuore, quale pegno della Nostra paterna benevolenza e dei celesti favori, a voi, Venerabili Fratelli, ai vostri fedeli, a tutti e a ciascuno degli araldi del Vangelo, a Noi tanto cari, la Nostra Benedizione Apostolica.

Dato a Roma, presso San Pietro, nella festa della Risurrezione di Nostro Signore, il giorno 21 aprile dell’anno 1957, decimonono del Nostro Pontificato.

PIUS PP. XII

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