Sacerdotii nostri primordia

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La preghiera negli esempi e negli insegnamenti del Santo Curato d'Ars

11 Ai sacerdoti di questo secolo, facilmente sensibili all'efficacia dell'azione e facilmente tentati pure da un attivismo pericoloso, quanto è salutare questo modello di preghiera assidua in una vita interamente consacrata alle necessità delle anime!

Quel che impedisce a noi sacerdoti di essere santi - egli diceva - è la mancanza di riflessione; non si rientra in se stessi; non si sa quel che si fa; ci è necessaria la riflessione, la preghiera, l'unione con Dio.

Egli stesso restava, secondo la testimonianza dei contemporanei, in uno stato di continua preghiera, da cui non lo distraeva né la fatica spossante delle confessioni né gli altri compiti di pastore.

" Conservava una unione costante con Dio in mezzo alla sua vita eccessivamente occupata ".

Ascoltiamo ancora lui stesso.

Egli è inesauribile quando parla delle gioie e dei benefici della preghiera.

" L'uomo è un povero che ha bisogno di domandare tutto a Dio ".

" Quante anime possiamo noi convertire con le nostre preghiere! ".

E ripeteva: " La preghiera, ecco la felicità dell'uomo sulla terra ".

Questa felicità veniva copiosamente gustata da lui stesso, mentre il suo sguardo illuminato dalla fede contemplava i misteri divini e, con l'adorazione del Verbo incarnato, elevava la sua anima semplice e pura verso la Santissima Trinità, oggetto supremo del suo amore.

E i pellegrini che si affollavano nella chiesa di Ars comprendevano che l'umile sacerdote manifestava loro qualche cosa del segreto della sua vita interiore con quell'esclamazione frequente che gli era cara: " Essere amati da Dio, essere uniti a Dio, vivere alla presenza di Dio, vivere per Dio: oh! che bella vita e che bella morte! ".

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