Sacerdotii nostri primordia |
19 " Sempre pronto a rispondere ai bisogni delle anime ", San Giovanni Maria Vianney eccelse come vero pastore nel procurare loro abbondantemente l'alimento primordiale della verità religiosa.
Per tutta la vita fu predicatore e catechista.
È ben nota la fatica improba e perseverante che si impose per soddisfare pienamente a questo dovere d'ufficio, " primum et maximum officium " secondo il Concilio di Trento.
Gli studi suoi, compiuti in ritardo, furono laboriosi; e le sue prediche gli costarono da principio molte veglie.
Ma quale esempio per i ministri della parola di Dio!
Alcuni si appoggerebbero volentieri sulla scarsa istruzione di lui, per scusare il proprio difetto di zelo negli studi.
Sarebbe meglio imitare il suo coraggio per rendersi degno d'un sì grande ministero, secondo la misura dei doni che gli erano stati conferiti: d'altronde questi stessi non erano così modesti come qualche volta si ama ripetere, poiché " egli aveva una intelligenza molto limpida e chiara ".
Ad ogni modo, ciascun sacerdote ha il dovere di acquistare e coltivare le cognizioni generali e la scienza teologica proporzionata alle sue capacità e alle sue funzioni.
E piacesse al Signore che i pastori di anime facciano sempre quanto fece il Curato d'Ars per sviluppare le capacità della sua intelligenza e memoria, e soprattutto per attingere ai lumi del libro più ricco di scienza che si possa leggere, la croce del Cristo!
Il suo Vescovo diceva di lui a certi suoi detrattori: " Non so se sia dotto, ma egli è illuminato ".
Ben a ragione quindi il Nostro Predecessore di fel. mem. Pio XII non esitava affatto ad assegnare come modello ai predicatori della Città Eterna l'umile prete di campagna.
" Il Santo Curato d'Ars non aveva certo il genio naturale d'un Segneri o di un Bossuet, ma la convinzione viva, chiara, profonda, da cui era animato, vibrava nella sua parola, brillava nei suoi occhi, suggeriva alla sua fantasia e alla sua sensibilità idee, immagini, paragoni giusti, appropriati, deliziosi, che avrebbero rapito un San Francesco di Sales.
Tali predicatori conquistano veramente il loro uditorio.
Chi è pieno di Cristo, non troverà difficile di guadagnare altri a Cristo ".
Queste parole descrivono a meraviglia il Curato d'Ars, catechista e predicatore.
E quando alla fine della sua vita, la sua voce affievolita non arrivava più a farsi intendere da tutto l'uditorio, era ancora col suo sguardo di fuoco, con le sue lacrime, coi suoi gridi di amor di Dio o le sue espressioni di dolore al solo pensiero del peccato, che convertiva i fedeli accorsi ai piedi del suo pulpito.
Come non essere colpiti dalla testimonianza d'una vita così totalmente consacrata all'amore di Cristo?
Fino alla sua santa morte San Giovanni Maria Vianney fu in tal modo fedele nell'istruire il suo popolo e i pellegrini che riempivano la sua chiesa, denunziando " opportune, importune " ( 2 Tm 4,2 ) il male sotto tutte le sue forme, ed innalzando soprattutto le anime verso Dio, perché " preferiva mostrare l'aspetto attraente della virtù piuttosto che la bruttezza del vizio ".
Questo umile sacerdote aveva in realtà compreso in grado non comune la dignità e la grandezza del ministero della parola di Dio: " Nostro Signore che è la Verità stessa - diceva egli - non ha minor cura della sua parola che del suo Corpo ".
Si comprende perciò la gioia dei Nostri Predecessori nell'offrire questo pastore di anime a modello dei sacerdoti, perché è di somma importanza che il clero ovunque ed in ogni tempo sia fedele al suo dovere di insegnare.
" Qui giova - diceva a tal proposito San Pio X - a questo solo tendere e su questo solo insistere, che cioè ogni sacerdote non è tenuto da nessun altro ufficio più grave, né è obbligato da nessun altro vincolo più stretto ".
Questo vibrante appello, costantemente rinnovato dai Nostri Predecessori, e di cui si fa eco il Diritto Canonico, ve lo rivolgiamo anche Noi a Nostra volta, Venerabili Fratelli, in questo anno Centenario del santo catechista e predicatore di Ars.
Noi incoraggiamo i tentativi fatti con prudenza e sotto il vostro controllo in diversi paesi per migliorare le condizioni dell'insegnamento religioso per i giovani e per gli adulti, nelle differenti sue forme e tenendo conto dei vari ambienti.
Ma per quanto utili siano tali lavori, Dio ci richiama alla mente in questo Centenario del Curato d'Ars l'irresistibile potenza apostolica d'un sacerdote, che, sia nella propria vita come nelle sue parole, rende testimonianza a Cristo crocifisso " non in persuasibilibus humanae sapientiae verbis, sed in ostensione spiritus et virtutis " ( 1 Cor 2,4 )
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