Mater et magistra |
212 L'educazione ad operare cristianamente anche in campo economico e sociale difficilmente riesce efficace se i soggetti medesimi non prendono parte attiva nell'educare se stessi, e se l'educazione non viene svolta anche attraverso l'azione.
213 A ragione si suol dire che non s'acquista l'attitudine a esercitare rettamente la libertà se non attraverso il retto uso della libertà.
Analogamente l'educazione ad agire cristianamente in campo economico e sociale non si realizza se non attraverso il concreto cristiano agire in quel campo.
214 Perciò nell'educazione sociale un compito importante spetta alle associazioni e alle organizzazioni di apostolato dei laici, specialmente a quelle che si propongono come obiettivo specifico la vivificazione cristiana dell'uno e dell'altro settore dell'ordine temporale.
Infatti non pochi membri di quelle associazioni possono far tesoro delle loro quotidiane esperienze per educare sempre meglio se stessi e per contribuire all'educazione sociale dei giovani.
215 A questo proposito cade opportuno richiamare a tutti, in alto e in basso, il senso cristiano della vita, che importa lo spirito di sobrietà e di sacrificio.
Purtroppo oggi prevale qua e là la concezione e la tendenza edonistica, che vorrebbe ridurre la vita alla ricerca del piacere e alla soddisfazione piena di tutte le passioni con grave danno dello spirito e anche del corpo.
216 Sul piano naturale è saggezza feconda di bene la morigeratezza e la temperanza degli appetiti inferiori; sul piano soprannaturale l'Evangelo, la Chiesa e tutta la sua tradizione ascetica esigono il senso della mortificazione e della penitenza, che assicura il dominio dello spirito sulla carne e che offre un mezzo efficace a scontare la pena dovuta al peccato, da cui nessuno è immune, salvo Gesù Cristo e la sua Madre immacolata.
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