Ecclesiam suam |
50 È necessario confermare in noi tali convinzioni per evitare un altro pericolo, che il desiderio di riforma potrebbe generare non tanto in noi Pastori, cui trattiene un vigile senso di responsabilità, quanto nell'opinione di molti fedeli che pensano dover consistere principalmente la riforma della Chiesa nell'adattamento dei suoi sentimenti e dei suoi costumi a quelli mondani.
Il fascino della vita profana oggi è potentissimo.
Il conformismo sembra a molti fatale e sapiente.
Chi non è ben radicato nella fede e nella pratica della legge ecclesiastica pensa facilmente essere venuto il momento di adattarsi alla concezione profana della vita, come se questa fosse la migliore, fosse quella che un cristiano può e deve far propria.
Questo fenomeno di adattamento si pronuncia tanto nel campo filosofico ( quanto può la moda anche nel regno del pensiero, che dovrebbe essere autonomo e libero, e solo avido e docile davanti alla verità e all'autorità di provati maestri! ), quanto nel campo pratico, dove diventa sempre più incerto e difficile segnare la linea della rettitudine morale, e della retta condotta pratica.
51 Il naturalismo minaccia di vanificare la concezione originale del cristianesimo;
il relativismo, che tutto giustifica e tutto qualifica di pari valore, attenta al carattere assoluto dei principi cristiani;
l'abitudine di togliere ogni sforzo, ogni incomodo dalla pratica consueta della vita accusa d'inutilità fastidiosa la disciplina e l'ascesi cristiana;
anzi talvolta il desiderio apostolico d'avvicinare ambienti profani o di farsi accogliere dagli animi moderni, da quelli giovani specialmente, si traduce in una rinuncia alle forme proprie della vita cristiana e a quello stile stesso di contegno, che deve dare a tale premura di accostamento e di influsso educativo il suo senso ed il suo vigore.
Non è forse vero che spesso il giovane Clero, ovvero anche qualche zelante Religioso guidato dalla buona intenzione di penetrare nelle masse popolari o in ceti particolari cerca di confondersi con essi invece di distinguersi, rinunciando con inutile mimetismo all'efficacia genuina del suo apostolato?
Il grande principio, enunciato da Cristo, si ripresenta nella sua attualità e nella sua difficoltà: essere nel mondo, ma non del mondo; e buon per noi se la sua altissima e opportunissima preghiera sarà da lui, sempre vivo per intercedere a nostro favore, ( Eb 7,25 ) ancor oggi proferita davanti al Padre celeste: Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. ( Gv 17,15 )
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