Populorum progressio |
23 "Se qualcuno, in possesso delle ricchezze che offre il mondo, vede il suo fratello nella necessità e chiude a lui le sue viscere, come potrebbe l'amore di Dio abitare in lui?" ( 1 Gv 3,17 )
Si sa con quale fermezza i padri della chiesa hanno precisato quale debba essere l'atteggiamento di coloro che posseggono nei confronti di coloro che sono nel bisogno:
"Non è del tuo avere, afferma sant'Ambrogio, che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene.
Poiché è quel che è dato in comune per l'uso di tutti, ciò che tu ti annetti.
La terra è data a tutti, e non solamente ai ricchi".22
È come dire che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto.
Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario.
In una parola, "il diritto di proprietà non deve mai esercitarsi a detrimento della utilità comune, secondo la dottrina tradizionale dei padri della chiesa e dei grandi teologi".
Ove intervenga un conflitto "tra diritti privati acquisiti ed esigenze comunitarie primordiali", spetta ai poteri pubblici "adoperarsi a risolverlo, con l'attiva partecipazione delle persone e dei gruppi sociali".23
Indice |
22 | De Nabuthe, c. 12 n. 53: P.L. 14., 747. R. Palanque, Saint Ambroise et l'empire romain, Paris, de Boccard, 1922, pp. 336 ss. |
23 | Lettera alla Settimana Sociale di Brest, in L'homme et la révolution urbaine, Luon, Chronique sociale, 1965, pp. 8-9 |