Populorum progressio |
70 La nostra seconda raccomandazione è per quelli che in forza della loro attività economica sono chiamati in paesi recentemente aperti all'industrializzazione: industriali, commercianti, capi o rappresentanti di grandi imprese.
Si tratta magari di uomini che si dimostrano, nel loro paese, non sprovvisti di senso sociale: perché dovrebbero regredire ai principi disumani dell'individualismo quando operano in paesi meno sviluppati?
La loro condizione di superiorità deve al contrario spronarli a farsi iniziatori del progresso sociale e della promozione umana, là dove sono condotti dai loro impegni economici.
Il loro stesso senso dell'organizzazione dovrà ad essi suggerire il modo migliore per valorizzare il lavoro indigeno, formare operai qualificati, preparare ingegneri e dirigenti, lasciare spazio alla loro iniziativa, introdurli progressivamente nei posti più elevati, preparandoli così a condividere, in un avvenire meno lontano, le responsabilità della direzione.
Che la giustizia, almeno, regoli sempre le relazioni tra capi e subordinati.
Che esse siano rette da contratti regolari con obblighi reciproci.
Infine, che nessuno, qualunque sia la sua condizione, resti ingiustamente in balia dell'arbitrio.
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