Sacerdotalis caelibatus |
70 I giovani dovranno convincersi di non poter percorrere la loro difficile via senza una ascesi particolare, superiore a quella richiesta a tutti gli altri fedeli e propria degli aspiranti al sacerdozio.
Una ascesi severa, ma non soffocante, che sia meditato e assiduo esercizio di quelle virtù che fanno di un uomo un sacerdote:
rinnegamento di sé nel grado più alto - condizione essenziale per mettersi al seguito di Cristo - ; ( Mt 16,24; Gv 12,25 )
umiltà e obbedienza come espressione di interiore verità e di ordinata libertà;
prudenza e giustizia, fortezza e temperanza, virtù senza le quali non può esistere una vita religiosa vera e profonda;
senso di responsabilità, di fedeltà e di lealtà nella assunzione dei propri impegni;
armonia tra contemplazione e azione;
distacco e spirito di povertà, che danno tono e vigore alla libertà evangelica;
castità come perseverante conquista, armonizzata con tutte le altre virtù naturali e soprannaturali;
contatto sereno e sicuro col mondo al servizio del quale il candidato si dedicherà per Cristo e per il suo regno.
In tal modo, l'aspirante al sacerdozio acquisterà, con l'aiuto della grazia divina, una personalità equilibrata, forte e matura, sintesi di elementi nativi e acquisiti, armonia di tutte le sue facoltà nella luce della fede e della intima unione con Cristo, che lo ha scelto per sé e per il ministero della salvezza del mondo.
71 Tuttavia, per giudicare con miglior certezza della idoneità di un giovane al sacerdozio e per avere successive prove della sua raggiunta maturità umana e soprannaturale, memori del fatto che è più difficile comportarsi bene nella cura delle anime a causa dei pericoli esterni,119 sarà opportuno che l'impegno del sacro celibato sia osservato durante determinati periodi di esperimento, prima di diventare stabile e definitivo col presbiterato.120
72 Una volta raggiunta la morale certezza che la maturità del candidato offre sufficienti garanzie, egli sarà in grado di assumere il grave e soave impegno della castità sacerdotale, come donazione totale di sé al Signore e alla sua Chiesa.
In tal modo, l'obbligo del celibato, che la Chiesa annette oggettivamente alla sacra ordinazione, è fatto personalmente proprio dal soggetto, sotto l'influsso della grazia divina e con piena consapevolezza e libertà, non senza, è ovvio, il consiglio prudente e sapiente di provati maestri di spirito, intesi non già ad imporre, ma a rendere più cosciente la grande e libera opzione; e in quel solenne momento, che deciderà per sempre di tutta la sua vita, il candidato sentirà non il peso di una imposizione dall'esterno, ma l'intima gioia di una scelta fatta per amore di Cristo.
Indice |
119 | S. Tommaso, Summa Theologiae, II-II, q. 184, a. 8 |
120 | Optatam totius 12 |