Laborem exercens |
Così, quindi, il principio della priorità del lavoro nei confronti del capitale è un postulato appartenente all'ordine della morale sociale.
Tale postulato ha la sua importanza-chiave tanto nel sistema costruito sul principio della proprietà privata dei mezzi di produzione, quanto nel sistema in cui la proprietà privata di questi mezzi è stata limitata anche radicalmente.
Il lavoro è, in un certo senso, inseparabile dal capitale e non accetta sotto nessuna forma quell'antinomia, cioè la separazione e la contrapposizione in rapporto ai mezzi di produzione, che ha gravato sopra la vita umana negli ultimi secoli, come risultato di premesse unicamente economiche.
Quando l'uomo lavora, servendosi dell'insieme dei mezzi di produzione, egli al tempo stesso desidera che i frutti di questo lavoro servano a lui e agli altri e che, nel processo stesso del lavoro, possa apparire come corresponsabile e co-artefice al banco di lavoro, presso il quale si applica.
Da ciò nascono alcuni specifici diritti dei lavoratori, che corrispondono all'obbligo del lavoro.
Se ne parlerà in seguito.
Ma già qui bisogna sottolineare, in generale, che l'uomo che lavora desidera non solo la debita remunerazione per il suo lavoro, ma anche che sia presa in considerazione nel processo stesso di produzione la possibilità che egli lavorando, anche in una proprietà comune, al tempo stesso sappia di lavorare « in proprio ».
Questa consapevolezza viene spenta in lui nel sistema di un'eccessiva centralizzazione burocratica, nella quale il lavoratore si sente un ingranaggio di un grande meccanismo mosso dall'alto e - a più di un titolo - un semplice strumento di produzione piuttosto che un vero soggetto di lavoro, dotato di propria iniziativa.
L'insegnamento della Chiesa ha sempre espresso la ferma e profonda convinzione che il lavoro umano non riguarda soltanto l'economia, ma coinvolge anche, e soprattutto, i valori personali.
Il sistema economico stesso e il processo di produzione traggono vantaggio proprio quando questi valori personali sono pienamente rispettati.
Secondo il pensiero di San Tommaso d'Aquino25, è soprattutto questa ragione che depone in favore della proprietà privata dei mezzi stessi di produzione.
Se accettiamo che per certi, fondati motivi, eccezioni possono essere fatte al principio della proprietà privata - e nella nostra epoca siamo addirittura testimoni che è stato introdotto il sistema della proprietà « socializzata » -, tuttavia l'argomento personalistico non perde la sua forza né a livello di principi, né a livello pratico.
Per essere razionale e fruttuosa, ogni socializzazione dei mezzi di produzione deve prendere in considerazione questo argomento.
Si deve fare di tutto perché l'uomo, anche in un tale sistema, possa conservare la consapevolezza di lavorare « in proprio ».
In caso contrario, in tutto il processo economico sorgono necessariamente danni incalcolabili, e danni non solo economici, ma prima di tutto danni nell'uomo.
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25 | Summa Th. II-II, q. 65, a. 2 |