Evangelii nuntiandi |
37 La Chiesa non può accettare la violenza, soprattutto la forza delle armi - incontrollabile quando si scatena - né la morte di chicchessia, come cammino di liberazione, perché sa che la violenza chiama sempre la violenza e genera irresistibilmente nuove forme di oppressione e di schiavitù più pesanti di quelle dalle quali essa pretendeva liberare.
Lo dicemmo chiaramente nel nostro viaggio in Colombia: « Vi esortiamo a non porre la vostra fiducia nella violenza, né nella rivoluzione; tale atteggiamento è contrario allo spirito cristiano e può anche ritardare, e non favorire, l'elevazione sociale alla quale legittimamente aspirate »;63
« dobbiamo dire e riaffermare che la violenza non è né cristiana né evangelica e che i mutamenti bruschi o violenti delle strutture sarebbero fallaci, inefficaci in se stessi e certamente non conformi alla dignità del popolo ».64
Indice |
63 | Paolo VI, Discorso ai « Campesinos » della Columbia ( 23 agosto 1968 ): AAS 60, 1968, p. 623 |
64 | Paolo VI, Discorso per la « Giornata dello Sviluppo » a Bogotà ( 23 agosto 1968 ): AAS 60, 1968, p. 627; S. Agostino, Epistola 229, 2 |