Evangelii nuntiandi |
73 Così acquista tutta la sua importanza la presenza attiva dei laici nelle realtà temporali.
Non bisogna tuttavia trascurare o dimenticare l'altra dimensione: i laici possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorrà loro dispensare.
Non senza provare nel Nostro intimo una grande gioia osserviamo una legione di Pastori, di religiosi e di laici i quali, appassionati della loro missione evangelizzatrice, cercano modi sempre più adatti di annunziare efficacemente il Vangelo.
Noi incoraggiamo l'apertura che, in questa linea e con questa sollecitudine, la Chiesa sta oggi realizzando.
Innanzitutto apertura alla riflessione, poi a ministeri ecclesiastici capaci di ringiovanire e di rafforzare il suo dinamismo evangelizzatore.
Certamente, accanto ai ministeri ordinati, grazie ai quali alcuni sono annoverati tra i Pastori e si consacrano in maniera particolare al servizio della comunità, la Chiesa riconosce il ruolo di ministeri non ordinati ma adatti ad assicurare speciali servizi della Chiesa stessa.
Uno sguardo alle origini della Chiesa è molto illuminante e permette di usufruire di un'antica esperienza, tanto più valida in quanto ha permesso alla Chiesa di consolidarsi, di crescere, e di espandersi.
Ma questa attenzione alle fonti dev'essere completata da quella dovuta alle necessità presenti dell'umanità e della Chiesa.
Dissetarsi a queste sorgenti sempre ispiratrici, nulla sacrificare di questi valori e sapersi adattare alle esigenze e ai bisogni attuali: queste sono le linee maestre che permetteranno di ricercare con saggezza e di valorizzare i ministeri, di cui la Chiesa ha bisogno e che molti suoi membri saranno lieti di abbracciare per la maggiore vitalità della comunità ecclesiale.
Questi ministeri avranno un autentico valore pastorale nella misura in cui si stabiliranno nell'assoluto rispetto dell'unità, attenendosi all'orientamento dato dai Pastori, che sono appunto i responsabili e gli artefici dell'unità della Chiesa.
Tali ministeri, nuovi in apparenza ma molto legati ad esperienze vissute dalla Chiesa nel corso della sua esistenza, - per esempio quelli di catechista, di animatori della preghiera e del canto, di cristiani dedicati al servizio della Parola di Dio o all'assistenza dei fratelli bisognosi, quelli infine dei capi di piccole comunità, dei responsabili di movimenti apostolici, o di altri responsabili - sono preziosi per la « plantatio », la vita e la crescita della Chiesa e per una capacità di irradiazione intorno a se stessa e verso coloro che sono lontani.
Noi dobbiamo anche la nostra particolare stima a tutti i laici che accettano di consacrare una parte del loro tempo, delle loro energie, e talvolta la loro vita intera, al servizio delle missioni.
Per tutti gli operai dell'evangelizzazione è necessaria una seria preparazione.
Lo è ancor più per coloro che si dedicano al ministero della Parola.
Animati dalla convinzione continuamente approfondita della grandezza e della ricchezza della Parola di Dio, quelli che hanno il compito di trasmetterla devono manifestare la più grande attenzione alla dignità, alla precisione, all'adattamento del loro linguaggio.
Tutti sanno che l'arte di parlare ha oggi una grandissima importanza.
Come potrebbero trascurarla i predicatori e i catechisti?
Noi auspichiamo vivamente che, in ciascuna Chiesa particolare, i Vescovi vigilino alla formazione adeguata di tutti i ministri della Parola.
Questa seria preparazione accrescerà in questi la sicurezza indispensabile ma anche l'entusiasmo per annunziare Gesù Cristo oggi.
Indice |