Evangelii nuntiandi

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Invito alla riflessione

5 Noi tutti vediamo l'urgenza di dare a questa domanda una risposta leale, umile, coraggiosa, e di agire di conseguenza.

Nella nostra « sollecitudine per tutte le Chiese ». ( 2 Cor 11,28 )

Noi vorremmo aiutare i nostri Fratelli e Figli a rispondere a questi interrogativi.

Possano le nostre parole, che vorrebbero essere, partendo dalle ricchezze del Sinodo, una riflessione sulla evangelizzazione, invitare alla medesima riflessione tutto il Popolo di Dio adunato nella Chiesa e dare nuovo slancio a tutti, specialmente a « quelli che si affaticano nella parola e nell'Insegnamento », ( 1 Tm 5,17 ) affinché ciascuno di essi sia « un fedele dispensatore della parola della verità » ( 2 Tm 2,15 ) e faccia opera di predicatore del Vangelo, assolvendo alla perfezione il proprio ministero.

Una tale Esortazione Ci è parsa di capitale importanza, perché la presentazione del messaggio evangelico non è per la Chiesa un contributo facoltativo: è il dovere che le incombe per mandato del Signore Gesù, affinché gli uomini possano credere ed essere salvati.

Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibile.

Non sopporta né indifferenza, né sincretismi, né accomodamenti.

È in causa la salvezza degli uomini.

Esso rappresenta la bellezza della rivelazione.

Comporta una saggezza che non è di questo mondo.

È capace di suscitare, per se stesso, la fede, una fede che poggia sulla potenza di Dio. ( 1 Cor 2,5 )

Esso è la Verità.

Merita che l'Apostolo vi consacri tutto il suo tempo, tutte le sue energie, e vi sacrifichi, se necessario, la propria vita.

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