Vita consecrata

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« Alzatevi e non temete »: una rinnovata fiducia

40 « Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: 'Alzatevi e non temete' » ( Mt 17,7 ).

Come i tre apostoli nell'episodio della Trasfigurazione, le persone consacrate sanno per esperienza che non sempre la loro vita è illuminata da quel fervore sensibile che fa esclamare: « È bello per noi stare qui » ( Mt 17,4 ).

È però sempre una vita « toccata » dalla mano di Cristo, raggiunta dalla sua voce, sorretta dalla sua grazia.

« Alzatevi e non temete ».

Questo incoraggiamento del Maestro è indirizzato, ovviamente, a ogni cristiano.

Ma a maggior ragione esso vale per chi è stato chiamato a « lasciare tutto » e, dunque, a « rischiare tutto » per Cristo.

Ciò vale in modo speciale ogni qualvolta, col Maestro, si scende dal « monte » per imboccare la strada che dal Tabor porta al Calvario.

Dicendo che Mosè ed Elia parlavano con Cristo del suo mistero pasquale, Luca usa significativamente il termine « dipartita » ( éxodos ): « parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme » ( Lc 9,31 ).

« Esodo »: termine fondamentale della rivelazione, a cui si richiama tutta la storia della salvezza, e che esprime il senso profondo del mistero pasquale.

Tema particolarmente caro alla spiritualità della vita consacrata e che ben ne manifesta il significato.

In esso è incluso inevitabilmente ciò che appartiene al mysterium Crucis.

Ma questo impegnativo « cammino esodale », visto dalla prospettiva del Tabor, appare come un cammino posto tra due luci: la luce anticipatrice della Trasfigurazione e quella definitiva della Risurrezione.

La vocazione alla vita consacrata - nell'orizzonte dell'intera vita cristiana - nonostante le sue rinunce e le sue prove, ed anzi in forza di esse, è cammino « di luce », sul quale veglia lo sguardo del Redentore: « Alzatevi e non temete ».

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