Vita consecrata |
67 Poiché la formazione deve essere anche comunitaria, il suo luogo privilegiato, per gli Istituti di vita religiosa e le Società di vita apostolica, è la comunità.
In essa avviene l'iniziazione alla fatica e alla gioia del vivere insieme.
Nella fraternità ciascuno impara a vivere con colui che Dio gli ha posto accanto, accettandone le caratteristiche positive ed insieme le diversità e i limiti.
In particolare, egli impara a condividere i doni ricevuti per l'edificazione di tutti, poiché « a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune » ( 1 Cor 12,7 ).169
Al tempo stesso, la vita comunitaria deve, sin dalla prima formazione, mostrare l'intrinseca dimensione missionaria della consacrazione.
Per questo, durante il periodo della formazione iniziale, negli Istituti di vita consacrata sarà utile procedere ad esperienze concrete e prudentemente accompagnate dal formatore o dalla formatrice, per esercitare, in dialogo con la cultura circostante, le attitudini apostoliche, le capacità di adattamento, lo spirito di iniziativa.
Se, da un lato, è importante che la persona consacrata si formi progressivamente una coscienza evangelicamente critica verso i valori e i disvalori della propria cultura e di quella che incontrerà nel futuro campo di lavoro, dall'altro deve esercitarsi nella difficile arte dell'unità di vita, della mutua compenetrazione della carità verso Dio e verso i fratelli e le sorelle, sperimentando che la preghiera è l'anima dell'apostolato, ma anche che l'apostolato vivifica e stimola la preghiera.
Indice |
169 | Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Istr. La vita fraterna in comunità « Congregavit nos in unum Christi amor » ( 2 febbraio 1994 ), 32-33: Città del Vaticano 1994, pp. 39-42 |