Vita consecrata

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Annuncio di Cristo e inculturazione

79 L'annuncio di Cristo « ha la priorità permanente nella missione della Chiesa »197 e mira alla conversione, cioè all'adesione piena e sincera a Cristo ed al suo Vangelo.198

Nel quadro dell'attività missionaria rientrano anche il processo di inculturazione e il dialogo interreligioso.

La sfida dell'inculturazione va accolta dalle persone consacrate come appello a una feconda collaborazione con la grazia nell'approccio con le diverse culture.

Ciò suppone seria preparazione personale, mature doti di discernimento, fedele adesione agli indispensabili criteri di ortodossia dottrinale, di autenticità e di comunione ecclesiale.199

Col sostegno del carisma dei fondatori e delle fondatrici, molte persone consacrate hanno saputo avvicinarsi alle diverse culture nell'atteggiamento di Gesù che « spogliò se stesso assumendo la condizione di servo » ( Fil 2,7 ) e, con un paziente ed audace sforzo di dialogo, hanno stabilito contatti proficui con le genti più varie, a tutte annunciando la via della salvezza.

Anche oggi quante di loro sanno cercare e trovare, nella storia delle singole persone e di interi popoli, tracce della presenza di Dio, che guida tutta l'umanità verso il discernimento dei segni della sua volontà redentrice.

Tale ricerca si rivela vantaggiosa per le stesse persone consacrate: i valori scoperti nelle diverse civiltà possono spingerli, infatti, ad accrescere il proprio impegno di contemplazione e di preghiera, a praticare più intensamente la condivisione comunitaria e l'ospitalità, a coltivare con maggiore diligenza l'attenzione alla persona ed il rispetto per la natura.

Per un'autentica inculturazione sono necessari atteggiamenti simili a quelli del Signore, quando si è incarnato ed è venuto, con amore e umiltà, in mezzo a noi.

In questo senso la vita consacrata rende le persone particolarmente adatte ad affrontare il complesso travaglio dell'inculturazione, perché le abitua al distacco dalle cose e persino da tanti aspetti della propria cultura.

Applicandosi con questi atteggiamenti allo studio e alla comprensione delle culture, i consacrati possono meglio discernere in esse gli autentici valori e il modo in cui accoglierli e perfezionarli con l'aiuto del proprio carisma.200

Non si deve comunque dimenticare che, in molte antiche culture, l'espressione religiosa è così profondamente integrata, che la religione rappresenta spesso la dimensione trascendente della cultura stessa.

In questo caso una vera inculturazione comporta necessariamente un serio e aperto dialogo interreligioso, « che non è in contrapposizione con la missione ad gentes e che non dispensa dall'evangelizzazione ».201

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197 Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 44
198 Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 46
199 Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 52-54
200 Propositio 40, A
201 Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 55;
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Istr. Dialogo e annuncio.
Riflessioni e orientamenti ( 19 maggio 1991 ), 45-46: AAS 84 ( 1992 ), 429-430