10 ottobre 1969
Al Venerabile Fratello Franco Costa, Arcivescovo tit. di Emmaus Assistente Ecclesiastico Generale dell'A.C.I.
Le incoraggianti prospettive aperte dal Concilio Vaticano II all'apostolato dei Laici e la lodevole preoccupazione di aggiornarsi in conformità alle vaste ed urgenti esigenze del mondo presente hanno indotto l'Azione Cattolica Italiana ad approfondire, su scala nazionale, lo studio delle sue finalità istituzionali, del carattere della sua collaborazione con la Gerarchia, delle responsabilità di un laicato maturo; e tutto ciò le ha fatto vedere l'utilità e la necessità di apportare qualche riforma alle proprie strutture organizzative.
È stato un impegno ampio e grave, che ha richiesto serietà di riflessione circa i principi, analisi attenta di situazioni e di ambienti, genialità e coraggio per dare una risposta adeguata ai problemi che ne scaturivano.
Portata ora felicemente a termine tale iniziativa, della quale è particolarmente benemerita la Giunta Centrale, ed in un momento tanto importante e delicato per l'avvenire dell'Azione Cattolica Italiana, desideriamo manifestare ai dirigenti e a tutti i membri dell'Associazione il Nostro paterno interesse, il Nostro sincero compiacimento e la Nostra viva speranza, ed anche rivolgere ad essi una parola di apostolica esortazione, che li aiuti a portare avanti il lavoro intrapreso con illuminata e indefettibile generosità di propositi.
Lo speciale interesse con cui, nella linea dei Nostri Predecessori, seguiamo da vicino la valorosa e diletta Istituzione, si fonda sui singolari rapporti di fedeltà, di lealtà e di devozione, che sempre, sin dalle sue origini, hanno unito l'Azione Cattolica alla Cattedra di Pietro.
Il compiacimento, poi, nasce in Noi per la buona prova di validità data dall'Associazione: se essa, com'è naturale, può risentire del peso degli anni, trova tuttavia nella sua stessa esperienza centenaria la ragione di una presenza e di una testimonianza, nella vita della Chiesa, che giustamente si considera tuttora come esemplare di un peculiare tipo di apostolato, egregiamente qualificato e specificamente contraddistinto, tra l'altro, dalla fedele e responsabile collaborazione con la Gerarchia.
Amiamo, inoltre, riattestare la Nostra speranza, fondata e fiduciosa, nei confronti di un'organizzazione, che nel corso della sua lunga esistenza ha sempre saputo mantenersi identica a se stessa in talune sue note essenziali, e insieme corrispondere alle particolari necessità del momento, opportunamente interpretando i segni dei tempi e trovando le soluzioni più adatte alle mutevoli istanze dell'evoluzione storica.
È con soddisfazione che dalla lettura del nuovo Statuto abbiamo rilevato la ferma determinazione dell'Azione Cattolica Italiana di mantenere saggiamente quelle caratteristiche che garantiscono la sua autenticità, perché ne costituiscono la stessa ragion d'essere e la differenziano da altre pur legittime forme di apostolato: cioè, l'ispirazione spirituale-religiosa, la finalità formativa, e i particolari rapporti di diretta collaborazione con la Gerarchia ( cfr. Decr. Apostolicam actuositatem, 20 ).
Queste caratteristiche vogliamo Noi stessi ribadire.
Anzitutto l'Azione Cattolica non deve perdere di vista la sua originale vocazione spirituale-religiosa.
Il momento che viviamo è assai ricco di fermenti.
L'attrattiva dell'impegno temporale è forte e allettante.
Tutto ciò che è concreto, immediato, realizzabile a breve scadenza: tutto ciò che ha visibili riflessi esteriori e sociali sembra più desiderabile ed efficace che non una solida formazione religiosa, la quale richiede costante e difficile impegno personale.
Ma se è vero che il Concilio Vaticano II ha indicato nell'animazione cristiana dell'ordine temporale il compito specifico dei Laici ( Decr. cit., 7 ), esso ha peraltro chiaramente stabilito le imprescindibili basi soprannaturali per tale azione.
E l'Azione Cattolica, in questo quadro generale, assume perciò la precipua missione di mobilitare le energie spirituali dei suoi membri in un impegno morale e religioso completo, interiormente ed esternamente coerente; di rendere concreta testimonianza alla forza trasformatrice sempre viva ed operante della Parola di Dio intimamente assimilata e vissuta; di diffondere così, con una dedizione generosa, illuminata e confortata dalla grazia divina, il messaggio evangelico a tutti i livelli della società umana.
In secondo luogo, perché l'Azione Cattolica sia veramente tale, deve proporsi di conservare, secondo la felice espressione della nota illustrativa del nuovo Statuto, « rapporti di diretta collaborazione con la Gerarchia, che è promotrice, guida e garante della realizzazione del fine apostolico generale della comunità ecclesiale ».
Alla Gerarchia l'Azione Cattolica si affida con offerta libera, generosa e totale di collaborazione apostolica; della Gerarchia l'Azione Cattolica si mette a disposizione, per condividerne, nella forma e nella misura ad essa appropriate, le sollecitudini pastorali al servizio dell'intero Popolo di Dio.
Ecco i principi fondamentali che devono caratterizzare l'apostolato dell'Azione Cattolica.
Nello spazio molto ampio da essi delineato, esiste una legittima libertà di iniziative, di movimenti, di esperimenti e di nuovi ordinamenti, a dimostrare visibilmente che lo Spirito Santo suscita nei fedelissimi alla Chiesa, con varietà meravigliosa, idee sempre nuove e uomini capaci di realizzarle.
Sarà compito dei Pastori distinguere le forme valide di collaborazione apostolica dei Laici da quelle che non lo fossero.
E sarà un compito pastorale, che, come ha sottolineato il Concilio ( cfr. Cost. Lumen Gentium, 37; Decr. cit., 24-25 ), esige riflessione, e insieme comprensione e convinzione dell'apporto sostanziale dei Laici alla missione apostolica di tutta la Chiesa.
Rinnoviamo pertanto la Nostra soddisfazione, ringraziando quanti hanno dedicato la loro opera, nobile e meritoria, a dare un volto di rinnovata freschezza all'Azione Cattolica Italiana.
Essi hanno dimostrato un buono spirito, ed hanno compiuto un buon lavoro.
I risultati a cui sono pervenuti contengono la promessa di successivi progressi.
Approviamo perciò « ad experimentum », per un triennio, il nuovo Statuto dell'Azione Cattolica Italiana, secondo il testo proposto unanimemente dalla Giunta Centrale della medesima A.C.I., esaminato dalla Conferenza Episcopale Italiana, e da essa accettato.
Stabiliamo inoltre che il nuovo Statuto vada in vigore il 1° novembre 1969, festa di tutti i Santi.
E affinché la sua entrata in vigore segni l'inizio dell'auspicata vigorosa ripresa dell'Associazione tanto benemerita della Chiesa e dell'Italia, invochiamo abbondanti lumi dal Signore su codesta grande e operosa famiglia di cattolici attivi, ai quali tutti, come ai loro Assistenti ecclesiastici, inviamo di cuore la Nostra particolare Benedizione Apostolica.
Paulus PP. VI