13 maggio 1992
Al venerato fratello Cardinale Fiorenzo Angelini Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari
1. Accogliendo con favore la richiesta da Lei inoltrata, quale Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, ed anche come interprete dell'attesa di non poche Conferenze Episcopali e di Organismi cattolici nazionali e internazionali, desidero comunicarLe che ho deciso di istituire la « Giornata Mondiale del Malato », da celebrarsi l'11 febbraio di ogni anno, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes.
Considero, infatti, quanto mai opportuno estendere a tutta la Comunità ecclesiale una iniziativa che, già in atto in alcuni Paesi e regioni, ha dato frutti pastorali veramente preziosi.
2. La Chiesa che, sull'esempio di Cristo, ha sempre avvertito nel corso dei secoli il dovere del servizio ai malati e ai sofferenti come parte integrante della sua missione ( Dolentium Hominum, 1 ), è consapevole che « nell'accoglienza amorosa e generosa di ogni vita umana, soprattutto se debole e malata, vive oggi un momento fondamentale della sua missione » ( Christifideles Laici, 38 ).
Essa inoltre non cessa di sottolineare l'indole salvifica dell'offerta della sofferenza, che, vissuta in comunione con Cristo, appartiene all'essenza stessa della redenzione ( cfr. Redemptoris Missio, 78 ).
La celebrazione annuale della « Giornata Mondiale del Malato » ha quindi lo scopo manifesto di sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi;
di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza;
a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale sanitaria;
a favorire l'impegno sempre più prezioso del volontariato;
a richiamare l'importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine,
a far meglio comprendere l'importanza dell'assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre.
3. Come alla data dell'11 febbraio pubblicai, nel 1984, la Lettera apostolica Salvifici Doloris sul significato cristiano della sofferenza umana e, l'anno successivo, ebbi ad istituire codesto Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, così ritengo significativo fissare la medesima ricorrenza per la celebrazione della « Giornata Mondiale del Malato ».
Infatti, « insieme con Maria, Madre di Cristo, che stava sotto la croce, ci fermiamo accanto a tutte le croci dell'uomo di oggi » ( Salvifici Doloris, 31 ).
E Lourdes, santuario mariano tra i più cari al popolo cristiano, è luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno dell'accettazione e dell'offerta della sofferenza salvifica.
La prego, pertanto, di voler portare a conoscenza dei responsabili della pastorale sanitaria, nell'ambito delle Conferenze Episcopali, nonché degli Organismi nazionali e internazionali impegnati nel vastissimo campo della sanità, l'istituzione di tale « Giornata Mondiale del Malato », affinché, in armonia con le esigenze e le circostanze locali, la sua celebrazione sia debitamente curata con l'apporto dell'intero Popolo di Dio: Sacerdoti, Religiosi, Religiose e fedeli laici.
A tale scopo, sarà premura di codesto Dicastero attuare opportune iniziative di promozione e di animazione, affinché la « Giornata Mondiale del Malato » sia momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo, che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell'umanità.
4. Mentre auspico la piena collaborazione di tutti per il miglior avvio e sviluppo di detta « Giornata », ne affido l'efficacia soprannaturale alla mediazione materna di Maria « Salus Infirmorum » e all'intercessione dei Santi Giovanni di Dio e Camillo de Lellis, patroni dei luoghi di cura e degli Operatori sanitari.
Vogliano questi Santi estendere sempre più i frutti di un apostolato della carità di cui il mondo contemporaneo ha grande bisogno.
Avvalora questi voti la Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a Lei, Signor Cardinale, e a quanti La coadiuvano nella provvida opera a servizio dei malati.