Operosam diem |
23 Al di là del suo ricco apporto dottrinale, Ambrogio fu soprattutto pastore e guida spirituale.
Le sue indicazioni di vita ci aiutano anche a muoverci più speditamente verso l'obiettivo che ho indicato come prioritario nella celebrazione del primo anno di preparazione al terzo Millennio: il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani.
Ho scritto al riguardo: "È necessario, pertanto, suscitare in ogni fedele un vero anelito alla santità, un desiderio forte di conversione e di rinnovamento personale in un clima di sempre più intensa preghiera e di solidale accoglienza del prossimo".79
E in funzione di questo esigente ideale di perfezione, a cui tutti siamo chiamati, che desidero soffermarmi ora specificamente sull'insegnamento spirituale del Vescovo di Milano.
24 Per illustrare il cammino spirituale proposto alla Chiesa e a ciascun cristiano, sant'Ambrogio fa uso delle ricche immagini offerte nel Cantico dei cantici: nell'amore dei due sposi vede infatti rappresentato sia il matrimonio di Cristo con la Chiesa, sia l'unione dell'anima con Dio.
Due scritti sono, in particolare, dedicati a questo tema: l'ampia Expositio psalmi CXVIII e il piccolo trattato De Isaac vel anima.
Nel primo di essi, commentando in stretta connessione sia il Salmo 119, con la sua prolungata meditazione sulla Legge divina, sia ampie sezioni del Cantico dei cantici, il Vescovo insegna che la mistica dell'unione sponsale con Dio deve essere preparata dalla disciplina di una vita virtuosa e che, allo stesso tempo, l'impegno morale del cristiano non è chiuso in sé stesso ma finalizzato all'incontro mistico con Dio.
Per questo, ripercorrendo nel De Isaac le tappe della crescita spirituale, Ambrogio addita la necessità di un lungo e impegnativo cammino di ascesi e di purificazione, raccomandato del resto senza sosta in tutti i suoi scritti.
Egli segnala insieme che il progredire di tappa in tappa mira a quell'incontro con lo Sposo divino in cui l'anima sperimenta la pienezza di conoscenza e di unione nell'amore.
Allora infatti la sposa del Cantico, conducendo l'amato nella sua casa ( Ct 8,2 ), "prende dentro di sé il Verbo, per esserne ammaestrata";80 e, salendo appoggiata a lui ( Ct 8,5 ), sperimenta un'intimità totale con il Verbo divino: "Costei, commenta il santo Vescovo, o era adagiata su Cristo o si appoggiava su di lui o certamente, siccome stiamo parlando delle nozze, era stata ormai consegnata alla destra di Cristo e veniva condotta dallo sposo nel talamo".81
25 Chi ha aderito a Cristo, come la sposa allo sposo, è consapevole della presenza di Dio nella sua anima,82 prende da lui la forza per cercarLo ed entrare in comunione con Lui.83
Non è mai solo, perché vive con Lui.84
Cristo infatti ha sete di noi85 che, fatti per Lui e per Dio Trinità, siamo chiamati a diventare una sola cosa con Lui, mediante la sua inabitazione in noi:86 "Entri nella tua anima Cristo, abbia dimora nei tuoi pensieri Gesù, per precludere ogni spazio al peccato nella sacra tenda della virtù".87
Così viene sviluppandosi un rapporto sempre più profondo col Cristo: partendo dall'ascesi, condizione ineliminabile per giungere all'intimità con Lui,88 occorre desiderare Cristo,89 imitarLo,90 meditare sulla sua Persona ed i suoi esempi,91 pregarLo continuamente,92 cercarLo a lungo,93 parlare di Lui,94 esserGli sottomessi in tutto,95 offrirGli le nostre sofferenze e le nostre prove,96 trovando in Lui conforto e sostegno.97
Ma anche in questa ricerca di Lui, nulla potremmo da noi stessi, perché unicamente Cristo è il mediatore, la guida, la via.
"Cristo è tutto per noi" e quindi: "se vuoi curare una ferita, egli è medico; se sei riarso dalla febbre, è fontana; se sei oppresso dall'iniquità, è giustizia; se hai bisogno di aiuto, è forza; se temi la morte, è vita; se desideri il cielo, è via; se fuggi le tenebre, è luce; se cerchi cibo, è alimento".98
All'incontro con Cristo è chiamata ad approdare la nostra esistenza: "Andremo là dove ai suoi poveri servi il Signore Gesù ha preparato le dimore, per essere anche noi dove è lui: questo egli ha voluto".99
Per questo con sant'Ambrogio possiamo invocare: "Noi ti seguiamo, Signore Gesù: ma chiamaci, perché ti seguiamo: senza di te nessuno potrà salire.
Tu infatti sei la via, la verità, la vita, la possibilità, la fede, il premio.
Accogli i tuoi: sei la via; confermali: sei la verità; vivificali: sei la vita".100
26 Sant'Ambrogio sottolinea con chiarezza che un simile cammino è proposto a ciascun fedele e alla comunità ecclesiale nel suo insieme.
La meta, pur così elevata, non è riservata a pochi eletti, ma tutti i discepoli di Gesù la possono raggiungere, ascoltando la Parola di Dio, partecipando con frutto ai Sacramenti, osservando i comandamenti.
Questi sono i cardini della vita spirituale, attraverso i quali si stabilisce quell'intima comunione con Dio che ricolma di grazia la vita del credente.
Per questo le omelie del Vescovo sono colme di spunti morali, proposti agli ascoltatori con passione, incisività e intensa forza di persuasione.
Egli si impegna personalmente nella predicazione a coloro che si preparano ai Sacramenti dell'iniziazione cristiana.
Spiega loro il valore del Battesimo, mostrandone il nesso profondo con la morte e risurrezione di Cristo e insieme richiamando l'impegno morale che ne deriva: "Come è morto Cristo, così anche tu gusti la morte; come Cristo è morto al peccato e vive per Dio, così anche tu, mediante il sacramento del Battesimo, devi essere morto alle precedenti lusinghe dei peccati ed essere risorto mediante la grazia di Cristo.
È una morte, ma non nella realtà d'una morte fisica, bensì in un simbolo.
Quando t'immergi nel fonte, assumi la somiglianza della sua morte e della sua sepoltura, ricevi il sacramento della sua croce, perché Cristo fu appeso in croce e il suo corpo fu trafitto dai chiodi.
Tu sei crocifisso con lui, sei attaccato a Cristo, sei attaccato ai chiodi di nostro Signore Gesù Cristo, perché il diavolo non ti possa strappare da lui.
Mentre la debolezza della natura umana vorrebbe allontanartene, ti trattenga il chiodo di Cristo".101
27 L'approfondimento della dottrina di sant'Ambrogio sul Battesimo ben s'inserisce in quell' "impegno di attualizzazione sacramentale" che, nel cammino verso il Giubileo, dovrà ugualmente distinguere l'anno 1997, facendo leva appunto "sulla riscoperta del Battesimo come fondamento dell'esistenza cristiana".102
Ma non meno feconda si rivelerà la ricchissima dottrina sull'Eucaristia: essa è corpo di Cristo, fatto realmente presente dalla parola efficace del sacramento, quella stessa Parola divina che con potenza creò le cose all'inizio del mondo.
"Dopo la consacrazione ti dico che ormai c'è il corpo di Cristo.
Egli parlò, e fu fatto; egli comandò, e fu creato".103
L'Eucaristia è sostentamento quotidiano del cristiano, che ogni giorno viene così unito al sacrificio di salvezza: "Ricevi ogni giorno ciò che ogni giorno ti giova!
Vivi in modo da essere degno di riceverlo ogni giorno! […]
Tu senti ripetere che ogni volta che si offre il sacrificio, si annuncia la morte del Signore, la risurrezione del Signore, l'ascensione del Signore e la remissione dei peccati, e tuttavia non ricevi ogni giorno questo pane di vita?".104
28 Nell'inno Splendor paternae gloriae Ambrogio invita a cantare: "Cristo sia nostro cibo, nostra bevanda sia la fede; lieti beviamo la sobria ebbrezza dello Spirito".105
Nel De sacramentis, come a commentare le parole dell'inno, il Vescovo incita a gustare il pane eucaristico, in cui "non c'è amarezza, ma ogni soavità", e il vino, che arreca una gioia che "non può essere contaminata dalla sozzura di nessun peccato".
Infatti ogni volta che si beve il calice di Cristo, si riceve la remissione dei peccati e si è inebriati dello Spirito: "Chi si ubriaca di vino, barcolla e tentenna; chi si inebria dello Spirito, è radicato in Cristo.
Perciò è un'eccellente ebbrezza, perché produce la sobrietà della mente".106
Con l'espressione "sobria ebbrezza dello Spirito", Ambrogio sembra voler sintetizzare la sua concezione della vita spirituale.
Ci fa comprendere così che essa è ebbrezza, gaudio e pienezza di comunione con Cristo; ci insegna altresì che non si traduce in una esaltazione scomposta ed entusiasta, ma esige piuttosto una sobrietà operosa; ricorda soprattutto che essa è dono dello Spirito di Dio.
Coloro che attingono diligentemente alle Sacre Scritture, ricevono questa ebbrezza che "rinsalda i passi di una mente sobria" e che "irriga il terreno della vita eterna che ci è stato donato".107
La vita spirituale che il Pastore di Milano insegna ai suoi fedeli è insieme esigente e attraente, concreta e immersa nel mistero.
Anche per la Chiesa di oggi desidero che risuoni questo suo invito forte e coinvolgente.
Indice |
78 | Hymni, II, " Splendor paterne gloriae ": Saemo 22, p. 38; De Noe 29, 111: Saemo 21, p. 502 |
79 | Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente 42 |
80 | De Isaac vel anima, 8, 71: Saemo 3, p. 114 |
81 | Ibid., 8, 72: l.c. |
82 | De Iacob et vita beata, I, 8, 39: Saemo 3, p. 272 |
83 | Explanatio ps. XLIII, 28: Saemo 8, pp. 120-122 |
84 | De officiis, III, 1, 7: Saemo 13, p. 276 |
85 | Explanatio ps. LXI, 14: Saemo 8, p. 294 |
86 | De fide, IV, 3, 35: Saemo 15, p. 272 |
87 | "Inhabitet in tuis Iesus membris". Expositio ps. CXVIII, IV, 26: Saemo 9, p. 192 |
88 | Explanatio ps. XLVII, 10: Saemo 8, pp. 223-236; Explanatio ps. XXXVI, 12: Saemo 7, p. 160 |
89 | Expositio ps. CXVIII, XI, 4: Saemo 9, p. 450 |
90 | Explanatio ps. XXXVII, 5: Saemo 7, p. 260 |
91 | Explanatio ps. XL, 4: Saemo 8, p. 40 |
92 | Expositio ps. CXVIII, XIX, 16; 18; 30; 32: Saemo 10, pp. 296; 298; 310; 312; Explanatio ps. XXXXVIII, 11: Saemo 7, p. 340 |
93 | De Isaac vel anima, 4, 33: Saemo 3, p. 70 |
94 | Explanatio ps. XXXVI, 65: Saemo 7, p. 232 |
95 | Ibid., 16: l.c., pp. 164-166 |
96 | Explanatio ps. XXXVII, 32: Saemo 7, pp. 292-294; De Iacob et vita beata, I, 7, 27: Saemo 3, p. 256 |
97 | De fide, II, 11, 95: Saemo 15, p. 172 |
98 | De virginitate, 16, 99: Saemo 14II, p. 80 |
99 | De bono mortis, 12, 53: Saemo 3, p. 202 |
100 | Ibid., 12, 55: l.c., p. 204 |
101 | De sacramentis, II, 7, 23: Saemo 17, p. 70 |
102 | Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente 41 |
103 | De sacramentis, IV, 4, 16: Saemo 17, p. 94; Explanatio ps. XXXVIII, 25: Saemo 7, p. 358 |
104 | Ibid., V, 4, 25: l.c., p. 114 |
105 | " Christusque nobis sit cibus potusque noster sit fides: laeti bibamus sobriam ebrietatem Spiritus ": Hymni, II: Saemo 22, pp. 36-38 |
106 | De Sacramentis, V, 3, 17: Saemo 17, p. 108 |
107 | Explanatio ps. I, 33: Saemo 7, p. 80 |