Lunedì, 25 novembre 2013
Guai a illudersi di essere padroni del nostro tempo.
Si può essere padroni del momento che stiamo vivendo, ma il tempo appartiene a Dio ed egli ci dona la speranza per viverlo.
C'è tanta confusione oggi nel determinare a chi effettivamente appartenga il tempo, ma - ha avvertito Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata martedì mattina, 26 novembre, nella cappella di Santa Marta - non dobbiamo lasciarci ingannare.
E ha spiegato il perché e il come soffermandosi a riflettere su quanto propongono le letture di quest'ultimo periodo dell'anno liturgico, durante il quale « la Chiesa ci fa riflettere sulla fine ».
San Paolo, ha notato il Papa, « tante volte torna su questo e lo dice molto chiaramente: "La facciata di questo mondo sparirà".
Ma questa è un'altra cosa.
Le letture spesso parlano di distruzione, di fine, di calamità ».
Quella verso la fine è una strada che deve percorrere ognuno di noi, ogni uomo, tutta l'umanità.
Ma mentre la percorriamo « il Signore ci consiglia due cose - ha specificato il Pontefice -.
Due cose che sono diverse a seconda di come viviamo.
Perché differente è vivere nel momento e differente è vivere nel tempo ».
E ha sottolineato che « il cristiano è, uomo o donna, colui che sa vivere nel momento e sa vivere nel tempo ».
Il momento, ha aggiunto il vescovo di Roma, è quello che abbiamo in mano nell'istante in cui viviamo.
Ma non va confuso con il tempo perché il momento passa.
« Forse noi - ha precisato - possiamo sentirci padroni del momento ».
Ma, ha aggiunto, « l'inganno è crederci padroni del tempo.
Il tempo non è nostro.
Il tempo è di Dio ».
Certamente il momento è nelle nostre mani e abbiamo anche la libertà di prenderlo come più ci aggrada, ha spiegato ancora il Papa.
Anzi « noi possiamo diventare sovrani del momento.
Ma del tempo c'è solo un sovrano: Gesù Cristo.
Per questo il Signore ci consiglia: "Non lasciatevi ingannare.
Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: Sono io, e il tempo è vicino?
Non andate dietro a loro ( Mc 13,6 ).
Non lasciatevi ingannare nella confusione ».
Ma come è possibile superare questi inganni?
Il cristiano, ha spiegato il Santo Padre, per vivere il momento senza lasciarsi ingannare deve orientarsi con la preghiera e il discernimento.
« Gesù rimprovera quelli che non sapevano discernere il momento », ha aggiunto il Papa che ha poi fatto riferimento alla parabola del fico ( Mc 13,28-29 ), nella quale Cristo riprende quanti sono capaci di intuire l'arrivo dell'estate dal germogliare del fico e non sanno invece riconoscere i segni di questo « momento, parte del tempo di Dio ».
Ecco a cosa serve il discernimento, ha spiegato: « per conoscere i veri segni, per conoscere la strada che dobbiamo prendere in questo momento ».
La preghiera, ha proseguito il Pontefice, è necessaria per vivere bene questo momento.
Invece per quanto riguarda il tempo, « del quale soltanto il Signore è Padrone », noi - ha ribadito il Pontefice - non possiamo fare nulla.
Non c'è infatti virtù umana che possa servire a esercitare qualche potere sul tempo.
L'unica virtù possibile per guardare al tempo « deve essere regalata dal Signore: è la speranza ».
Preghiera e discernimento per il momento; speranza per il tempo: « così il cristiano si muove su questa strada del momento, con la preghiera e il discernimento.
Ma lascia il tempo alla speranza.
Il cristiano sa aspettare il Signore in ogni momento; ma spera nel Signore alla fine dei tempi.
Uomo e donna di momenti e di tempo, di preghiera e discernimento e di speranza ».
E l'invocazione finale del Papa è stata: « Ci dia il Signore la grazia di camminare con la saggezza.
Anche questa è un dono: la saggezza che nel momento ci porta a pregare e a discernere e nel tempo, che è messaggero di Dio, ci fa vivere con speranza ».