Lunedì, 9 febbraio 2015
Dio è sempre all'opera per amore e sta a noi rispondergli con responsabilità e in spirito di riconciliazione, lasciando campo allo Spirito Santo.
È l'invito rivolto dal Papa nella messa celebrata lunedì mattina, 9 febbraio, nella cappella della Casa Santa Marta.
« La liturgia dell- Parola di oggi - ha spiegato subito Francesco riferendosi al passo della Genesi ( Gen 1,1-19 ) - ci porta a pensare, a meditare sui lavori di Dio: Dio lavora ».
Tanto che « Gesù stesso ha detto: "Mio Padre ancora lavora, ancora agisce, ancora opera; anche Io!" ».
E così, ha ricordato il Papa, « alcuni teologi medievali spiegavano: prima Dio, il Creatore, crea l'universo, crea i cieli, la terra, i viventi.
Lui crea. Il lavoro di creazione ».
Però « la creazione non finisce: Lui continuamente sostiene quello che ha creato, opera per sostenere quello che ha creato perché vada avanti ».
Proprio nel vangelo di Marco ( Mc 6,53-56 ), ha fatto notare il Papa, « vediamo "l'altra creazione" di Dio » cioè « quella di Gesù che viene a "ri-creare" quello che era stato rovinato dal peccato ».
E « vediamo Gesù fra la gente ».
Scrive infatti Marco: « Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e accorrendo da tutta quella regione cominciò a portargli sulle barelle i malati, dovunque udiva Egli si trovasse; e quanti lo toccavano venivano salvati ».
È « la "ri-creazione" », appunto e « la liturgia esprime l'anima della Chiesa in questo, quando fa dire in una bella preghiera: "Oh Dio che Tu così meravigliosamente hai creato l'universo, ma più meravigliosamente lo hai ricreato nella redenzione" ».
Dunque « questa "seconda creazione" è più meravigliosa della prima, questo secondo lavoro è più meraviglioso ».
C'è poi, ha proseguito Francesco, « un altro lavoro: il lavoro della perseveranza nella fede, che Gesù dice che lo fa lo Spirito Santo: "Io vi invierò il Paraclito e Lui vi insegnerà e vi ricorderà, vi farà ricordare quello che ho detto" ».
È « il lavoro dello Spirito dentro di noi, per fare viva la parola di Gesù, per conservare la creazione, per garantire che questa creazione non venga meno ».
Dunque « la presenza dello Spirito lì, che fa viva la prima creazione e la seconda ».
Insomma « Dio lavora, continua a lavorare e noi possiamo domandarci come dobbiamo rispondere a questa creazione di Dio, che è nata dall'amore perché Lui lavora per amore ».
Così « alla "prima creazione" dobbiamo rispondere con la responsabilità che il Signore ci dà: "La terra è vostra, portatela avanti; fatela crescere!" ».
Perciò « anche per noi c'è la responsabilità di far crescere la terra, di far crescere il creato, di custodirlo e farlo crescere secondo le sue leggi: noi siamo signori del creato, non padroni ».
E non dobbiamo « impadronirci del creato, ma farlo andare avanti, fedeli alle sue leggi ».
Proprio « questa è la prima risposta al lavoro di Dio: lavorare per custodire il creato, per farlo fruttificare ».
In questa prospettiva, ha sostenuto il Papa, « quando noi sentiamo che la gente fa riunioni per pensare a come custodire il creato, possiamo dire: "Ma no, sono i verdi!" ».
Invece, ha rilanciato, « non sono i verdi: questo è cristiano! ».
Ed « è la nostra risposta alla "prima creazione" di Dio, è la nostra responsabilità! ».
Difatti « un cristiano che non custodisce il creato, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio, quel lavoro nato dall'amore di Dio per noi ».
E « questa è la prima risposta alla prima creazione: custodire il creato, farlo crescere ».
Ma « alla "seconda creazione", come rispondiamo? » ha domandato Francesco, rilevando che, in proposito, « l'apostolo Paolo ci dice una parola giusta, che è la vera risposta: "Lasciatevi riconciliare con Dio" ».
Si tratta, ha spiegato, di « quell'atteggiamento interiore aperto per andare continuamente sulla strada della riconciliazione interiore, della riconciliazione comunitaria, perché la riconciliazione è opera di Cristo ».
E Paolo dice ancora: « Dio ha riconciliato il mondo in Cristo ».
E « questa è la seconda risposta ».
Dunque « alla "seconda creazione" noi diciamo: "Sì, dobbiamo lasciarci riconciliare col Signore" ».
Francesco ha poi proposto un'altra questione: « E al lavoro che fa lo Spirito Santo in noi, di ricordarci le parole di Gesù, di spiegarci, di fare capire quello che Gesù ha detto, come rispondiamo? ».
È stato proprio « Paolo a dirci » di non rattristare « lo Spirito Santo che è in voi: state attenti, è il vostro ospite, è dentro di voi, lavora dentro di voi!
Non rattristate lo Spirito Santo ».
E questo « perché noi crediamo in un Dio personale.
Dio è persona: è persona Padre, persona Figlio e persona Spirito Santo ».
Del resto « tutti e tre sono coinvolti in questa creazione, in questa ricreazione, in questa perseveranza nella ri-creazione ».
Così « a tutti e tre noi rispondiamo: custodire e far crescere il creato, lasciarci riconciliare con Gesù, con Dio in Gesù, in Cristo, ogni giorno, e non rattristare lo Spirito Santo, non cacciarlo via: è l'ospite del nostro cuore, quello che ci accompagna, ci fa crescere ».
In conclusione il Papa ha pregato perché « il Signore ci dia la grazia di capire che Lui è all'opera; e ci dia la grazia di rispondere giustamente a questo lavoro di amore ».