Giovedì, 11 giugno 2015
In cammino verso Dio e verso gli altri, nel servizio e nella povertà.
Così si potrebbe sintetizzare la meditazione di Papa Francesco nel corso della messa celebrata a Santa Marta giovedì 11 giugno.
Nel commentare il brano di Matteo ( Mt 10,7-13 ) nel quale « Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare il vangelo, la nuova notizia, il vangelo di salvezza », il Pontefice ha infatti sottolineato come si possano estrapolare « tre parole chiave per capire bene quello che Gesù vuole dai suoi discepoli » e « da tutti noi che seguiamo lui ».
Le tre parole sono: « cammino, servizio e gratuità ».
Innanzitutto Gesù invia « a un cammino ».
Un cammino che, beninteso, non è una semplice « passeggiata ».
Quello di Gesù, ha spiegato Francesco, « è un invio con un messaggio: annunciare il vangelo, uscire per portare la salvezza, il vangelo della salvezza ».
E questo è « il compito che Gesù dà ai suoi discepoli ».
Perciò chi « rimane fermo e non esce, non dà quello che ha ricevuto nel battesimo agli altri, non è un vero discepolo di Gesù ».
Infatti « gli manca la missionarietà », gli manca « l'uscire da se stesso per portare qualcosa di bene agli altri ».
C'è poi, ha approfondito il Papa, anche un altro « percorso del discepolo di Gesù », ovvero « il percorso interiore », quello del « discepolo che cerca il Signore tutti i giorni, nella preghiera, nella meditazione ».
E non è secondario, ha sottolineato Francesco: « Anche quel percorso il discepolo deve farlo perché se non cerca sempre Dio, il vangelo che porta agli altri sarà un vangelo debole, annacquato, senza forza ».
Quindi c'è un « doppio cammino che Gesù vuole dai suoi discepoli ».
Questo racchiude la « prima parola » messa in evidenza dal Vangelo di oggi: « camminare, cammino ».
C'è poi la seconda: « servizio ».
Ed è strettamente legata alla prima.
Occorre infatti, ha detto il Papa, « camminare per servire gli altri ».
Si legge nel vangelo: « Strada facendo predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni ».
Qui si ritrova il « dovere del discepolo: servire ».
A tale riguardo il Pontefice è stato molto chiaro: « Un discepolo che non serve agli altri non è cristiano ».
Punto di riferimento di ogni discepolo deve essere ciò che « Gesù ha predicato in quelle due colonne del cristianesimo: le beatitudini e poi il "protocollo" sul quale noi saremo giudicati », cioè quello indicato da Matteo al capitolo 25.
Questa deve essere la « cornice » del « servizio evangelico ».
Non ci sono scappatoie: « Se - ha detto il Papa - un discepolo non cammina per servire, non serve per camminare.
Se la sua vita non è per il servizio, non serve per vivere, come cristiano ».
Proprio su questo aspetto si trova, in molti, la « tentazione dell'egoismo ».
C'è infatti chi dice: « Sì, io sono cristiano, per me sono in pace, mi confesso, vado a messa, compio i comandamenti ».
Ma, ha obiettato il Pontefice, il servizio agli altri dov'è?
Dov'è « il servizio a Gesù nell'ammalato, nel carcerato, nell'affamato, nel nudo»?
Eppure proprio questo è ciò « che Gesù ci ha detto che dobbiamo fare perché lui è lì ».
Ecco quindi la seconda parola chiave: il « servizio a Cristo negli altri ».
C'è conseguenzialità anche nella « terza parola di questo brano », che è « gratuità ».
Camminare, nel servizio, nella gratuità.
Si legge infatti: « Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date ».
Un particolare fondamentale, tanto da spingere il Signore a chiarirlo bene, nel caso « i discepoli non avessero capito ».
Egli spiega loro: « Non procuratevi oro, né argento, né denaro nelle vostre cinture, né sacca di viaggio, né due tuniche ».
Vale a dire, ha puntualizzato Francesco, che « il cammino del servizio è gratuito perché noi abbiamo ricevuto la salvezza gratuitamente ».
Nessuno di noi « ha comprato la salvezza, nessuno di noi l'ha meritata »: l'abbiamo per « pura grazia del Padre in Gesù Cristo, nel sacrificio di Gesù Cristo ».
Perciò, ha detto il Papa, « è triste quando si trovano cristiani che dimenticano questa parola di Gesù: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" ».
Ed è triste quando a dimenticarsi della gratuità sono « comunità cristiane », « parrocchie », « congregazioni religiose » o « diocesi ».
Quando ciò accade, ha messo in guardia il Pontefice, è perché dietro « c'è l'inganno » di presumere « che la salvezza viene dalle ricchezze, dal potere umano ».
Papa Francesco ha quindi riassunto così la sua riflessione: « Tre parole.
Cammino, ma cammino come un invio per annunciare.
Servizio: la vita del cristiano non è per se stesso, è per gli altri, come è stata la vita di Gesù ».
E in terzo luogo, « gratuità ».
Così, ha detto, potremo riporre la nostra speranza in Gesù, il quale « ci invia così una speranza che non delude mai ».
Invece, « quando la speranza è nella propria comodità nel cammino o la speranza è nell'egoismo di cercare le cose per sé » e non per servire gli altri, oppure « quando la speranza è nelle ricchezze o nelle piccole sicurezze mondane, tutto questo crolla.
Il Signore stesso lo fa crollare ».
Da qui l'invito finale del Pontefice a proseguire la celebrazione eucaristica: « Facciamo questo cammino verso Dio con Gesù sull'altare, per poi camminare verso gli altri nel servizio e nella povertà, soltanto con la ricchezza dello Spirito Santo che lo stesso Gesù ci ha dato ».