Lunedì, 4 aprile 2016
« Sì »: per il cristiano non c'è altra risposta alla chiamata di Dio.
E soprattutto non ci deve essere mai l'atteggiamento di chi fa finta di non capire e si gira dall'altra parte.
È proprio nella solennità dell'Annunciazione del Signore, lunedì mattina 4 aprile, che il Papa ha invitato a vivere una vera e propria « festa del sì », celebrando la messa nella cappella della Casa Santa Marta.
E un « sì » convinto stamani lo hanno pronunciato i sacerdoti che hanno concelebrato con Francesco nel giorno del loro cinquantesimo anniversario di ordinazione.
E anche le religiose vincenziane che lavorano a Santa Marta che hanno rinnovato i voti.
« È tutta una storia che finisce e incomincia in questa solennità che oggi celebriamo: la storia dell'uomo, quando esce dal paradiso » ha voluto subito far notare il Papa all'inizio dell'omelia.
Dopo il peccato, infatti, il Signore comanda all'uomo di camminare e riempire la terra: « Sii fecondo e vai avanti ».
Ma « il Signore era attento a quello che faceva l'uomo ».
Tanto che « alcune volte, quando l'uomo sbagliò, Lui punì l'uomo: pensiamo a Babele o al diluvio ».
Così Dio sempre « guardava cosa faceva l'uomo: a un certo punto, questo Dio che guardava e custodiva l'uomo, decise di fare un popolo e chiama nostro padre Abramo: "Esci dalla tua terra, dalla tua casa" ».
E Abramo « obbedì, ha detto "sì" » al Signore « ed è partito dalla sua terra senza sapere dove sarebbe andato ».
È « il primo "sì" del popolo di Dio ».
E proprio « con Abramo, Dio - che guardava il popolo - incominciò a "camminare con".
E camminò con Abramo: "Cammina nella mia presenza" gli ha detto ».
Dio, ha spiegato il Papa, « fece poi lo stesso con Mosè, al quale a ottant'anni disse: "Fa' questo".
E Mosè a ottant'anni - è anziano - dice "sì!".
E va a liberare il popolo ».
Ma Dio, ha affermato ancora il Pontefice, « fece lo stesso con i profeti »: pensiamo per esempio a Isaia che, quando il Signore gli dice di andare a dire le cose al popolo, risponde di avere « le labbra impure ».
Ma « il Signore purifica le labbra di Isaia e Isaia dice "sì!" ».
E anche con Geremia, ha ricordato il Papa, avviene lo stesso: « Signore, io non so parlare, sono un ragazzino! » è la prima risposta del profeta.
Ma Dio gli comanda di andare comunque e lui risponde « sì! ».
Sono « tanti, tanti » quelli « che hanno detto "sì" », è davvero una « umanità di uomini e donne anziani che hanno detto "sì" alla speranza del Signore ».
E nell'omelia Francesco ha voluto ricordare anche Simeone e Anna.
« Oggi - ha spiegato - il Vangelo ci dice la fine di questa catena di "sì" e l'inizio di un altro "sì" che incomincia a crescere: il "sì" di Maria ».
Proprio « questo "sì" fa che Dio - ha affermato il Pontefice - non solo guardi come va l'uomo, non solo cammini con il suo popolo, ma che si faccia uno di noi e prenda la nostra carne ».
Infatti « il "sì" di Maria apre la porta al "sì" di Gesù: "Io vengo per fare la tua volontà" ».
E « questo "sì" che va con Gesù durante tutta la vita, fino alla croce: "Allontana da me questo calice, Padre, ma sia fatta la tua volontà" ».
È « in Gesù Cristo che, come dice Paolo ai corinzi, vi è il "sì" di Dio: Lui è il "sì" ».
« È una bella giornata - ha rimarcato il Papa - per ringraziare il Signore di averci insegnato questa strada del "sì", ma anche per pensare alla nostra vita ».
Oltrettutto « alcuni di voi - ha detto rivolgendosi direttamente ai sacerdoti presenti alla messa - celebrano il cinquantesimo di sacerdozio: bella giornata per pensare ai "sì" della vostra vita ».
Ma « tutti noi, durante ogni giorno, dobbiamo dire "sì" o "no", e pensare se sempre diciamo "sì" o tante volte ci nascondiamo, con la testa bassa, come Adamo e Eva, per non dire "no" » facendo finta di non capire « quello che Dio chiede ».
« Oggi è la festa del "sì"» ha rilanciato Francesco.
Infatti « nel "sì" di Maria c'è il "sì" di tutta la storia della salvezza e incomincia lì l'ultimo "sì" dell'uomo e di Dio: lì Dio ricrea, come all'inizio con un "sì" ha fatto il mondo e l'uomo, quella bella creazione: con questo "sì" io vengo per fare la tua volontà e più meravigliosamente ricrea il mondo, ricrea tutti noi ».
È « il "sì" di Dio che ci santifica, che ci fa andare avanti in Gesù Cristo ».
Ecco perché oggi è la giornata giusta « per ringraziare il Signore e per domandarci: io sono uomo o donna del "sì" o sono uomo o donna del "no"?
O sono uomo o donna che guardo un po' dall'altra parte, per non rispondere? ».
Il Papa ha quindi espresso la speranza « che il Signore ci dia la grazia di entrare in questa strada di uomini e donne che hanno saputo dire il "sì" ».
E dopo aver avuto un pensiero per i sacerdoti, Francesco ha concluso rivolgendosi alle religiose della comunità di Santa Marta: « In questo momento, in silenzio, le suore che sono in questa Casa rinnoveranno i voti: lo fanno ogni anno, perché San Vincenzo era intelligente e sapeva che la missione che affidava loro era molto difficile, e per questo ha voluto che ogni anno rinnovassero i voti.
Noi in silenzio accompagniamo la rinnovazione ».