Martedì, 24 maggio 2016
« Oggi, 24 maggio, è la festa di Maria Ausiliatrice che in Cina si celebra con particolare devozione.
Offro questa messa per tutti i cinesi, per questo grande Paese, perché il Signore benedica la Cina »: con queste parole Papa Francesco ha iniziato la celebrazione eucaristica nella cappella di Casa Santa Marta nel corso della quale, durante l'omelia, ha approfondito il tema della « santità semplice », quella a cui tutti i cristiani sono chiamati: un « cammino » - ha detto - da fare « tutti i giorni » con « coraggio, speranza, grazia e conversione ».
La meditazione di Francesco ha preso le mosse dal brano della Lettera di san Pietro ( 2 Pt 1,10-16 ) proposto dalla liturgia del giorno: « un piccolo trattato sulla santità, un'esortazione, ma anche una segnalazione del cammino verso la santità ».
Si tratta, ha spiegato il Papa, della « santità semplice di tutti i cristiani, la santità di ogni giorno, la nostra, quella che dobbiamo fare tutti i giorni ».
Il riferimento ultimo è chiaro: san Pietro lo indica dicendo: « sta scritto: "Sarete santi poiché io sono santo" », e lo stesso Dio ad Abramo dice: « Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile ».
Cioè, ha spiegato Francesco: « la santità è camminare alla presenza di Dio e in modo irreprensibile ».
E ha aggiunto: « la santità non si può comprare, non si vende. Neppure si regala ».
Infatti essa « è un cammino alla presenza di Dio, che devo fare io: non può farlo un altro nel mio nome ».
Certo, « io posso pregare perché quell'altro sia santo, ma il cammino deve farlo lui, non io ».
Per chiarire meglio, il Pontefice, seguendo il testo di Pietro, ha indicato alcune « parole » utili a insegnarci « come è la santità di ogni giorno, quella santità - diciamo - anche anonima ».
Innanzitutto occorre il « coraggio ».
Lo ricorda anche Pietro: « Perciò, cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutto, andate avanti, mettetecela tutta: coraggio! ».
Serve sempre « il coraggio di andare avanti », perciò si può dire che « il Regno dei Cieli di Gesù è per i coraggiosi ».
L'apostolo poi continua: « Ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data ».
Da qui la seconda parola utile: « speranza ».
Non si può, ha chiosato il Papa, « andare a intraprendere un cammino senza volere arrivare.
Noi, ha detto, aspettiamo « un incontro con Dio, un incontro con Gesù »: questa speranza « muove il coraggio ».
San Pietro parla poi di « grazia ».
Ed è la terza parola che fa capire come « la santità non possiamo farla noi da soli », ma « è una grazia ».
Ha spiegato Francesco: « Essere buono, essere santo, andare tutti i giorni un po' un passo avanti nella vita cristiana è una grazia di Dio e dobbiamo chiederla » e avere « disponibilità » a riceverla.
Sul tema della « speranza del cammino » il Pontefice ha anche suggerito di rileggere il capitolo XI della Lettera agli Ebrei: « racconta il cammino dei nostri padri, dei primi chiamati da Dio.
E come loro sono andati avanti.
E del nostro padre Abramo dice: "Ma, lui uscì senza sapere dove andasse" ».
Ognuno di noi, ha detto, può « chiedere questa grazia al Signore » e « con semplicità » pregare: « Signore, io sono un poveraccio, ma tu puoi fare il miracolo di farmi un po' meglio ».
Possiamo così « aprire il cuore » perché lo Spirito lavori in noi.
C'è infine un'altra parola sempre suggerita da Pietro che scrive: « come figli obbedienti non conformatevi ai desideri di un tempo quando eravate nell'ignoranza.
Ma come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi ».
Qui si parla di « conversione ».
Ha detto il Papa: lungo il cammino « non dobbiamo guardare indietro: è una strada per andare avanti, verso l'orizzonte, con speranza, con coraggio, aperti alla grazia », ma capita che « un giorno vado avanti, un altro giorno vado indietro, avanti e indietro.
E questo non aiuta », ci fa rimanere « fermi nello stesso posto ».
Perciò « tutti i giorni » abbiamo bisogno di conversione.
Magari qualcuno potrà dire: « Padre, per convertirmi io devo fare penitenze, darmi delle bastonate », e invece, ha spiegato Francesco, servono « conversioni piccole ».
E così, « se tu sei capace di riuscire a non sparlare di un altro, sei sul buon cammino per diventare santo ».
Siamo chiamati a cose semplici: « Ho voglia di fare una critica al vicino, al compagno di lavoro »? sarà utile « mordere la lingua un po' », forse « si gonfierà » ma « il vostro spirito sarà più santo, in questo cammino ».
L'importante è « andare avanti » in questo cammino « semplice » ma che richiede anche « fortezza » - che è un dono dello Spirito Santo - per « portare le sofferenze ».
Infatti esse comunque arrivano nella vita: « che sia una malattia o la morte di uno dei cari o un problema con i figli o con i fratelli o un problema più grande negli affari o nel lavoro ».
Il riferimento è sempre Gesù, il quale « è andato avanti e ha sofferto ».
Così anche per noi « i piccoli pezzi di croce ci sono », ma c'è anche « la gioia di questo cammino » durante il quale, « ogni momento » incontriamo Gesù.
Quindi, ha riassunto Francesco: « Coraggio, speranza, grazia, conversione e fortezza », così « si fa la santità di ogni giorno, nella Chiesa: tutti i giorni un passino avanti in questo cammino verso l'incontro con il Signore ».