Martedì, 24 gennaio 2017
Anelli di una lunga catena di « eccomi » che parte da Abramo e arriva a oggi, passando per quello decisivo di Gesù al Padre: questo, secondo Papa Francesco, sono i cristiani, chiamati ogni giorno a « fare la volontà del Signore » inserendosi nel disegno provvidenziale della storia della salvezza.
Una realtà approfondita grazie alla meditazione sulle letture della messa celebrata a Santa Marta martedì 24 gennaio.
La liturgia, in continuità con quella del giorno precedente, ha spinto il Pontefice a riflettere « sul sacerdozio di Gesù, il sacerdozio definitivo, unico ».
Punto di partenza, ancora una volta, è stata la prima lettura tratta dalla lettera agli Ebrei ( Eb 10,1-10 ) nella quale è affrontato il tema del sacrificio.
« I sacerdoti - ha spiegato Francesco - a quei tempi, offrivano sacrifici ma dovevano offrirli continuamente, anno dopo anno, perché non erano definitivi, non erano una volta per sempre ».
Il cambiamento decisivo c'è stato con « il sacerdozio di Gesù, che fa l'unico sacrificio di una volta per sempre ».
Una differenza sostanziale: « In quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, si chiede perdono di anno in anno »; invece Cristo dice: « Tu non hai voluto né sacrifici né offerta; un corpo, invece, mi hai preparato.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo, per fare - o Dio - la tua volontà" ».
È stato proprio questo, ha suggerito il Papa, « il primo passo », di Gesù nel mondo: « Io vengo per fare la tua volontà ».
E la volontà del Padre era che « con questo sacrificio si abolissero tutti i sacrifici e questo fosse l'unico ».
Perciò si legge nella Scrittura: « Tu non hai voluto, non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato.
Ecco, io vengo a fare la tua volontà ».
Proprio questa parola di Gesù, ha detto il Pontefice, chiude una storia « di "eccomi" concatenati - la storia della salvezza è questo: una storia di "eccomi" concatenati ».
Tutto cominciò con Adamo, che « si nascose perché aveva paura del Signore »: da allora il Signore cominciò « a chiamare e a sentire la risposta di quegli uomini e donne che dicono: "Eccomi.
Sono disposto. Sono disposta" ».
Fino ad arrivare « all'ultimo "eccomi", quello di Gesù: "Per fare la tua volontà" ».
Il Papa ha ripercorso brevemente questa storia, richiamando Abramo, Mosè, i profeti Isaia e Geremia.
E ancora: il piccolo Samuele, che sente la voce del Signore e risponde: « Eccomi, Signore ».
Fino a giungere « all'ultimo "eccomi", grande, di Maria: "Si faccia la volontà di Dio. Io sono la serva. Eccomi" ».
Si tratta di « una storia di "eccomi" », ma, ha sottolineato Francesco, di "eccomi" « non automatici ».
In ognuno dei racconti biblici evocati si nota infatti che « il Signore dialoga con quelli che invita ».
Abramo ha « anche negoziato » con lui per « non distruggere quelle due città ».
Allo stesso modo Isaia che obiettava: « Ma, sono peccatori, non posso … », o Geremia: « Ma sono un bambino, non so parlare … » e il Signore lo tranquillizza: « Io ti farò parlare! ».
Per Elia che lamentava: « Io ho paura, voglio morire, no, no, ho paura, non voglio », la risposta fu: « Alzati: mangia, bevi e vai avanti! ».
« Il Signore - ha detto il Papa raccogliendo in un'unica considerazione tutte queste citazioni - dialoga sempre con quelli che invita a fare questa strada e a dire l'"eccomi".
Ha tanta pazienza, tanta pazienza ».
E ha aggiunto un ulteriore esempio ricordando « i ragionamenti di Giobbe, che non capisce », e le risposte del Signore che « lo corregge » finché arriva il suo "eccomi": « Signore, tu hai ragione: io soltanto ti conoscevo per sentito dire; adesso i miei occhi ti hanno visto ».
Ed è qui che il Pontefice ha innestato un insegnamento valido per ogni uomo: « La vita cristiana è questo: un "eccomi", un "eccomi" continuo ».
« Uno dietro l'altro » si ritrovano nella Bibbia tutti gli « eccomi » pronunciati.
Ed « è bello », ha detto il Papa, « leggere la Scrittura » andando proprio a cercare « le risposte delle persone al Signore », tutte le volte che qualcuno ha detto: « Eccomi, io sono per fare la tua volontà ».
Bello e coinvolgente, perché, ha spiegato Francesco, « questa liturgia della parola di oggi ci invita a riflettere: "Ma come va il mio "eccomi" al Signore?
E l'"eccomi" della mia vita, come va? ».
Proprio ripercorrendo le Scritture ci si rende conto che la risposta non è per nulla scontata: « Vado a nascondermi, come Adamo, per non rispondere?
O, quando il Signore mi chiama, invece di dire "eccomi" o "cosa vuoi da me?", fuggo, come Giona che non voleva fare quello che il Signore gli chiedeva? ».
O ancora: « Faccio finta di fare la volontà del Signore, ma soltanto esternamente, come i dottori della legge che Gesù condanna duramente » perché « facevano finta » e dicevano: « Tutto bene …, niente domande: io faccio questo e niente di più »?
Tra le risposte possibili ci potrebbe essere anche quella di chi guarda « da un'altra parte come hanno fatto il levita e il sacerdote davanti a quel pover'uomo ferito, picchiato dai briganti, lasciato mezzo morto ».
E allora, giacché il Signore chiama « ognuno di noi » e « tutti i giorni », c'è da chiedersi: « Come è la mia risposta al Signore? ».
È la risposta dell'"eccomi", ha incalzato il Pontefice, « o mi nascondo? O fuggo? O faccio finta? O guardo da un'altra parte? ».
Qualcuno potrebbe anche avere un dubbio: « Si può discutere » con il Signore?
« Sì - ha risposto Francesco - a lui piace.
A lui piace discutere con noi ».
Per questo, ha raccontato, quando « qualcuno mi dice: "Ma, padre, io tante volte quando vado a pregare, mi arrabbio con il Signore …" », la risposta è: « Anche questo è preghiera!
A lui piace, quando tu ti arrabbi e gli dici in faccia quello che senti, perché è padre!
Ma questo è anche un "eccomi" ».