31 gennaio 2017
Gesù non guarda le « statistiche » ma ha attenzione per « ognuno di noi ».
Uno per uno.
Lo « stupore dell'incontro con Gesù », quella meraviglia che coglie chi lo guarda e si rende conto che il Signore già aveva « fisso il suo sguardo » su di lui, è stata descritta da Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata a Santa Marta martedì 31 gennaio.
È stato proprio lo « sguardo » il filo conduttore della meditazione che ha preso le mosse dal brano della lettera agli Ebrei ( Eb 12,1-4 ) nel quale l'autore, dopo aver sottolineato l'importanza del fare « memoria », invita tutti: « Corriamo con perseveranza, tenendo fisso lo sguardo su Gesù ».
Raccogliendo tale suggerimento, il Pontefice ha preso in esame il vangelo del giorno ( Mc 5,21-43 ) per vedere « cosa fa Gesù ».
Il particolare più evidente è che « Gesù è sempre in mezzo alla folla ».
Nel brano evangelico proposto dalla liturgia « la parola "folla" » è ripetuta per ben tre volte.
E non si tratta, ha sottolineato il Papa, di un ordinato « corteo di gente », con le guardie « che gli fanno la scorta, affinché la gente non lo toccasse »: piuttosto è una folla che avvolge Gesù, che « lo stringe ».
E lui « è rimasto lì ».
E, anzi, « ogni volta che Gesù usciva, c'era più folla ».
Forse, ha detto Francesco con una battuta, « gli specialisti delle statistiche avrebbero potuto pubblicare: "Cala la popolarità del Rabbi Gesù" ».
Ma « lui cercava un'altra cosa: cercava la gente.
E la gente cercava lui: la gente aveva gli occhi fissi su di lui e lui aveva gli occhi fissi sulla gente ».
Si potrebbe obbiettare: Gesù volgeva lo sguardo « sulla gente, sulla moltitudine ».
E invece no, ha precisato il Pontefice: « su ognuno ».
Perché proprio questa è « la peculiarità dello sguardo di Gesù.
Gesù non massifica la gente: Gesù guarda ognuno ».
La prova si trova, a più riprese, nei racconti evangelici.
Nel vangelo del giorno, per esempio, si legge che Gesù chiese: « Chi mi ha toccato? » quando « era in mezzo a quella gente, che lo stringeva ».
Sembra strano, tant'è che gli stessi discepoli « gli dicevano: "Ma tu vedi la folla che si stringe intorno a te!" ».
Sconcertati, ha detto il Papa provando a immaginare la loro reazione, hanno pensato: « Ma questo, forse, non ha dormito bene. Forse si sbaglia ».
E invece Gesù era sicuro: « Qualcuno mi ha toccato! ».
Infatti, « in mezzo a quella folla Gesù si accorse di quella vecchietta che lo aveva toccato. E la guarì ».
C'era «tanta gente», ma lui prestò attenzione proprio a lei, « una signora, una vecchietta ».
Il racconto evangelico continua con l'episodio di Giàiro, al quale dicono che la figlia è morta.
Gesù lo rassicura: « Non temere! Soltanto abbi fede! », così come in precedenza alla donna aveva detto: « La tua fede ti ha salvata! ».
Anche in questa situazione Gesù si ritrova in mezzo alla folla, con « tanta gente che piangeva, urlava nella veglia dei morti » - all'epoca, infatti, ha spiegato il Pontefice, era usanza « "affittare" donne perché piangessero e urlassero lì, nella veglia. Per sentire il dolore … » - e a loro Gesù dice: « Ma, state tranquilli. La bambina dorme ».
Anche i presenti, ha detto il Papa, forse « avranno pensato: "Ma questo non ha dormito bene!" », tant'è che « lo deridevano ».
Ma Gesù entra e « resuscita la bambina ».
La cosa che salta agli occhi, ha fatto notare Francesco, è che Gesù in quel trambusto, con « le donne che urlavano e piangevano », si preoccupa di dire « al papà e alla mamma "Datele da mangiare!" ».
È l'attenzione al « piccolo », è « lo sguardo di Gesù sul piccolo.
Ma non aveva altre cose di cui preoccuparsi? No, di questo ».
In barba alle « statistiche che avrebbero potuto dire: "Continua il calo della popolarità del Rabbi Gesù" », il Signore predicava per ore e « la gente lo ascoltava, lui parlava ad ognuno ».
E come « sappiamo che parlava ad ognuno? » si è chiesto il Pontefice.
Perché si è accorto, ha osservato, che la bimba « aveva fame » e ha detto: « Datele da mangiare! ».
Il Pontefice ha continuato negli esempi citando l'episodio di Naim.
Anche lì « c'era la folla che lo seguiva ».
E Gesù « vede che esce un corteo funebre: un ragazzo, figlio unico di madre vedova ».
Ancora una volta il Signore si accorge del « piccolo ».
In mezzo a tanta gente « va, ferma il corteo, resuscita il ragazzo e lo consegna alla mamma ».
E ancora, a Gerico.
Quando Gesù entra nella città, c'è la gente che « grida: "Viva il Signore! Viva Gesù! Viva il Messia!".
C'è tanto chiasso …
Anche un cieco si mette a gridare; e lui, Gesù, con tanto chiasso che c'era lì, sente il cieco ».
Il Signore, ha sottolineato il Papa, « si accorse del piccolo, del cieco ».
Tutto questo per dire che « lo sguardo di Gesù va al grande e al piccolo ».
Egli, ha detto il Pontefice, « guarda a noi tutti, ma guarda ognuno di noi.
Guarda i nostri grandi problemi, le nostre grandi gioie; e guarda anche le cose piccole di noi, perché è vicino.
Così ci guarda Gesù ».
Riprendendo a questo punto le fila della meditazione, il Papa ha ricordato come l'autore della lettera agli Ebrei suggerisca « di correre con perseveranza, tenendo fisso lo sguardo su Gesù ».
Ma, si è chiesto, « cosa ci succederà, a noi, se faremo questo; se avremo fisso lo sguardo su Gesù? ».
Ci accadrà, ha risposto, quanto è capitato alla gente dopo la resurrezione della bambina: « Essi furono presi da grande stupore ».
Accade infatti che « io vado, guardo Gesù, cammino davanti, fisso lo sguardo su Gesù e cosa trovo?
Che lui ha fisso il suo sguardo su di me ».
E questo mi fa sentire « grande stupore. È lo stupore dell'incontro con Gesù ».
Per sperimentarlo, però, non bisogna avere paura, « come non ha avuto paura quella vecchietta di andare a toccare l'orlo del manto ».
Da qui l'esortazione finale del Papa: « Non abbiamo paura!
Corriamo su questa strada, sempre fisso lo sguardo su Gesù.
E avremo questa bella sorpresa: ci riempirà di stupore.
Lo stesso Gesù ha fisso il suo sguardo su di me ».