Martedì, 28 marzo 2017
C'è un peccato che « paralizza » il cuore dell'uomo, lo fa « vivere nella tristezza » e gli fa « dimenticare la gioia ».
Si tratta dell'« accidia », quell'atteggiamento che porta le persone a essere come alberi dalle « radici secche » e a « non avere voglia di andare avanti ».
Per costoro la parola di Gesù è come una scossa: « alzati! », prendi in mano la tua vita e « vai avanti! ».
Sono le parole che il Papa ha ripetuto nell'omelia della messa celebrata a Santa Marta nella mattina di martedì 28 marzo.
Tutta la meditazione del Pontefice, seguendo la liturgia del giorno, è stata accompagnata da uno dei simboli più importanti e ricorrenti nella Bibbia, quello dell'acqua.
Nella prima lettura, infatti Ezechiele ( Ez 47,1-9.12 ) « ci parla dell'acqua, di un'acqua che usciva dal tempio di Dio, l'acqua di Dio, un'acqua benedetta ».
Si tratta, ha specificato il Papa, di « un torrente d'acqua, tanta acqua ».
Un'acqua « risanatrice ».
Il profeta descrive « tanti alberi verdi, belli » che crescevano « vicino a quell'acqua »: sono chiaramente un simbolo per significare « la grazia, l'amore, la benedizione di Dio ».
Questi alberi, infatti « erano verdi, belli, non erano secchi ».
E se si accostano queste parole a quelle del salmo 1 - « Beato il giusto perché sarà come un albero che cresce lungo i corsi d'acqua - si comprende immediatamente la simbologia applicata alla « persona giusta e buona ».
Anche nel Vangelo di Giovanni ( Gv 5,1-16 ), ha fatto notare il Pontefice, si incontra l'acqua.
È quella della piscina di Betzàta, una piscina « con cinque portici sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi, paralitici ».
La tradizione, ha spiegato Francesco, voleva che ogni tanto scendesse dal cielo un angelo a muovere le acque e che le prime persone che in quel momento si fossero gettate lì sarebbero state guarite.
Quindi questa gente stava sempre ad aspettare, « chiedendo la guarigione ».
Fra di loro c'era un paralitico che era lì da ben trentotto anni.
E Gesù, « che conosceva il cuore di quell'uomo » e sapeva che da molto tempo era in quelle condizioni, « gli disse: "Vuoi guarire?" ».
Innanzitutto, ha osservato il Papa, occorre notare quanto sia « bello » che Gesù dica al paralitico e, attraverso di lui, anche agli uomini del nostro tempo: « Vuoi guarire? Vuoi essere felice?
Vuoi migliorare la tua vita?
Vuoi essere pieno dello Spirito Santo? Vuoi guarire? ».
Di fronte a una domanda del genere, ha continuato Francesco, « tutti gli altri che erano lì, infermi, ciechi, zoppi, paralitici avrebbero detto: "Sì, Signore, sì!" ».
Invece costui sembra proprio « un uomo strano » e « rispose a Gesù: "Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita; mentre infatti sto per andarvi un altro scende prima di me" ».
La sua risposta, cioè, « è una lamentela: "Ma guarda, Signore, quanto brutta, quanto ingiusta è stata la vita con me.
Tutti gli altri possono andare e guarire e io da 38 anni che cerco ma …" ».
Ha spiegato il Pontefice: « Quest'uomo era come l'albero, era vicino all'acqua ma aveva le radici secche, aveva le radici secche e quelle radici non arrivavano all'acqua, non poteva prendere la salute dall'acqua ».
Una realtà che ben « si capisce dall'atteggiamento, dalle lamentele » e dal suo cercare sempre « di dare la colpa all'altro: "Ma sono gli altri che vanno prima di me, io sono un poveraccio qui da 38 anni …" ».
Appare qui ben descritto « il peccato dell'accidia », un « brutto peccato ».
Quest'uomo, ha detto il Papa, « era malato non tanto dalla paralisi ma dall'accidia, che è peggio di avere il cuore tiepido, peggio ancora ».
L'accidia, ha continuato, è quel vivere tanto per vivere, è quel « non avere voglia di andare avanti, non avere voglia di fare qualcosa nella vita »: è l'« aver perso la memoria della gioia ».
Addirittura « quest'uomo neppure di nome conosceva la gioia, l'aveva persa ».
Si tratta, ha ribadito il Pontefice, di una « malattia brutta », che porta a nascondersi dietro giustificazioni del tipo: « Ma sono comodo così, mi sono abituato …
Ma la vita è stata ingiusta con me … ».
Così dietro le parole del paralitico, « si vede il risentimento, l'amarezza di quel cuore ».
Eppure « Gesù non lo rimprovera », lo guarda e gli dice: « Alzati, prendi la barella e vai via ».
E quell'uomo prende la barella e va via.
Il racconto evangelico continua, specificando che il fatto avvenne di sabato e che l'uomo incontrò i dottori della legge che gli obbiettarono: « Ma no, non ti è lecito, perché il codice dice che il sabato non si può fare questo …
E chi ti ha guarito? ».
Riferendosi a Gesù continuavano: « No, quello no, perché va contro il codice, non è di Dio quell'uomo ».
Di fronte a questa scena il Papa ha tracciato un breve profilo di quell'uomo, una persona che « non sapeva come arrangiarsi nella vita » e che a Gesù « neppure aveva detto "grazie" ».
Neanche gli aveva chiesto il nome.
L'uomo si è semplicemente « alzato con quell'accidia » che lo contraddistingueva e se ne è andato.
Un distacco che fa ancora una volta apparire quanto l'accidia sia « un brutto peccato ».
Questo peccato, ha spiegato il Papa, può coinvolgere ogni uomo: è « vivere perché è gratis l'ossigeno, l'aria », è « vivere sempre guardando gli altri che sono più felici di me, vivere nella tristezza, dimenticare la gioia ».
È, insomma, « un peccato che paralizza, ci fa paralitici. Non ci lascia camminare ».
E anche a noi Gesù oggi dice: « Alzati, prendi la tua vita come sia, bella, brutta come sia, prendila e vai avanti.
Non avere paura, vai avanti con la tua barella - "Ma, Signore, non è l'ultimo modello …" - Ma vai avanti!
Con quella barella brutta, forse, ma vai avanti!
È la tua vita è la tua gioia ».
La prima domanda che il Signore pone a tutti, oggi, è quindi: « Vuoi guarire? ».
E se la risposta è « Sì, Signore », Gesù esorta: « Alzati! ».
Perciò, ha concluso il Pontefice richiamando l'antifona della messa ( « "Voi che avete sete venite alle acque - sono acque gratis, non a pagamento - voi dissetatevi con gioia" » ), se « noi diciamo al Signore: "Sì, voglio guarire.
Sì, Signore, aiutami che voglio alzarmi", sapremo com'è la gioia della salvezza ».