Venerdì, 19 maggio 2017
« È parso bene allo Spirito Santo e a noi … »: non ha perso tutta la sua attualità l'incipt della lettera che gli apostoli scrivono ai cristiani « di Antochia, di Siria e di Pissidia », dopo aver discusso tra loro in quello che è stato il primo vero concilio della storia della Chiesa.
Proprio quelle parole, riportate negli Atti degli apostoli, Francesco ha voluto rilanciare chiedendo « la grazia dell'obbedienza matura al magistero della Chiesa », di essere fedeli « a Pietro, ai vescovi » e « allo Spirito Santo che guida e sorregge questo processo ».
Celebrando la messa a Santa Marta venerdì mattina, 19 maggio, il Papa non ha mancato di mettere in guardia dal « trasformare la dottrina in ideologia », creando difficoltà e divisioni.
« Nella Chiesa dall'inizio ci sono state difficoltà » ha subito riconosciuto Francesco.
Tanto che anche « nella prima comunità cristiana, per esempio, c'erano gelosie, lotte di potere: qualche furbetto che voleva guadagnare e comprare il potere, come Simone o quella coppia di ipocriti Anania e Safira che volevano farsi vedere come veri cristiani ma sotto il tavolo facevano i loro affari ».
Insomma, ha affermato il Papa, « sempre ci sono stati problemi: siamo umani, siamo peccatori e le difficoltà ci sono, anche nella Chiesa, fra noi, sempre ».
E « in un certo senso - ha precisato - l'essere peccatori ci porta all'umiltà e ad avvicinarsi al Signore, come salvatore dei nostri peccati ».
Per questa ragione « è una grazia sentirsi peccatori, è una grazia ».
« Ma ci sono altri problemi più grossi, non questi di tutti i giorni » ha proseguito il Pontefice facendo riferimento al passo degli Atti degli apostoli ( At 15,22-31 ) proposto dalla liturgia come prima lettura: « Il problema di questo brano è la fine del problema che è incominciato con Pietro: quando Pietro va da Cornelio, un pagano, e battezza Cornelio ».
E « qui la storia verte sulla stessa questione: Paolo e Bàrnaba ad Antiochia hanno sofferto tanto, lì, perché è vero che Gesù aveva detto: "verranno altri popoli"; è vero, ma non ha detto come questi popoli dovessero entrare nella Chiesa ».
Perciò, ha affermato il Papa, « alcuni dicevano: "No, prima si devono fare giudei e poi entrare".
Questo è il nocciolo del problema ».
Semplificando il ragionamento, Francesco ha spiegato che « da una parte » c'erano « quelli che volevano che prima si facessero giudei e poi si battezzassero ».
E « dall'altra », invece, c'erano « quelli che pensavano: "No, lo chiama il Signore? Che vengano" ».
Ecco allora che « quando Pietro spiega questo, la visione che ha avuto, e poi quando vede che lo Spirito Santo scende su Cornelio e la sua famiglia, dice quella frase: "Chi sono io per chiudere la porta allo Spirito Santo?" ».
Tutto questo - ha ricordato Francesco - « succede anche ad Antiochia: poi Paolo è lapidato, è lasciato come morto ».
Sono « perseguitati ».
C'è infatti, ha proseguito il Pontefice, « questo gruppetto » che « va da una parte all'altra con le diffamazioni, con chiacchiere brutte, pesanti ».
E « anche dice, un passo più avanti - ma è la stessa storia ad Antiochia - che sono andati dalle donne pie, che avevano influsso sulle autorità, perché cacciassero via gli apostoli ».
Così « gli apostoli alla fine si riuniscono per studiare questo problema: cosa facciamo con i pagani, quelli che vogliono diventare cristiani, quelli che lo Spirito Santo chiama a diventare cristiani? ».
E gli apostoli « vogliono trattare la cosa nella presenza di Dio: molto probabilmente, in questa riunione, ci sono state discussioni forti ma con buono spirito ».
Anche « Paolo, dice il libro degli Atti in un'altra parte, ha detto cose forti a Pietro, ma sempre davanti a Dio, con buono spirito ».
Invece « c'è un altro gruppetto che faceva confusione e gli apostoli dicono così: "Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico - sovrani - sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi" ».
« E così ci troviamo davanti a due gruppi di persone » ha rilanciato il Papa: « Il gruppo degli apostoli che vogliono discutere il problema e gli altri che vanno e creano problemi, dividono, dividono la Chiesa, dicono che quello che predicano gli apostoli non è quello che Gesù ha detto, che non è la verità ».
Da parte loro, « gli apostoli discutono la cosa e alla fine, abbiamo sentito, come si mettono d'accordo ».
Ma « non è - ha fatto presente Francesco - un accordo politico, è l'ispirazione dello Spirito Santo che li porta a dire: niente cose, niente esigenze », se non l'obbligo di « non mangiare carne in quel tempo, la carne sacrificata agli idoli perché era fare comunione con gli idoli, astenersi dal sangue, dagli animali soffocati - perché era uno scandalo mangiare il sangue, la carne soffocata, anche se è una cosa che oggi appare secondaria - e dalle unioni illegittime ».
E « dall'altra la libertà dello Spirito: così i pagani possono entrare nella Chiesa senza passare per la circoncisione, direttamente ».
Il Papa ha fatto anche notare che « è bello come incomincia questa lettera » degli apostoli: « "È parso bene allo Spirito Santo e a noi": lo Spirito e loro si mettono d'accordo ».
E « questo è il primo concilio della Chiesa, per chiarire la dottrina ».
Poi ce ne « sono stati tanti, fino al Vaticano II, che hanno chiarito la dottrina: per esempio, quando noi recitiamo il Credo, è il risultato dei concili che hanno precisato la dottrina ».
Infatti, ha affermato il Pontefice, « è un dovere della Chiesa chiarire la dottrina perché si capisca bene quello che Gesù ha detto nei Vangeli, qual è lo spirito dei Vangeli ».
E gli Atti raccontano, appunto, « il primo: davanti a un problema hanno chiarito, le cose sono così ».
Anche « a Efeso, per esempio, quando si discuteva se Maria è madre di Dio, hanno fatto il concilio per chiarire quel problema, perché lo Spirito Santo e loro, il Papa con i vescovi, tutti insieme e vanno avanti ».
« Ma sempre c'è stata quella gente - ha messo in guardia Francesco - che senza alcun incarico va a turbare la comunità cristiana con discorsi che sconvolgono le anime: "Eh, no, questo che ha detto quello è eretico, quello non si può dire, quello no, la dottrina della Chiesa è questa" ».
In realtà « sono fanatici di cose che non sono chiare, come questi fanatici che andavano lì seminando zizzania per dividere la comunità cristiana ».
Proprio « questo è il problema: quando la dottrina della Chiesa, quella che viene dal Vangelo, quella che ispira lo Spirito Santo - perché Gesù ha detto: "Lui ci insegnerà e vi farà ricordare quello che io ho insegnato" - diventa ideologia ».
Ecco « il grande errore di questa gente: questi che andavano lì non erano credenti, erano ideologizzati, avevano un'ideologia che chiudeva il cuore all'opera dello Spirito Santo ».
Invece « gli apostoli sicuramente hanno discusso forte, ma non erano ideologizzati: avevano il cuore aperto a quello che lo Spirito diceva ».
Ecco perché, « dopo la discussione », iniziano la loro lettera scrivendo: « È parso allo Spirito e a noi ».
« Non dobbiamo spaventarci, quando sentiamo queste opinioni degli ideologi della dottrina » ha affermato il Pontefice.
« La Chiesa ha il suo proprio magistero, il magistero del Papa, dei vescovi, dei concili, e dobbiamo andare su quella strada che viene dalla predicazione di Gesù e dall'insegnamento e l'assistenza dello Spirito Santo: è sempre aperta, sempre libera ».
E « questa è la libertà dello Spirito, ma nella dottrina ».
Invece coloro « che sono andati lì, ad Antiochia, a fare chiasso e a dividere la comunità, sono ideologi ».
Perché « la dottrina unisce, i concili uniscono sempre, la comunità cristiana ».
È l'ideologia che « divide » ma « per loro è più importante l'ideologia che la dottrina: lasciano da parte lo Spirito Santo ».
« Oggi mi viene di chiedere la grazia dell'obbedienza matura al magistero della Chiesa - ha confidato, infine, Francesco - quell'obbedienza a quello che la Chiesa ci ha insegnato sempre e ci continua a insegnare ».
E così facendo « sviluppa il Vangelo, lo spiega ogni volta meglio, in fedeltà a Pietro, ai vescovi e, in definitiva, allo Spirito Santo che guida e sorregge questo processo ».
In questa prospettiva il Papa ha invitato « anche a pregare per quelli che trasformano la dottrina in ideologia, perché il Signore gli dia la grazia della conversione all'unità della Chiesa, allo Spirito Santo e alla vera dottrina ».