Venerdì, 9 giugno 2017
Un consiglio per « questo fine settimana »: serve solo « un quarto d'ora » per leggerlo tutto ma vale la pena farlo, perché il libro di Tobia « ci insegna come comportarci nel cammino della vita », sia « nei tanti momenti belli » sia « nei tanti momenti brutti ».
E « ci insegna anche a discernere », per non « lasciarci ingannare » dai « fuochi d'artificio » ma neppure dalla disperazione più nera, che va affrontata facendo ricorso alla preghiera, alla pazienza e alla speranza.
Sono proprio le storie parallele dei personaggi biblici di Tobi e Sara - il suocero e la nuora presentati, appunto, nel libro di Tobia - che Papa Francesco ha riproposto nella messa celebrata venerdì mattina 9 giugno a Santa Marta, suggerendo alla luce di quelle vicende un esame di coscienza personale.
« La Bibbia è la parola di Dio e Dio ci parla quando noi leggiamo o meditiamo la Bibbia » ha subito affermato Francesco all'inizio della sua meditazione.
Facendo notare che « in questi giorni, fino a domani, la liturgia ci fa riflettere sul libro di Tobia: una storia che, io direi, è una storia normale, come la storia di tanta gente ».
Ma è « soprattutto la storia di due persone: di Tobi, il padre di Tobia, e di Sara ».
È « la storia di un suocero e di una nuora, una storia che ci fa riflettere ».
E « sarebbe bello », ha suggerito il Papa, che « ognuno di noi prendesse questo libro di Tobia oggi o questo fino settimana - è breve, si legge in poco tempo, un quarto d'ora - e vedere come il Signore porta avanti la storia, porta avanti la vita delle persone, anche la nostra ».
« In queste due persone - prendiamo Tobi e Sara, suocero e nuora - ci sono momenti brutti, momenti belli, come in tutta la vita » ha spiegato il Pontefice.
Anzitutto « ci sono dei momenti brutti: Tobi è perseguitato, è preso in giro, è insultato » e persino « insultato da sua moglie » Anna, che certo « non era una donna cattiva, lavorava per portare avanti la casa perché lui era cieco, era diventato cieco ».
È « un momento brutto che non si spiega » ha proseguito il Papa.
E così soffrivano sia Anna che Sara, perché « anche lei è stata insultata » e pur essendo molto giovane voleva addirittura impiccarsi.
« Ambedue, in quei momenti brutti, hanno chiesto la morte »: lo ha fatto lo stesso Tobi, constatando come tutto fosse « nero, scuro, buio ».
« Tutti noi - ha affermato Francesco - siamo passati per momenti brutti, forti: non tanto forti come questo, ma noi sappiamo cosa si sente nel momento buio, nel momento di dolore, nel momento delle difficoltà ».
Ma « Sara pensa: "se io mi impicco farò soffrire i miei genitori?" e si ferma e prega ».
A sua volta « Tobi dice: "questa è la mia vita, andiamo avanti" e prega ».
Proprio « questo - ha spiegato il Papa - è l'atteggiamento che ci salva nei momenti brutti: la preghiera ».
Così come « la pazienza, perché tutti e due sono pazienti con il proprio dolore ».
E anche « la speranza che Dio ci ascolti e faccia passare questi momenti brutti ».
E così « nei momenti di tristezza, poca o tanta, nei momenti bui », non dobbiamo mai « dimenticare » di far ricorso a « preghiera, pazienza e speranza ».
Ma « ci sono anche momenti belli nella storia di questi due » ha detto il Pontefice.
E infatti la loro storia, « abbiamo sentito, finisce bene ».
Certo, « non è un "happy ending" di un romanzo questo, no ».
È però « un momento bello: dopo la prova, il Signore si fa vicino a loro e li salva ».
Dunque, ha rilanciato il Papa « ci sono momenti belli, autentici, come questo: non quei momenti con bellezza truccata, che tutto è artificioso, un fuoco d'artificio, ma non è la bellezza dell'anima ».
E « cosa fanno tutti e due nei momenti belli?
Ringraziano Dio, allargano il cuore nella preghiera di ringraziare ».
L'atteggiamento di Tobi e Sara ha suggerito a Francesco lo spunto per proporre un esame di coscienza personale.
« Mi domando, e questa domanda la facciamo a tutti noi: io, nei momenti brutti e nei momenti belli, so discernere cosa succede nella mia anima, so capire cosa sta succedendo?
E nei momenti brutti, so che è la croce e che non c'è spiegazione e anche sembra una maledizione? ».
Proprio « in quei momenti - ha proseguito il Papa - io riesco a pregare, avere pazienza e avere almeno un pochettino di speranza? ».
E ancora: « Nei momenti belli, io lascio entrare la gioia nel cuore, ma quella gioia che è di Dio, che ti porta a ringraziare Dio, o cado nella vanità e credo che la vita è tutta così?
Oggi è così e domani sarà in un altro modo, no? ».
È un fatto, ha affermato il Pontefice, che « la nostra vita cammina fra i momenti brutti e i momenti deboli, ma sempre c'è il Signore lì ».
E, ha proseguito con l'esame di coscienza, « io so discernere la presenza del Signore, rivolgermi a lui nella preghiera?
E poi nella lode, nei momenti belli, la lode della gioia, ringraziare di quello che ha fatto? ».
In conclusione il Papa ha rinnovato il consiglio a leggere la storia di Tobi e Sara « questo fine settimana », a prendere in mano la Bibbia e cercare il libro di Tobia.
« Questa storia - ha insistito - ci insegna come comportarci nel cammino della vita, con tanti momenti belli e con tanti momenti brutti, e ci insegna anche a discernere ».
Difatti Sara ha imparato, « ha fatto un discernimento: "È meglio che io non mi impicchi perché questo sarebbe un dolore molto grande per i miei genitori" ».
E così « anche Tobi si accorse che doveva aspettare, nella preghiera, nella speranza, la salvezza del Signore ».
Allo stesso modo noi, ha aggiunto Francesco, « mentre, in questo fine settimana leggiamo questo libro, chiediamo la grazia di saper discernere cosa succede nei momenti brutti della nostra vita, e come andare avanti, e cosa succede nei momenti belli, e non lasciarci ingannare dalla vanità ».