Lunedì, 18 settembre 2017
« È un peccato da portare in confessione non pregare per i governanti ».
E questa preghiera va fatta soprattutto « per non lasciare da soli » quanti hanno meno « coscienza » che il loro potere non è assoluto ma viene dal popolo e da Dio.
Però anche « i governanti devono pregare per chiedere la grazia » di servire al meglio il popolo loro affidato.
E se non sono credenti, almeno chiedano consigli per non perdere di vista il bene comune e per uscire, comunque, dal piccolo contesto autoreferenziale del proprio partito.
È un vero e proprio "manuale del buon politico" quello che Papa Francesco ha suggerito lunedì mattina, 18 settembre, celebrando la messa a Santa Marta.
Nel commentare le letture della liturgia, il Pontefice ha subito fatto notare che « al centro ci sono i governanti ».
Nella prima lettura, tratta dalla prima lettera a Timoteo ( 1 Tm 2,1-8 ), Paolo consiglia « di fare preghiere per i governanti: per tutti, anche per quelli che governano ».
Poi nel Vangelo di Luca ( Lc 7,1-10 ) « abbiamo visto un governante che prega: questo centurione è un governante, e aveva un problema con un servo ammalato ».
Ma « c'è una frase, lì, che attira l'attenzione: "Ama il nostro popolo" ».
Dunque, ha affermato Francesco, « c'è il governante che ama un popolo » pur essendo « straniero ».
E « amava il suo servo: perché amava si preoccupava e perché si preoccupava andò a cercare la soluzione per risolvere questo problema della malattia.
E andò da Gesù, pregò ».
« Quest'uomo - ha fatto presente il Pontefice - sentì il bisogno della preghiera: ma perché?
Perché amava, certamente ».
Ma anche « perché aveva la coscienza di non essere il padrone di tutto, di non essere l'ultima istanza ».
Luca riporta le parole del centurione romano: « Anche io, infatti, sono nella condizione di subalterno, e ho anche subalterni che dipendono da me ».
Sono parole che, ha spiegato il Papa, esprimono « la coscienza del governante che sa che sopra di lui c'è un altro che comanda.
E questo lo porta a pregare ».
« Il governante che ha questa coscienza, prega » ha ribadito il Papa.
Del resto, « se non prega, si chiude nella propria autoreferenzialità o in quella del suo partito, in quel circolo dal quale non può uscire: è un uomo chiuso in se stesso ».
Ma « quando vede i veri problemi, e ha questa coscienza di subalternità, un governante prega » ha spiegato.
Perché ha appunto la coscienza « che c'è un altro che ha più potere di lui ».
Certo, ha aggiunto, verrebbe da chiederci « chi ha più potere di un governante? ».
E la risposta, ha rilanciato Francesco, è « il popolo, che gli ha dato il potere, e Dio, dal quale viene il potere tramite il popolo ».
« È tanto importante - ha insistito il Pontefice - la preghiera del governante, tanto importante perché è la preghiera per il bene comune del popolo che gli è stato affidato ».
E proprio a questo proposito, ha confidato: « Mi ricordo una volta, tempo fa, un governante mi ha detto questo: "Io tutti i giorni prendo due ore di silenzio davanti a Dio".
Io ho pensato: "Ma questo governante è indaffarato, tante cose …" ».
Però davvero è importante, ha spiegato ancora Francesco, « chiedere la grazia di poter governare bene ».
E così, « quando Dio chiese a Salomone: "Cosa vuoi: oro, argento, ricchezze, potere, cosa?", com'è stata la risposta di Salomone?
"Dammi saggezza per governare" ».
Proprio « per questo - ha affermato il Papa - i governanti devono chiedere questa saggezza: "Signore, dammi saggezza; Signore, non togliere da me la coscienza di subalternità da te e dal popolo, che la mia forza la trovi lì e non nel piccolo gruppetto o in me stesso" ».
Dunque, ha ripetuto il Pontefice, « è tanto importante che i governanti preghino: è tanto importante ».
Però, ha proseguito, magari « qualcuno può dirmi: "Padre, è vero quello che lei dice, ma io non sono credente, io sono agnostico, io sono ateo" ».
La risposta del Papa è stata: « D'accordo, ma confrontati: se non puoi pregare, confrontati con la tua coscienza; confrontati con i saggi; chiama i saggi del tuo popolo e confrontati ».
Perciò, « se non puoi pregare, almeno fa' questo, ma non rimanere da solo con il piccolo gruppetto del tuo partito.
No, questo è autoreferenziale: esci, cerca il consiglio fuori o nella preghiera o confrontandoti con quelli che possono consigliarti ».
E « questa è la preghiera del governante ».
Nella prima lettura, ha ricordato Francesco, « Paolo parla a noi e ci consiglia di pregare per i governanti: "Che si facciano - consiglia - domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per il re - tutti i re - e per tutti quelli che stanno al potere, per i governanti, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa, dedicata a Dio ».
Dunque, raccomanda Paolo, « il popolo deve pregare per i governanti e noi non abbiamo una coscienza forte di questo: quando un governante fa una cosa che non ci piace, diciamo cose brutte; se fa una cosa che ci piace: "ah, che bravo!".
Ma lo lasciamo solo, lo lasciamo con il suo partito, lasciamo che si arrangi con il Parlamento, con questo, ma solo ».
E magari c'è chi se la cava dicendo: « Io l'ho votato » oppure « Io non l'ho votato, faccia il suo ».
Invece, ha insistito Francesco, « noi non possiamo lasciare i governanti da soli: dobbiamo accompagnarli con la preghiera ».
I cristiani « devono pregare per i governanti ».
E anche in questo caso, ha fatto presente il Papa, qualcuno potrebbe obiettare: « Padre, come vado a pregare per questo che fa tante cose brutte? ».
Ma proprio allora « ha più bisogno ancora: prega, fa' penitenza per il governante! » .
« La preghiera d'intercessione - è tanto bello questo che dice Paolo - è per tutti i re, per tutti quelli che stanno al potere », ha proseguito il Pontefice.
E lo è « perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla ».
Infatti « quando il governante è libero e può governare in pace, tutto il popolo beneficia di questo ».
« Noi dobbiamo crescere in questa coscienza di pregare per i governanti » ha rilanciato il Papa.
Di più: « Io vi chiedo un favore: ognuno di voi prenda oggi cinque minuti, non di più.
Se è governante, si domandi: "Io prego a quello che mi ha dato il potere tramite il popolo?".
Se non è governante, "io prego per i governanti?
Sì, per questo e per quello sì, perché mi piace; per quelli, no" ».
Ma sono proprio quelli che « hanno più bisogno ».
Dunque, è opportuno chiederci: « Prego per tutti i governanti?
E se voi trovate, quando fate l'esame di coscienza per confessarvi, che non avete pregato per i governanti, portate questo in confessione.
Perché non pregare per i governanti è un peccato ».
In conclusione il Papa ha suggerito di chiedere « al Signore in questa messa la grazia che ci insegni a pregare per i nostri governanti: per tutti quelli che stanno al potere, dice Paolo che ci insegna ».
E « anche la grazia che i governanti preghino ».