Martedì, 29 maggio 2018
La santità è libertà e rottura dagli schemi mondani che ci tengono prigionieri in un apparente benessere: ecco il cammino cristiano di speranza suggerito dal Papa nella messa celebrata la mattina del 29 maggio a Santa Marta.
Prendendo spunto dalla prima lettura, tratta dalla prima lettera di Pietro ( 1 Pt 1,10-16 ), il Pontefice ha fatto subito presente che « l'apostolo ci ricorda quel comandamento, diciamo così, che lo stesso Dio e i profeti ci hanno dato sempre: il comandamento di andare, di camminare verso la santità ».
Scrive infatti Pietro: « Diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta.
Perché sta scritto: "Sarete santi, perché io sono santo" ».
« È semplice il modello di santità ma non è facile essere santi come il nostro Padre del cielo » ha fatto presente Francesco, ricordando che « la chiamata alla santità, che è la chiamata normale, è la chiamata a vivere da cristiano, cioè vivere da cristiano è lo stesso che dire "vivere da santo" ».
E « tante volte noi pensiamo alla santità come a una cosa straordinaria, come avere delle visioni o preghiere elevatissime » ha affermato il Papa.
Addirittura « alcuni pensano che essere santo significhi avere una faccia da immaginetta ».
Invece, ha spiegato il Pontefice, « essere santi è un'altra cosa: è camminare su questo che il Signore ci dice sulla santità ».
Pietro spiega chiaramente cosa significa « camminare sulla santità: "Ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà" ».
Perciò, ha affermato Francesco, « camminare verso la santità è camminare verso quella luce, quella grazia che ci viene incontro ».
Ed « è curioso », ha fatto notare, che « quando noi camminiamo verso la luce tante volte non vediamo bene la strada, perché la luce ci abbaglia ».
Ma poi « non sbagliamo perché vediamo la luce e sappiamo la strada ».
Invece, camminando con la luce alle spalle la strada si vede bene, « ma davanti a noi non c'è luce: c'è ombra » ha detto il Papa.
Dunque « camminare verso la luce è camminare verso la santità ».
Anche se « non sempre si distingue la strada bene, ma è camminare verso la luce, verso la speranza ».
Dunque, « camminare verso la santità è essere in tensione verso l'incontro con Gesù Cristo ».
« Ma c'è una altra cosa che non è facile - ha messo in guardia il Pontefice - giacché per camminare così è necessario essere liberi e sentirsi liberi, e ci sono tante cose che ci schiavizzano ».
A questo proposito « c'è un consiglio che dà Pietro: "Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell'ignoranza" ».
Il suggerimento è di non entrare « in quei desideri che portavano su un'altra strada: eravate nell'ignoranza e andate sui desideri » che non erano « i desideri di Dio ».
Nella lettera ai Romani Paolo « usa la stessa espressione come un consiglio ».
Egli dice: « non entrate - lì la traduzione è "non conformatevi, non entrate negli schemi": questa è la traduzione corretta di questo consiglio - negli schemi del mondo, non entrate negli schemi, nel modo di pensare mondano, nel modo di pensare e di giudicare che ti offre il mondo, perché questo ti toglie la libertà ».
« Per andare sulla santità bisogna essere liberi: la libertà di andare guardando la luce, di andare avanti » ha rilanciato Francesco.
E « quando noi torniamo, come dice qui, al modo di vivere che avevamo prima dell'incontro con Gesù Cristo o quando noi torniamo agli schemi del mondo, perdiamo la libertà ».
Ma « questa non è una novità » ha spiegato il Pontefice, osservando: « Se noi leggiamo il libro dell'Esodo notiamo sicuramente tante volte che il popolo di Dio non ha voluto guardare in avanti, verso la salvezza, ma tornare indietro; dice che si lamentavano perché avevano dimenticato che Dio li portava avanti, alla terra che aveva promesso ».
E « immaginavano la bella vita che passavano in Egitto: lì si mangiava bene le cipolle, la carne », mentre « nel deserto » si soffriva « la fame ».
Succede che « nei momenti di difficoltà il popolo torna indietro, non ce la fa, perde la libertà ».
Ed « è vero che laggiù mangiavate cose buone, ma io mi domando: in quale mensa le mangiavate?
Nella mensa della schiavitù » ha detto il Papa.
« Nel momento della prova noi abbiamo sempre - ha proseguito Francesco - la tentazione di guardare indietro, di guardare agli schemi del mondo, agli schemi che avevamo noi prima di iniziare il cammino della salvezza: senza libertà ».
E « senza libertà non si può essere santi: la libertà è la condizione per poter camminare guardando la luce avanti ».
Di qui il suggerimento del Papa a « non entrare negli schemi della mondanità » ma a « camminare avanti, guardando la luce che è la promessa, in speranza ».
Ed è la stessa « promessa » del « popolo di Dio nel deserto: quando guardavano avanti andavano bene; quando veniva loro la nostalgia perché non potevano mangiare le cose buone che davano loro lì, sbagliavano e dimenticavano che lì non avevano libertà » ha detto il Papa.
« Il Signore ci chiama alla santità, alla santità di tutti i giorni » ha insistito il Pontefice.
E per comprendere se « io sono in cammino verso la santità ci sono due misure di paragone ».
La prima misura è verificare « se tu guardi sempre avanti verso il Signore, verso la luce del Signore nella speranza di trovarlo ».
La domanda da porre a se stessi è: « Tu hai voglia di incontrarti con il Signore? ».
E se si risponde: « Ma io non capisco cosa sia questo », significa che « qualcosa non va » ha commentato Francesco.
Dunque, « la prima pietra di paragone è: sei in speranza, camminando verso la luce dell'incontro con il Signore? » ha detto ancora il Papa.
« Il secondo parametro è cosa fai quando vengono le prove: continui a guardare avanti o perdi la libertà e vai a rifugiarti negli schemi mondani che ti promettono tutto e non ti danno niente? » ha proseguito Papa Francesco.
« "Sarete santi perché io sono santo" è il comandamento del Signore » ha ripetuto il Papa.
E ha aggiunto: « Chiediamo la grazia di capire bene cosa è il cammino della santità, questa strada della libertà ma in tensione di speranza verso l'incontro di con Gesù ».
E, anche, « capire bene cosa è andare indietro verso gli schemi mondani che avevamo, tutti noi, prima dell'incontro con Gesù Cristo ».