Martedì, 11 settembre 2019
« In questi tempi sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l'abbia con i vescovi », cercando « di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo ».
Ma « la forza del vescovo - "uomo di preghiera, in mezzo al popolo e che si sente scelto da Dio - contro il Grande Accusatore è la preghiera, quella di Gesù su di lui e quella propria ».
È una preghiera « per i nostri vescovi: per me, per questi che sono qui davanti e per tutti i vescovi del mondo » che Papa Francesco ha chiesto celebrando, martedì 11 settembre, la messa a Santa Marta.
E ai vescovi ha raccomandato di essere sempre « vicino al popolo di Dio, senza andare verso una vita aristocratica » che toglie la loro « unzione » e senza fare l'« arrampicatore » o « cercare rifugio dai potenti e dalle élite ».
« Tocca il cuore la semplicità, anche la trasparenza, con la quale Luca ci racconta l'elezione degli apostoli, dei primi vescovi » ha fatto presente il Papa, commentando il passo evangelico proposto oggi dalla liturgia ( Lc 6,12-19 ).
E ha subito attualizzato la riflessione, ricordando che in questo periodo « qui a Roma si stanno facendo - uno è finito già - tre corsi per i vescovi ».
È stato promosso, ha raccontato, un corso « di aggiornamento per i vescovi che hanno fatto dieci anni di episcopato » ed « è finito in questi giorni ».
E intanto, ha spiegato il Pontefice, « in questo momento stanno facendo due corsi: uno per settantaquattro vescovi che appartengono alle diocesi che fanno riferimento alla Congregazione di Propaganda Fide ».
E un altro a cui partecipano « centotrenta-centoquaranta » presuli « che appartengono alla Congregazione per i vescovi ».
Dunque, ha rilanciato il Papa, tutti « nuovi vescovi, più di duecento », partecipanti a « questi due corsi ».
E così, ha confidato, « ho pensato che in questo tempo così », in cui « in Vaticano si fa questo lavoro con i nuovi vescovi, forse sarà buono meditare un po' su questa elezione dei vescovi: come Gesù l'ha fatta, la prima volta, e cosa ci insegna ».
« Sono tre cose - ha affermato Francesco in proposito - che colpiscono dell'atteggiamento di Gesù ».
Anzitutto « che Gesù prega ».
Scrive l'evangelista Luca: « Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio ».
Il « secondo » atteggiamento è che « Gesù sceglie: è Lui a scegliere i vescovi ».
E, « terzo, Gesù scende con loro in un luogo pianeggiante e trova il popolo: in mezzo al popolo ».
Proprio queste, ha chiarito il Pontefice, sono le « tre dimensioni dell'ufficio episcopale: pregare, essere eletto e essere con il popolo ».
« Gesù prega, e prega per i vescovi » ha proseguito il Papa.
« È la grande consolazione che un vescovo ha nei momenti brutti: Gesù prega per me.
In questo momento, Gesù prega per me ».
Del resto « lo ha detto esplicitamente a Pietro: "Io pregherò per te, perché la tua fede non venga meno" ».
Infatti, ha insistito Francesco, Gesù « prega per tutti i vescovi.
In questo momento, davanti al Padre, Gesù prega.
Il vescovo trova consolazione e trova forza in questa consapevolezza che Gesù prega per lui, sta pregando per lui ».
E « questo lo porta a pregare ».
Perché « il vescovo è un uomo di preghiera ».
« Pietro aveva questa convinzione - ha fatto notare il Pontefice - quando annuncia al popolo il compito dei vescovi: "A noi la preghiera e l'annuncio della parola".
Non dice: "A noi l'organizzazione dei piani pastorali" ».
Spazio alla « preghiera e all'annuncio della parola, dunque ».
In questo modo « il vescovo si sa protetto dalla preghiera di Gesù, e questo lo porta a pregare ».
Che del resto « è il primo compito del vescovo.
Pregare per il popolo di Dio, per se stesso, per il popolo di Dio.
Il vescovo è uomo di preghiera ».
« La seconda dimensione che vediamo qui - ha continuato il Papa - è che Gesù "scelse" i dodici: non sono loro a scegliere ».
E « questo anche nei discepoli: quell'indemoniato a Gerasa voleva andare dietro a Gesù », dopo la liberazione dai demoni.
Ma in sostanza Gesù gli rispose « no, io non ti scelgo, tu rimani qui e fai del bene qui ».
Perché « il vescovo fedele sa che lui non ha scelto; il vescovo che ama Gesù non è un arrampicatore che va avanti con la sua vocazione come fosse una funzione, forse guardando a un'altra possibilità di andare avanti e di andare su ».
In realtà « il vescovo si sente scelto.
E ha proprio la certezza di essere stato scelto.
E questo lo porta al dialogo con il Signore: "Tu hai scelto me, che sono poca cosa, che sono peccatore".
Ha l'umiltà.
Perché lui, quando si sente scelto, sente lo sguardo di Gesù sulla propria esistenza e questo gli dà la forza ».
Insomma, il vescovo è «uomo di preghiera, uomo che si sente scelto da Gesù ».
E poi come terzo elemento, ha aggiunto Francesco, è « uomo che non ha paura di scendere in un luogo pianeggiante ed essere vicino al popolo: è proprio il vescovo che non si allontana dal popolo; anzi, sa che nel popolo c'è una unzione per il suo mestiere e trova nel popolo la realtà di essere apostolo di Gesù ».
Ecco « il vescovo che non rimane distante dal popolo - ha affermato il Pontefice - che non usa atteggiamenti che lo portano a essere distante dal popolo; il vescovo tocca il popolo e si lascia toccare dal popolo.
Non va a cercare rifugio dai potenti, dalle élite, no.
Saranno le élite a criticare il vescovo; il popolo ha questo atteggiamento di amore verso il vescovo, e ha questa, come fosse, unzione speciale: conferma il vescovo nella vocazione ».
« Uomo in mezzo al popolo, uomo che si sente scelto da Dio e uomo di preghiera: questa è la forza del vescovo » ha ripetuto il Papa, suggerendo che « fa bene ricordarlo, in questi tempi in cui sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l'abbia con i vescovi.
È vero, ci sono, tutti siamo peccatori, noi vescovi ».
Il Grande Accusatore, ha affermato il Pontefice, « cerca di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo.
Il Grande Accusatore che, come lui stesso dice a Dio nel primo capitolo del Libro di Giobbe, "gira per il mondo cercando come accusare".
La forza del vescovo contro il Grande Accusatore è la preghiera, quella di Gesù su di lui e quella propria; e l'umiltà di sentirsi scelto e rimanere vicino al popolo di Dio, senza andare verso una vita aristocratica che gli toglie questa unzione ».
In conclusione Francesco ha invitato a pregare « oggi per i nostri vescovi: per me, per questi che sono qui davanti e per tutti i vescovi del mondo ».