Lunedì, 10 dicembre 2018
Consiglio pratico per vivere l'Avvento: rileggere il capitolo 9 del vangelo di Giovanni che racconta « l'atto di fede » del ragazzo nato cieco.
Perché « con la fede tutto è possibile » e solo con la fede possiamo celebrare il Natale per quello che realmente è, senza cadere in tentazioni « mondane o pagane », « teologizzanti o moraleggianti ».
Così Papa Francesco ha rilanciato la verità sul Natale nella messa celebrata lunedì 10 dicembre a Santa Marta.
Del resto, ha fatto subito notare nell'omelia, « all'inizio della messa, nell'orazione colletta, abbiamo chiesto al Signore la grazia di prepararci per celebrare con vera fede il Natale ».
Difatti si è così pregato: « Salga a te, o Padre, la preghiera del tuo popolo, perché nell'attesa fervida e operosa si prepari a celebrare con vera fede il grande mistero dell'incarnazione del tuo unico Figlio ».
E con queste parole, ha aggiunto Francesco, « abbiamo chiesto la fede nel mistero di Dio fatto uomo ».
E proprio « la fede anche oggi, nel Vangelo, fa vedere come tocca il cuore del Signore » ha rilanciato il Pontefice, facendo riferimento al brano di Luca ( Lc 5,17-26 ).
« Il Signore - ha ricordato - tante volte torna sulla catechesi sulla fede, insiste ».
E così nel passo evangelico si legge che Gesù vide la fede delle persone che gli portarono davanti un uomo paralitico.
Egli « vide quella fede, perché ci vuole coraggio per fare un buco sul tetto e far calare un lettuccio con l'ammalato lì, ci vuole coraggio ».
E questo coraggio sta a dimostrare che « questa gente aveva fede: loro sapevano che se l'ammalato fosse arrivato davanti a Gesù sarebbe stato guarito ».
Per questo Luca scrive: Gesù « vedendo la loro fede … ».
Del resto, « tante volte Gesù torna sull'argomento della fede » ha affermato il Papa.
E « lo vediamo nel Vangelo: pensiamo al centurione, per esempio, quando Gesù è rimasto colpito dalla fede di quell'uomo e dice: "Mai ho trovato fede così in Israele" ».
Poi, ha proseguito, « pensiamo alla donna, quella siro-fenicia che seguiva Gesù e chiedeva, chiedeva e Gesù non l'ascoltava; chiese "almeno le briciole del pane per i figli" e Gesù: "Ma quanta fede!
Non l'ho trovata in Israele" ».
E, ancora, « pensiamo a quell'altra signora che aveva dei flussi di sangue: soltanto voleva toccare l'orlo del manto mentre Gesù andava a guarire la figlia di Giairo ».
« Fede », dunque.
« Gesù ammira la fede nella gente: non solo rimprovera la gente di poca fede, rimprovera Pietro - "uomo di poca fede, perché hai dubitato?" - e rimprovera quel povero papà del bambino indemoniato: "Se tu puoi fare qualcosa" - "Tutto è possibile a quello che crede" ».
Egli « con forza lo dice, rimprovera », perché « tutto è possibile alla fede, e poi dice: "Se voi avete la fede come un grano di senape, direste a quel monte: 'vai nel mare' e quello si butterebbe nel mare" ».
Con la fede, dunque, « tutto è possibile », ha ripetuto Francesco.
E « oggi abbiamo chiesto questa grazia: in questa seconda settimana dell'Avvento, prepararci con la fede, a celebrare il Natale ».
« È vero che il Natale, lo sappiamo tutti, tante volte si celebra non con tanta fede, si celebra anche mondanamente o paganamente » ha riconosciuto il Papa.
Ma, ha proseguito, « il Signore ci chiede di farlo con fede e noi, in questa settimana, dobbiamo chiedere questa grazia: di poter celebrarlo con fede ».
Anche se, ha aggiunto, « non è facile custodire la fede, non è facile difendere la fede, non è facile ».
« Pensiamo a quel ragazzo cieco dalla nascita » di cui Giovanni parla nel capitolo 9 del suo vangelo, ha suggerito il Pontefice, riferendosi in particolare alla « lotta che ha avuto per essere coerente, per dire la verità ».
Ed « è bello come finisce quel brano del Vangelo: Gesù lo trova, conosceva la lotta di questo ragazzo, e gli fa la domanda: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" ».
Quel ragazzo « era intelligente » e rispose: « chi è? » proprio perché « non prendeva per buone le cose che non capiva ».
E alla risposta di Gesù - « Sono io, che parlo con te » - quel « ragazzo si inginocchiò e adorò Gesù ».
Ecco « l'atto di fede ».
« Ci farà bene oggi e anche domani, durante la settimana - ha proposto Francesco - prendere questo capitolo 9 di Giovanni e leggere questa storia tanto bella del ragazzo cieco dalla nascita ».
E « finire dal nostro cuore con l'atto di fede: "Credo, Signore, aiuta la mia poca fede, difendi la mia fede dalla mondanità, dalle superstizioni, dalle cose che non sono fede, difendila dal ridurla a teorie, siano esse teologizzanti o moraleggianti »: che sia « fede in te, Signore ».
Per questo, ha concluso, il Papa « chiediamo questa grazia e leggiamo questo passo di Giovanni ».