XVIII Giornata Mondiale dell'Alfabetizzazione
29 agosto 1984
Al signor Amadou-Mahtar M'Bow, direttore generale dell'Unesco.
La giornata annuale dell'alfabetizzazione mi offre la felice occasione di dirle ancora una volta quanto apprezzo l'azione della sua organizzazione nel campo dell'alfabetizzazione, che rappresenta un fattore importante della promozione dell'uomo e dello sviluppo dei popoli.
In modo particolare dopo la conferenza di Teheran nel 1965, è soprattutto grazie all'Unesco che l'opinione pubblica ha preso coscienza della gravità del problema dell'alfabetizzazione.
L'Unesco ha svolto un ruolo di primo piano sviluppando gli studi, le esperienze e gli scambi sulle condizioni e sui metodi dell'alfabetizzazione.
Essa ha così permesso che ciò che avrebbe potuto essere soltanto un auspicio senza effetti si traducesse in azione efficace.
A questo riguardo, non si insisterà mai abbastanza sui prolungamenti indispensabili dell'alfabetizzazione, senza dei quali essa rischia di essere effimera, cioè principalmente la produzione di libri e la promozione della lettura tra i nuovi alfabetizzati.
Apprezzo in modo particolarissimo l'azione dell'Unesco in favore di un'alfabetizzazione che, mentre risponde a bisogni economici e pratici, mira fondamentalmente alla promozione e allo sviluppo dell'uomo al livello della sua vocazione spirituale.
Di tutto cuore formulo i miei voti perché questa azione accentui ancor più il suo dinamismo nel 1985, sotto gli auspici sia dell'anno internazionale della gioventù, sia della conferenza mondiale di Nairobi che conclude il decennio della donna.
Queste due categorie infatti - i giovani, particolarmente quelli che non hanno mai goduto dei benefici della scuola o che sono stati troppo poco scolarizzati, e le donne - sono quelle che più di altre forse rappresentano un gravissimo numero di analfabeti.
Tuttavia, questi due settori essenziali non devono far dimenticare che esistono molte altre persone, di età diverse e soprattutto in ambiente rurale, alle quali devono essere dedicati in maniera adeguata gli sforzi dell'alfabetizzazione.
Voglio assicurarla, signor direttore generale, del grande posto che l'alfabetizzazione continua a tenere nelle preoccupazioni della Chiesa.
Perciò le molteplici e assai diversificate realizzazioni di questa opera umanitaria suscitano in modo particolare il mio appoggio.
Invoco la luce e la forza del Dio onnipotente su tutti coloro che si consacrano interamente o che dedicano il tempo di cui dispongono a questa espansione della cultura umana presso i popoli e gli individui più diseredati.