XV Giornata mondiale del malato
8 dicembre 2006
Cari fratelli e care sorelle,
l'11 febbraio 2007, giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, si svolgerà a Seoul, in Corea, la Quindicesima Giornata Mondiale del Malato.
Un certo numero di incontri, conferenze, raduni pastorali e celebrazioni liturgiche avrà luogo con i rappresentanti della Chiesa in Corea, con il personale sanitario, i malati e le loro famiglie.
Ancora una volta, la Chiesa guarda a quanti soffrono e richiama l'attenzione sui malati incurabili, molti dei quali stanno morendo a causa di malattie in fase terminale.
Essi sono presenti in ogni continente, in particolare in luoghi in cui la povertà e le difficoltà causano miseria e dolore immensi.
Conscio di tali sofferenze, sarò spiritualmente presente alla Giornata Mondiale del Malato, unito a quanti si incontreranno per discutere della piaga delle malattie incurabili nel nostro mondo e incoraggeranno gli sforzi delle comunità cristiane nella loro testimonianza della tenerezza e della misericordia del Signore.
L'essere malati porta inevitabilmente con sé un momento di crisi e un serio confronto con la propria situazione personale.
I progressi nelle scienze mediche spesso offrono gli strumenti necessari ad affrontare questa sfida, almeno relativamente ai suoi aspetti fisici.
La vita umana, comunque, ha i suoi limiti intrinseci, e, prima o poi, termina con la morte.
Questa è un'esperienza alla quale è chiamato ogni essere umano e alla quale deve essere preparato.
Nonostante i progressi della scienza, non si può trovare una cura per ogni malattia, e, quindi, negli ospedali, negli ospizi e nelle case in tutto il mondo ci imbattiamo nella sofferenza di numerosi nostri fratelli e numerose nostre sorelle incurabili e spesso in fase terminale.
Inoltre, molti milioni di persone nel mondo vivono ancora in condizioni insalubri e non hanno accesso a risorse mediche molto necessarie, spesso del tipo più basilare, con il risultato che il numero di esseri umani considerato "incurabile" è grandemente aumentato.
La Chiesa desidera sostenere i malati incurabili e quelli in fase terminale esortando a politiche sociali eque che possano contribuire a eliminare le cause di molte malattie e chiedendo con urgenza migliore assistenza per quanti stanno morendo e per quanti non possono contare su alcuna cura medica.
È necessario promuovere politiche in grado di creare condizioni in cui gli esseri umani possano sopportare anche malattie incurabili ed affrontare la morte in una maniera degna.
A questo proposito, è necessario sottolineare ancora una volta la necessità di più centri per le cure palliative che offrano un'assistenza integrale, fornendo ai malati l'aiuto umano e l'accompagnamento spirituale di cui hanno bisogno.
Questo è un diritto che appartiene a ogni essere umano e che tutti dobbiamo impegnarci a difendere.
Desidero incoraggiare gli sforzi di quanti operano quotidianamente per garantire che i malati incurabili e quelli che si trovano nella fase terminale, insieme alle proprie famiglie, ricevano un'assistenza adeguata e amorevole.
La Chiesa, seguendo l'esempio del Buon Samaritano, ha sempre mostrato particolare sollecitudine per gli infermi.
Mediante i suoi singoli membri e le sue istituzioni, continua a stare accanto ai sofferenti e ai morenti, cercando di preservare la loro dignità in questi momenti significativi dell'esistenza umana.
Molti di questi individui, personale sanitario, agenti pastorali e volontari, e istituzioni in tutto il mondo, servono instancabilmente i malati, negli ospedali e nelle unità per le cure palliative, nelle strade cittadine, nell'ambito dei progetti di assistenza domiciliare e nelle parrocchie.
Ora, mi rivolgo a voi, cari fratelli e care sorelle che soffrite di malattie incurabili e che siete nella fase terminale.
Vi incoraggio a contemplare le sofferenze di Cristo crocifisso e, in unione con Lui, a rivolgervi al Padre con totale fiducia nel fatto che tutta la vita, e la vostra in particolare, è nelle sue mani.
Sappiate che le vostre sofferenze, unite a quelle di Cristo, si dimostreranno feconde per le necessità della Chiesa e del mondo.
Chiedo al Signore di rafforzare la vostra fede nel Suo amore, in particolare durante queste prove che state affrontando.
Spero che, ovunque voi siate, troviate sempre l'incoraggiamento e la forza spirituali necessari a nutrire la vostra fede e a condurvi più vicini al Padre della vita.
Attraverso i suoi sacerdoti e i suoi collaboratori pastorali, la Chiesa desidera assistervi e stare al vostro fianco, aiutandovi nell'ora del bisogno, e quindi, rendendo presente l'amorevole misericordia di Cristo verso chi soffre.
Infine, chiedo alle comunità ecclesiali in tutto il mondo, e in particolare a quante si dedicano al servizio degli infermi, a continuare, con l'ausilio di Maria, Salus Infirmorum, a rendere un'efficace testimonianza della sollecitudine amorevole di Dio, nostro Padre.
Che la Beata Vergine, nostra Madre, conforti quanti sono malati e sostenga quanti hanno dedicato la propria vita, come Buoni Samaritani, a curare le ferite fisiche e spirituali dei sofferenti.
Unito a voi nel pensiero e nella preghiera, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di forza e di pace nel Signore.