XXII Giornata mondiale del malato
6 dicembre 2013
Fede e carità: « Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli » ( 1 Gv 3,16 )
Cari fratelli e sorelle,
1. In occasione della XXII Giornata Mondiale del Malato, che quest'anno ha come tema Fede e carità: « Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli » ( 1 Gv 3,16 ), mi rivolgo in modo particolare alle persone ammalate e a tutti coloro che prestano loro assistenza e cura.
La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente.
È così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c'è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso.
Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l'oscurità.
Siamo posti in tal modo dinanzi al mistero dell'amore di Dio per noi, che ci infonde speranza e coraggio: speranza, perché nel disegno d'amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui.
2. Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tolto dall'esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate.
Ridimensionate, perché non hanno più l'ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo da negative possono diventare positive.
Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo seguirlo.
Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli.
La fede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici.
La prova della fede autentica in Cristo è il dono di sé, il diffondersi dell'amore per il prossimo, specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato.
3. In forza del Battesimo e della Confermazione siamo chiamati a conformarci a Cristo, Buon Samaritano di tutti i sofferenti.
« In questo abbiamo conosciuto l'amore; nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli » ( 1 Gv 3,16 ).
Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo.
Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all'avvento del Regno di Dio.
4. Per crescere nella tenerezza, nella carità rispettosa e delicata, noi abbiamo un modello cristiano a cui dirigere con sicurezza lo sguardo.
È la Madre di Gesù e Madre nostra, attenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficoltà dei suoi figli.
Maria, spinta dalla divina misericordia che in lei si fa carne,
dimentica se stessa e si incammina in fretta dalla Galilea alla Giudea per incontrare e aiutare la cugina Elisabetta;
intercede presso il suo Figlio alle nozze di Cana, quando vede che viene a mancare il vino della festa;
porta nel suo cuore, lungo il pellegrinaggio della vita, le parole del vecchio Simeone che le preannunciano una spada che trafiggerà la sua anima,
e con fortezza rimane ai piedi della Croce di Gesù.
Lei sa come si fa questa strada e per questo è la Madre di tutti i malati e i sofferenti.
Possiamo ricorrere fiduciosi a lei con filiale devozione, sicuri che ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà.
È la Madre del Crocifisso Risorto: rimane accanto alle nostre croci e ci accompagna nel cammino verso la risurrezione e la vita piena.
5. San Giovanni, il discepolo che stava con Maria ai piedi della Croce, ci fa risalire alle sorgenti della fede e della carità, al cuore di Dio che « è amore » ( 1 Gv 4,8.16 ), e ci ricorda che non possiamo amare Dio se non amiamo i fratelli.
Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come Gesù.
La Croce « è la certezza dell'amore fedele di Dio per noi.
Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci …
La Croce di Cristo invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l'altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto » ( Via Crucis con i giovani, Rio de Janeiro, 26 luglio 2013 ).
Affido questa XXII Giornata Mondiale del Malato all'intercessione di Maria, affinché aiuti le persone ammalate a vivere la propria sofferenza in comunione con Gesù Cristo, e sostenga coloro che se ne prendono cura.
A tutti, malati, operatori sanitari e volontari, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.